Studenti bocciati perchè insufficienti in Matematica e Fisica, il Tar li promuove: serviva una “pregnante motivazione” e adottare “misure per alleviare le difficoltà”
Un’aula di tribunale
Bocciare uno studente a seguito di gravi insufficienze è lecito, soprattutto dopo che il giovane ha compiuto i 16 anni e quindi superato il periodo della scuola dell’obbligo, ma il Consiglio di classe deve prestare attenzione a due aspetti essenziali: evidenziare per bene le motivazioni della decisione e verificare se, in presenza di alunni con sostegno o disturbi specifici di apprendimento, siano state adottate tutte le misure compensative e dispensative previste, rispettivamente, dal Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione e dalla certificazione prodotta dall’ente sanitario pubblico. Quando questi presupposti non sono presenti nei verbali degli scrutini e dei resoconti sulle valutazioni degli alunni con Dsa, allora la decisione di fermare il ragazzo diventa “terreno fertile” per possibili impugnazioni in tribunale, dove il giudice può dare ragione al ricorrente sovvertendo il parere prodotto con scrutinio finale dalla scuola.
Così hanno deciso, a favore dei