Indicazioni Nazionali, si cambia
Nel pubblicare la lettera di un nostro assiduo lettore, ci permettiamo di aggiungere due nostre righe.
Non interveniamo certamente nel merito e quindi evitiamo di esprimerci sulla bontà dell’operazione (di cui il nostro lettore si dice assolutamente sicuro), ma facciamo solo rilevare che se alla fine le modifiche resteranno sempre nella forma di “Indicazioni”, non potrà esserci alcun obbligo per i docenti: chi vorrà leggerà qualche pagina della Bibbia, ma chi vorrà potrà tranquillamente fare la storia degli Indiani d’America dal punto di vista di Toro Seduto anziché del generale Custer. Non è detto, insomma, che i docenti saranno tutti pronti a parlare di “italianità” e di “gloria di Roma nel mondo” come forse vorrebbe qualcuno (R.P.)
Era necessario? Forse. Sicuramente, però, questa volta la scelta del Ministero dell’Istruzione (e del merito) di rinnovare o cambiare i programmi (indicazioni programmatiche) nella scuola media (in parte anche nelle elementari) appare, almeno