Dall’apartheid al sindacato: una storia di vita e di lotta

Collettiva.it
Miriam Di Paola, dipartimento Politiche internazionali FLC CGIL
Mugwena Maluleke, tu sei il presidente di un sindacato internazionale (l’Ei, l’Education International) e il segretario generale di uno dei più grandi sindacati in Africa e nel mondo, il Sadtu (South African Teachers Union). Oggi hai raggiunto molti traguardi, ma chi era prima Mugwena? Raccontaci il tuo percorso politico sin dall’inizio, nel Sudafrica dell’apartheid.
Lasciatemi iniziare da dove sono cresciuto, dalla terra che apparteneva al mio bisnonno. Quando, a causa delle leggi dell’apartheid, la terra ci è stata tolta, siamo diventati lavoratori al servizio della persona, ovviamente bianca, a cui la nostra terra è andata. Con la nostra terra ci è stato tolto tutto, il bestiame, tutte le nostre pecore… Nel mio caso si trattava di lavoro minorile. La mia routine giornaliera dall’età di 8 anni era: svegliarsi, andare a lavorare, nutrire il bestiame, portarlo al pascolo. Dopo di che dovevo camminare 18 chilometri per andare a scuola in un’altra fattoria e, dopo la scuola, lavorare in quella fattoria o in un’altra, gratuitamente, perché ero un bambino. Dovevamo lavorare sei giorni, a volte sette giorni alla settimana quando, ad esempio, bisognava nutrire il bestiame per la vendita all’asta.
La tua consapevolezza politica è iniziata presto?
Fin da bambini siamo entrati in contatto con la politica grazie ai nostri nonni che ci sensibilizzavano attraverso pamphlet e altro materiale che poi mia nonna nascondeva. Oltre a fornirci delle letture, di tanto in tanto ci educava oralmente attraverso delle storie per farci riflettere su
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