Gita scolastica si trasforma in incubo: studenti di un liceo derubati di smartphone e tablet. Il preside: “Ragazzi in lacrime”

Una gita d’istruzione che doveva rappresentare un momento di apprendimento e spensieratezza si è trasformata in un’esperienza traumatica per gli studenti di un liceo di Trieste. Circa settanta ragazzi delle classi quinte, impegnati in un viaggio d’istruzione a Torino, sono stati vittime di un furto durante la loro prima giornata di visita nella città piemontese.
L’episodio si è verificato lunedì pomeriggio, quando gli studenti e i loro accompagnatori sono scesi dal pullman in una zona periferica di Torino per visitare alcuni musei previsti dal programma didattico. Al rientro, una decina di ragazzi ha fatto l’amara scoperta: gli zaini e le borse lasciati a bordo del mezzo erano scomparsi.
I bagagli sono stati successivamente ritrovati in un’area non distante, ma completamente svuotati dei beni di valore, principalmente dispositivi elettronici come tablet e altre apparecchiature informatiche. Significativo il fatto che i ladri abbiano ignorato il cibo contenuto negli zaini, segno evidente che il furto fosse mirato agli oggetti di valore.
La reazione della scuola e le indagini in corso
Come segnala Il Piccolo, il dirigente scolastico ha espresso profonda costernazione per l’accaduto: “Sono molto dispiaciuto per quello che è successo. È un fatto grave per degli studenti che vengono portati a Torino a fare una visita istruttiva e che purtroppo devono subire un’esperienza del genere”. Il preside ha annunciato l’intenzione di contattare personalmente l’agenzia di viaggi responsabile dell’organizzazione per chiarire la situazione e verificare l’esistenza di eventuali coperture assicurative.
La dinamica dell’accaduto presenta alcuni aspetti controversi: l’autista del pullman avrebbe ammesso di non aver chiuso adeguatamente il veicolo, ma contemporaneamente sarebbero stati rilevati segni di effrazione sulle portiere. I docenti hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine e i ragazzi dovranno recarsi in Questura per formalizzare la denuncia.
Quanto accaduto ha avuto un forte impatto emotivo sui maturandi, alcuni dei quali erano “molto scossi” e “in lacrime”, come riferito da un genitore. Ciò che doveva essere un momento di crescita culturale e di svago nell’anno conclusivo del percorso scolastico si è trasformato in una dura lezione sulla realtà della criminalità.
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