Voto in condotta, la critica di Aloisio (M5S): nasce una scuola repressiva e punitiva

Roma, 30 gennaio – La recente riforma della Maturità 2025 voluta dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara continua a far discutere. L’introduzione di un elaborato su cittadinanza attiva e solidale per gli studenti con una valutazione di condotta pari a 6 ha scatenato critiche, in particolare da parte della senatrice del Movimento 5 Stelle Vincenza Aloisio, che denuncia un modello educativo repressivo e retrogrado.

Secondo Aloisio, questa misura non rappresenta un’evoluzione positiva del sistema scolastico, bensì un ritorno a metodi educativi punitivi che limitano la libertà di espressione degli studenti. “La decisione di rendere la condotta un elemento cruciale per l’ammissione all’esame di Stato può avere senso solo se accompagnata da un percorso di educazione affettiva. Solo attraverso questa consapevolezza, lo studente comprende il valore del rispetto reciproco e dell’interconnessione tra individui”, ha dichiarato la senatrice.

Aloisio sottolinea inoltre come la riforma si inserisca in un più ampio progetto scolastico con un’impronta sovranista, con il rischio di soffocare il pensiero critico e il pluralismo nelle scuole. “Il sistema punitivo promosso dal Ministro non incentiva comportamenti virtuosi, ma piuttosto stimola la disobbedienza, la menzogna e il sotterfugio”, afferma con preoccupazione.

Secondo la senatrice, la scuola dovrebbe invece puntare su metodi inclusivi e stimolanti, capaci di formare cittadini consapevoli e responsabili. In questo senso, propone il reinserimento di un esame di Stato su tutte le materie, che garantisca un percorso educativo più completo e in grado di valorizzare la pluralità di pensiero e il dialogo costruttivo.

Il dibattito sulla riforma scolastica continua ad infiammare il panorama politico e culturale italiano. Resta da vedere se le misure introdotte resisteranno alle critiche o se saranno oggetto di future revisioni. Nel frattempo, l’opposizione promette battaglia per evitare quello che considera un pericoloso passo indietro per il sistema educativo del Paese.

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