Christian Raimo: la vera storia? O è problematica o non è storia
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Galli della Loggia è uno degli editorialisti principali del Corriere della sera e uno dei membri della commissione governativa di revisione delle Indicazioni nazionali. Da questa doppia posizione di potere si propone di essere la voce di riferimento, non solo intellettuale ma anche ufficiale, del muscolare progetto pedagogico di questo governo. Lo fa sempre con più frequenza e con più decisione.
Il suo pezzo sul Corriere della sera del 29 gennaio titola addirittura: “Insegniamo la storia. Ma vera”.
Come se nelle scuole italiane esistesse una masnada di docenti e studiosi che invece vogliono insegnare una storia falsa, finta, farlocca. Il suo editoriale è un insieme di fallacie logiche – soprattutto falsi dilemmi – e la dimostrazione di una misconoscenza abbastanza dichiarata, o di un’estraneità ostile, del dibattito sulla didattica della storia degli ultimi trent’anni (si può leggere il libro appena uscito da Einaudi di Andrea Micchiché, Igor Pizzirusso e Marcello Ravveduto e sullo stato dell’arte della didattica della storia per farsi un’idea della distanza galattica tra le osservazioni di Della Loggia e il contesto in cui dovrebbe muoversi chi discute seriamente di questi temi).
La prima evidenza discutibile è che un professore che fa parte della commissione della revisione delle Indicazioni nazionali usi il suo ruolo per essere così predittivo su quello che si deve insegnare in classe. È la dimostrazione che Galli della Loggia non abbia proprio recepito o non condivida lo spirito con cui, ormai da un paio di decenni, si è
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