Il ministero dimezza risorse per tutor e orientatore, ma è materia collegiale e contrattuale
Roma, 25 ottobre – Abbiamo sempre dichiarato una netta contrarietà all’introduzione delle figure del tutor e dell’orientatore per le evidenti contraddizioni sia dal punto di vista pedagogico-professionale con l’unità e organicità del corpo docente e dell’intera comunità educante, che sul versante contrattuale in materia di attribuzione dei compensi e della definizione dei criteri di ripartizione delle risorse.
Nell’incontro di oggi tra il MIM e i sindacati firmatari del CCNL, alcuni nodi iniziano a venire al pettine. Infatti, abbiamo appreso che le risorse per retribuire le figure del docente tutor e del docente orientatore nelle ultime tre classi delle scuole superiori di secondo grado saranno dimezzate rispetto all’anno scorso. Saranno assegnati complessivamente 84 milioni di euro a fronte dei 150 dell’anno scolastico 2023/24.
Come FLC CGIL troviamo particolarmente allarmante che, a fronte della diminuzione delle risorse e al fine di avere un compenso equivalente all’anno precedente, si obblighi, di fatto, il tutor a un orario aggiuntivo di 30 ore mediante l’attivazione di un progetto POC con fondi europei e sulla scuola vengono, al solito, scaricati gli oneri legati alla predisposizione e all’attuazione dei progetti.
Siamo di fronte all’ennesimo decreto con cui il ministero fa ingerenze in materie di carattere collegiale e interviene indebitamente e in modo unilaterale su aspetti professionali e retributivi propri del contratto nazionale di lavoro. Ed è l’ennesima dimostrazione della considerazione che ha il ministero della scuola e di chi ci lavora.
Per ridare all’Istruzione e alle lavoratrici e ai lavoratori il
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