La storia di due docenti insegnano in Thailandia: “In Italia insegneremmo alle medie, qui invece abbiamo fatto carriera all’università”

Un’avventura iniziata oltre vent’anni fa ha portato Jacopo Gianninoto, 51 anni, e Alberto Firrincieli, 47 anni, due musicisti italiani, a stabilirsi in Thailandia, dove hanno costruito carriere di successo nel mondo accademico musicale.

“Bangkok è il nostro quartiere generale, escludiamo di tornare in Italia”, affermano a Il Fatto Quotidiano con convinzione. Gianninoto, ex direttore del Dipartimento di musica dell’Assumption University of Thailand, e Firrincieli, entrambi ora professori presso lo stesso ateneo, hanno trovato nella terra dei sorrisi un ambiente stimolante e ricco di opportunità.

L’esperienza di Gianninoto, iniziata nel 2003 con un viaggio in una cittadina al confine con il Laos per approfondire il Buddhismo, si è trasformata in un’opportunità lavorativa come guest lecturer di chitarra classica presso la Mahasarakham University. Il successo ottenuto con gli studenti gli ha aperto le porte degli atenei della capitale, Bangkok.

Firrincieli, invece, è partito dall’Italia con quattro diplomi di conservatorio e una laurea in Musicologia, ma scoraggiato dalla scarsità di opportunità lavorative.

“Trovavo giusto assegnare il posto a chi avesse più esperienza e più titoli, però mi domandavo se valesse la pena aspettare la soglia dei 40 anni per poter insegnare in una istituzione”, spiega.

L’incontro con Gianninoto, allora direttore del dipartimento di musica dell’Assumption University, si è rivelato decisivo per Firrincieli. “C’era una posizione aperta per un posto da professore di musica. Ho capito che quella era la mia occasione”, ricorda. Da allora, entrambi i musicisti hanno contribuito attivamente alla vita musicale thailandese, organizzando festival, orchestre giovanili e dedicandosi all’insegnamento con passione. “In Asia c’è una società molto internazionale, un lavoro che mi dà soddisfazioni e che mi permette di usare al meglio le mie conoscenze come musicista e insegnante”, racconta Firrincieli.

Nonostante la mancanza di un posto fisso e le valutazioni biennali, l’esperienza in Thailandia ha offerto loro la possibilità di realizzare progetti impensabili in Italia, in un contesto caratterizzato da un profondo rispetto da parte degli studenti verso gli insegnanti. Il costo della vita a Bangkok, paragonabile a quello italiano e persino inferiore fuori dalle zone turistiche, contribuisce a rendere la vita piacevole.

Il sistema universitario thailandese, basato sul modello americano, offre agli studenti una formazione completa, che include corsi di lingua inglese, business e matematica, preparandoli al meglio per il mercato del lavoro internazionale.

Gianninoto e Firrincieli incoraggiano i giovani italiani a cercare esperienze all’estero, senza timore delle difficoltà linguistiche o culturali. “Il mondo è grande, nessuno verrà a prenderti a casa e a offrirti il tuo lavoro dei sogni”, afferma Gianninoto. “I giovani possono rischiare: si fa sempre in tempo ad aggiustare le cose se non vanno come voluto”.

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