C’è ancora chi parla di eccellenza e utilità della geometria?
Non è bene ignorare la geometria. È bene, prima di tutto, che gli stessi insegnanti non perdano memoria dei «sentimenti di autori illustri intorno alla eccellenza e alla utilità della geometria».
L’antologia di Vincenzo Viviani sulla «eccellenza e utilità della geometria», citata in un recente articolo di Emilio Ambrisi, offre un approccio storico al dibattito sulla necessità di mantenere vivo, nella didattica, l’interesse per la geometria e per i metodi sintetici nella risoluzione dei problemi.
La lettura del brano tratto dai “Dialoghi dei massimi sistemi del Mondo”, mette in luce la fiducia di Salviati-Galileo nella forza del ragionamento matematico per scoprire le “fallacie” dei propri avversari, ostili alle «sottigliezze geometriche» che distolgono dal ben filosofare.
La geometria, però, non è solo rigore nel dedurre e nell’argomentare e diventa in effetti uno strumento di indagine e di conoscenza della realtà.
E’ noto come Galileo riuscisse a sfruttare le potenzialità dei metodi geometrici per la sua indagine fisica e utilizzasse il linguaggio della matematica per leggere il libro della natura.
Tramite le proprietà geometriche delle coniche, in particolare della parabola, può descrivere il moto dei proiettili e, viceversa, facendo cadere una sferetta lungo una superficie liscia, riesce a disegnare una parabola, come un compasso che traccia una circonferenza.
Comprende perfettamente, peraltro, che gli strumenti matematici in suo possesso si rivelano inadeguati di fronte ai problemi che sfociano nella sfera dell’infinitamente grande e dell’infinitamente piccolo, come accade nella prima giornata dei ”Discorsi e dimostrazioni….” in cui
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