Doppia vittoria per i Docenti specializzati in Romania: Il TAR Lazio spiana la strada al riconoscimento

È una giornata storica per i docenti specializzati in Romania che aspirano a lavorare nelle scuole italiane. Il TAR Lazio, con due sentenze gemelle (nn. 20976/2024 e 20959/2024, Quarta Sezione bis, Presidente Dott.ssa   Pierina Biancoore), ha stabilito un importante precedente per il riconoscimento dei loro titoli, aprendo così le porte dell’Italia agli insegnanti di sostegno con titoli rumeni.

Riconoscimento dei titoli di specializzazione

Le sentenze riguardano docenti ai quali il Ministero dell’Istruzione aveva negato l’equiparazione del titolo di specializzazione sul sostegno, ritenendolo non conforme agli standard italiani. Tuttavia, il TAR Lazio ha ribaltato questa posizione, sottolineando l’importanza di una valutazione più inclusiva e attenta al contesto europeo.

Valutazione inclusiva e contesto Europeo

Nella sentenza n. 20976/2024, il TAR Lazio ha affermato: “Va infatti rammentato che l’insegnante di sostegno, la cui attività è destinata a favorire forme di integrazione a favore degli alunni portatori di handicap e realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni, è un docente di classe in possesso di competenze e conoscenze didattiche e psico-pedagogiche richieste ai fini del conseguimento di quella professionalità ulteriore che deve caratterizzare la sua funzione, in Romania come in Italia.” La formazione per il sostegno in Romania e in Italia, pur con possibili differenze specifiche, condivide l’obiettivo di fornire ai docenti le competenze necessarie per l’integrazione degli alunni con disabilità.

Critica al ministero e misure compensative

Il TAR Lazio ha criticato il Ministero per non aver adeguatamente considerato la possibilità di utilizzare misure compensative per armonizzare eventuali differenze tra i percorsi formativi. Nella sentenza n. 20976/2024, si legge: “Tale giudizio appare sostanzialmente apodittico e comunque scarsamente argomentato, posto che gli uffici non chiariscono perché un’adeguata previsione di misure compensative non sia in grado di colmare le mancanze della formazione estera.” Le misure compensative, come tirocini o corsi di aggiornamento, previste dalla Direttiva 2005/36/CE, devono essere “opportune e proporzionate” alle effettive differenze tra i due percorsi formativi.

Implicazioni per la libera circolazione dei professionisti

Il rifiuto “incondizionato” del titolo rumeno, senza un’adeguata motivazione e senza considerare le misure compensative, rischia di violare la Direttiva 2005/36/CE e di compromettere la libera circolazione dei professionisti in Europa. La sentenza n. 20976/2024 sottolinea che “l’incondizionata opposizione al titolo estero, in quanto poggiante su argomentazioni carenti, rischia peraltro di compromettere la ratio delle direttive europee le quali mirano espressamente al rafforzamento del mercato interno e alla promozione della libera circolazione dei professionisti.”

Prossimi passi per il Ministero dell’Istruzione

Con queste due sentenze, il TAR Lazio sembra voler imprimere un cambio di rotta nella gestione delle specializzazioni sul sostegno conseguite in Romania. Questo rappresenta un segnale importante per i tanti docenti con titolo rumeno che attendono da tempo di poter esercitare la professione in Italia. Ora la palla passa al Ministero dell’Istruzione, che dovrà adeguarsi a queste pronunce e rivedere le proprie procedure di valutazione dei titoli esteri. Resta da vedere se il Ministero sceglierà di impugnare le sentenze o se adotterà un approccio più inclusivo, favorendo l’integrazione di questi docenti nel sistema scolastico italiano.

 Prof. G. Marco Bencivenga.

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