Conferma supplente di sostegno a richiesta della famiglia: la maggioranza “ministeriale” del CSPI non prende posizione
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Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, chiamato ad esprimersi sullo schema di decreto ministeriale recante “Misure finalizzate a garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno per l’anno scolastico 2025/2026, a norma dell’articolo 8, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2024, n. 106”, ha esaminato in una ricca e serrata discussione gli aspetti più controversi del provvedimento, rilevando numerose criticità.
Prendendo atto che si tratta di un atto attuativo conforme a quanto prescritto dalla norma di legge, il CSPI, nell’ambito delle proprie competenze, non ha potuto esimersi dal considerare come le misure previste potrebbero impattare negativamente sulla qualità dei percorsi di inclusione e compromettere l’impianto regolamentare del reclutamento.
Riconoscere alla famiglia la facoltà di intercettare e interpretare, in campo scolastico, i bisogni formativi dei propri figli e di individuare le risorse più adeguate a una proposta didattica coerente e qualificata non garantisce infatti una valutazione fondata su criteri oggettivi e su consolidate competenze pedagogiche e non riconosce alla scuola il compito di assicurare, attraverso le proprie scelte istituzionali, il benessere e le migliori condizioni di apprendimento delle alunne e degli alunni con disabilità.
IL CSPI ha ribadito anche l’importanza di garantire che nessun meccanismo inneschi nella relazione educativa e nell’azione del docente condizionamenti nell’attuazione del progetto didattico.
Rispetto alla previsione che il DS valuti “la sussistenza delle condizioni per procedere alla conferma del docente nell’interesse del discente”, il CSPI ha
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