Riforma Indicazioni nazionali: la solita montagna che partorisce il topolino
La revisione delle indicazioni nazionali per la scuola, voluta dal ministro Valditara – più per informare (in viale Trastevere si lavora!) che per riformare -, è la consueta montagna che ha dato alla luce il consueto topolino. Qualunque ‘nuovo’ tema o contenuto sia stato inserito era già in fieri, e lo è ancora, nella volontà e nella facoltà dei docenti.
Dice niente la libertà d’insegnamento? Personalmente, durante le mie lezioni, ho approfondito sempre quello che ho ritenuto: al servizio, beninteso, degli alunni e delle famiglie.
E qualsiasi collega che non voglia rispettare alla lettera le indicazioni provenienti da Roma, potrebbe perfino mettere in atto ragionevoli controindicazioni.
Un esempio? Riguardo l’introduzione dello studio della Bibbia, rispetto alla Storia, tralasciando lo scontato distinguo creazione/evoluzione, il ministro sa che l’Antico e il Nuovo Testamento sono raccolte di libri che con la Storia hanno poco a che vedere?
Esattamente come le osannate e strumentalizzate