TFS: Cgil, Fp, Flc, Spi: tagli da 17.958 a 41.290 euro, Governo intervenga
Roma, 7 ottobre – “Il differimento del pagamento del Trattamento di Fine Servizio (TFS) e del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) ha causato e continua a causare ai dipendenti pubblici pesanti perdite economiche, che complessivamente possono arrivare a cifre vanno dai 17 mila ai 41mila euro. Il Governo, che continua ad ignorare questa situazione e che in materia di previdenza pensa solo a misure per fare cassa, deve intervenire”. È quanto dichiarano Cgil nazionale, Fp, Flc e Spi in una nota congiunta.
“L’ingiusta dilazione nel pagamento delle liquidazioni, che in alcuni casi può arrivare fino a sette anni, rappresenta un vero e proprio furto per chi, dopo una vita di lavoro, è costretto a subire una discriminazione rispetto ai lavoratori del settore privato”, spiegano. L’analisi condotta dall’Ufficio previdenza della Cgil, curata dal Responsabile delle politiche previdenziali Ezio Cigna, ha infatti evidenziato chiaramente l’impatto devastante che il differimento del pagamento del TFS ha avuto sul potere d’acquisto dei dipendenti pubblici, già fortemente compromesso dall’inflazione crescente.
I lavoratori che hanno cessato nel 2022 per pensionamento anticipato (42 anni e 10 mesi, uno in meno per le donne), con una retribuzione di 30.000 euro, a fronte di un TFS nominale di 86.000 euro, subiscono una perdita complessiva di 17.958 euro. Questa perdita è il risultato di una doppia penalizzazione: da un lato, l’inflazione ha ridotto il valore reale delle somme percepite tra la cessazione e la liquidazione del TFS; dall’altro, il mancato rendimento che questi importi avrebbero
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