Territori come quadri astratti su GoogleMaps
Tempo fa ho visitato l’area archeologica di Alba Fucens, in Abruzzo. Si tratta di un sito molto interessante, con parte dell’abitato di età romana riemerso dagli scavi e consistenti tracce di un anfiteatro.
Per arrivare fino a là, come sempre, ho usato le istruzioni di GoogleMaps. Ma, nei dintorni, ho notato sul display qualcosa di particolare e sorprendente in corrispondenza della Piana del Fùcino. Si tratta di una vasta pianura di oltre 16.000 ettari sorta sul posto di un lago prosciugato per volontà del Duca Alessandro Torlonia tra il 1854 e il 1875. Le complesse vicende storiche e sociali che precedettero e seguirono la bonifica hanno portato a una peculiare parcellizzazione della pianura in una miriade di campi di forma allungata, elementi che visti dal satellite saltano immediatamente all’occhio per la loro fitta tessitura.
La cosa mi ha incuriosita molto e così ho cominciato a fare degli screenshot di quelle vedute. Ne sono venute fuori delle sorprendenti composizioni astratte basate su delicati toni di verde.
Da un lato mi hanno fatto pensare agli splendidi scatti del progetto fotografico Earth from above di Yann Arthus-Bertrand…
… dall’altro mi sono venuti in mente certi quadri astratti di Paul Klee, spesso ispirati proprio alla morfologia dei territori che visitava.
Allora mi sono chiesta: quali altri territori italiani hanno la caratteristica di apparire, da una vista satellitare, simili a composizioni astratte? Non parlo delle città, delle quali mi sono già occupata in un vecchio articolo, ma dei luoghi naturali o antropizzati, portatori di speciali morfologie.
Subito mi sono ricordata delle saline di Margherita di Savoia, in Puglia. Ci sono passata in mezzo, poco tempo fa, incantata dalle vasche di acque rosate.
Ma viste su GoogleMaps diventano un’altra cosa. Una trama geometrica strepitosa!
A questo punto sono andata subito a cercare le saline dello Stagnone, davanti all’isola di Mozia, in Sicilia. In questo caso la disposizione segue un andamento meno regolare e il quadro astratto è nettamente diverso.
Dai tracciati e dai colori si possono scoprire tante cose: dalla storia del luogo alla composizione chimica delle acque e dei terreni, dall’attività degli agenti atmosferici alle specie vegetali che vengono coltivate. Un esempio molto interessante è la traccia delle centuriazioni romane, suddivisioni del territorio in quadrati di circa 700 metri di lato destinati ai coloni o ai legionari in congedo. I confini delle centurie, che visti dall’alto formano una vasta scacchiera, sono ancora visibili nella provincia di Padova (ma anche in tanti altri luoghi d’Italia).
Opposto a questo schema geometrico rigoroso è l’aspetto a “mosaico” di tante altre zone. Questa è in provincia di Ferrara, lungo il corso del Po. I campi formano un disegno le cui regole nascono evidentemente da suddivisioni più spontanee, legate alla presenza di tracciati viari e canali secondari.
Le tinte qui sono sostanzialmente due: il verde dei campi coltivati e il giallo di quelli arati. Per trovare una maggiore varietà occorre spostarsi nella zona di Castelluccio di Norcia, un’area che negli ultimi anni è diventata famosa per la fioritura dell’altopiano, tra strisce viola, rosse, gialle e verdi. Ovviamente su GoogleMaps si possono vedere solo i colori del giorno in cui è stata fotografata, non molti a dire il vero.
Continuando a curiosare sono tornata nei miei luoghi d’origine, vicino all’Etna. Sulla mappa, la metà occidentale del vulcano è ancora innevata. Il passaggio dalla neve alla lava è un’immagine molto particolare, che sembra venir fuori da pennellate di vernice bianca.
Questa invece è la zona della costa in provincia di Ragusa dove le serre per la produzione agricola sono disposte a pettine, in direzione est-ovest, arrivando fino alla spiaggia.
Spostandomi completamente a nord, ho selezionato una parte delle Alpi il cui aspetto ricorda certi rilievi di Arnaldo Pomodoro, profondamente fratturati.
In provincia di Viterbo, invece, c’è una zona striata dall’acqua e dalla vegetazione che forma sul suolo degli straordinari disegni ramificati.
Per ottenere queste immagini, così pulite, occorre andare sui livelli e disattivare le “etichette“, in modo da far scomparire tutti i segnaposto, i tracciati viari e i nomi di paesi, città e altri luoghi.
Solo dopo aver spulciato parecchio in rete, alla ricerca di suggerimenti di luoghi particolari, ho scoperto che Google Earth ha già schedato migliaia di paesaggi di tutto il mondo, visti da satellite, con le stesse caratteristiche “artistiche” che stavo cercando in quelli italiani. Ne hanno creato un’estensione per Chrome che alterna le foto sulle nuove schede aperte nel browser.
Il video con cui presentano il progetto è un vero tuffo nella meraviglia!
A questo punto non resta che provare. Magari anche in classe, per lavorare contemporaneamente sulla composizione delle immagini, sulla geografia, sull’uso di strumenti digitali, ma anche sulla storia sociale e sull’impatto degli esseri umani verso il paesaggio e la natura.
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