Sotto l’albero, il matescopio
I regali del Natale. L’augurio per i docenti, gli studenti, i membri della collettività, è di ricevere ciascuno il suo matescopio.
Cos’è il matescopio? Non è un oggetto fisico. È, idealmente, lo strumento matematico per eccellenza, utile a favorire l’instaurarsi di ciò di cui scuola, società e insegnanti, hanno maggiormente bisogno: uno status, ambientale e mentale, si direbbe “matetico”, fatto di fiducia nel prossimo, di comprensione umana, di entusiasmo e energia professionali.
A parlare per prima di “matescopio” fu Watson Davis, tra i più autorevoli giornalisti scientifici della prima metà del secolo scorso. Edward Kasner e James Newman gli diedero notorietà. Lo “utilizzarono” efficacemente per scrivere Matematica e Immaginazione, un libro del 1940 che appartiene oramai alla storia della buona letteratura matematica internazionale. L’edizione italiana fu realizzata da Bompiani nel 1948 e quella in lingua spagnola fu impreziosita dal “Prologo” di Jorge Luis Borges.
Ecco cos’è il matescopio e a cosa può servire, nelle parole di Kasner e Newman:
“Con l’aiuto dei meravigliosi nuovi microscopi e telescopi l’uomo, a mezza strada tra le stelle e gli atomi, si è avvicinato ad entrambi. Il matescopio non è uno strumento fisico; esso è puramente intellettuale, e rappresenta la penetrazione ognora crescente che la matematica offre nel paese delle meraviglie che si trova oltre l’intuizione e l’immaginazione. I matematici, a differenza dei filosofi, non affermano nulla sulla verità ultima, ma, pazientemente, simili ai costruttori dei grandi microscopi e dei grandi telescopi, essi affinano le loro lenti. In questo libro vi faremo
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