Intelligenza Artificiale a Scuola, Piccolotti: Dubbi e Preoccupazioni sulla Gestione dei Dati

L’uso dell’intelligenza artificiale (IA) nelle scuole italiane solleva dubbi e preoccupazioni tra gli esperti e la politica. Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), ha espresso la propria insoddisfazione dopo la risposta della sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti nel Question Time della Commissione Cultura alla Camera. Secondo Piccolotti, il governo non ha chiarito aspetti fondamentali relativi alla gestione dei dati degli studenti e alla sicurezza delle piattaforme utilizzate nel sistema scolastico.

Quali sono le criticità sollevate?

L’intervento della sottosegretaria Frassinetti non ha dissipato le perplessità sulle modalità di raccolta, conservazione e utilizzo dei dati generati dall’uso dell’IA nelle scuole. Restano aperti interrogativi fondamentali:

  • Dove vengono conservati i dati degli studenti? Sono ospitati su server italiani o stranieri? Sono di proprietà pubblica o privata?
  • Gli algoritmi delle piattaforme sono trasparenti? Sono sottoposti a valutazioni indipendenti da parte del Ministero?
  • Le aziende che forniscono questi software possono usare i dati, anche in forma anonima, per addestrare nuove intelligenze artificiali?

Piccolotti evidenzia come l’assenza di risposte chiare aumenti le preoccupazioni sulla gestione di informazioni sensibili relative agli studenti, un patrimonio di dati che potrebbe essere sfruttato economicamente dai giganti della tecnologia.

IA nelle scuole: un’opportunità o un rischio?

“Siamo favorevoli allo sviluppo tecnologico in tutti i contesti, ma il Ministro dell’Istruzione sembra non avere consapevolezza delle implicazioni di queste scelte”, ha dichiarato la deputata rossoverde. Secondo Piccolotti, il rischio è che i dati dell’intero corpo studentesco italiano finiscano nelle mani di aziende private, senza un adeguato controllo da parte dello Stato.

La questione non riguarda solo la privacy, ma anche l’autonomia del sistema educativo e la sovranità digitale. Se le piattaforme utilizzate non sono open-source e trasparenti, il rischio è che le decisioni didattiche vengano influenzate da algoritmi non verificabili, sviluppati da aziende con interessi commerciali.

Quali soluzioni per garantire sicurezza e trasparenza?

“I dati dei cittadini devono essere trattati come un bene comune e adeguatamente protetti dallo sfruttamento privato a fini di profitto”, ha ribadito Piccolotti. La proposta avanzata dall’opposizione prevede:

  • L’adozione di software open-source e verificabili da esperti indipendenti.
  • Un controllo pubblico sui server che conservano i dati degli studenti.
  • Regole chiare che impediscano alle aziende di utilizzare i dati scolastici per fini commerciali.

Il dibattito sull’intelligenza artificiale nelle scuole è destinato a proseguire. La sfida è trovare un equilibrio tra innovazione e tutela della privacy, garantendo che il progresso tecnologico sia al servizio della comunità e non degli interessi privati.

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