Insulti razzisti ad una classe multietnica a Palermo: c’è da preoccuparsi
Palermo, si sa, è città accogliente e solidale. Eppure le cronache di questi giorni riportano un brutto episodio: la classe di una scuola primaria della città, si trovava con le insegnanti di fronte ad una libreria, impegnata in una animazione sul valore della lettura. La classe ha una decisa composizione multiculturale, i bambini hanno genitori di varia provenienza, diversi di loro sono neri, italianissimi ma neri, o con tratti somatici… non ariani, diciamo. Ciò è bastato perché più di una persona si sia permessa di apostrofarli, loro e le loro maestre: “Come mai tutti questi neri, non vi piacciono i bambini bianchi?” pare abbiano detto e amenità del genere.
Una rondine non fa primavera, certo. Ma non dobbiamo permettere che si affermi un clima discriminatorio e razzista.
La società è cambiata. I bambini e le bambine nati qui, ancorché figli e figlie di genitori immigrati, sono italiani e italiane di fatto, appartengono a questo contesto, anche se purtroppo ancora la cittadinanza non gli viene riconosciuta se non a 18 anni e a condizioni non semplicissime. E quelli che giungono, i neo arrivati (sempre meno per la verità) hanno diritto di essere accolti e accolte nelle nostre scuole e di imparare, come tutti, ciò che è utile a vivere democraticamente, esercitando partecipazione e cittadinanza, nella consapevolezza di diritti e doveri comuni che solo a scuola tutti e tutte possono imparare.
Non di esclusioni né di discriminazioni abbiamo bisogno, ma di vere CON/CITTADINANZE.
La FLC CGIL è vicina ai
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