Giudizi sintetici Scuola Primaria, Nigris: “Non bisogna etichettare gli studenti. La valutazione non può che essere descrittiva. Non basta un numero, neanche un colloquio”

La scuola primaria si prepara a un importante cambiamento nel sistema di valutazione degli alunni con l’introduzione di sei giudizi sintetici, che vanno da “ottimo” a “non sufficiente”, da attribuire a ciascuna disciplina.
La novità rappresenta un’evoluzione rispetto al precedente modello valutativo, come ha spiegato Elisabetta Nigris, docente ordinario presso l’Università di Milano Bicocca, in un incontro organizzato dall’ateneo meneghino.
“La valutazione costituisce il ponte fra l’insegnamento e l’apprendimento”, ha sottolineato la docente, sottolineando come l’ordinanza riaffermi che “la valutazione ha per oggetto il processo formativo e i risultati di apprendimento”, con finalità primariamente formative ed educative. Tale approccio richiede di abbandonare la visione della valutazione come mero strumento classificatorio per abbracciarne una che la consideri parte integrante del processo di apprendimento, capace di documentare lo sviluppo dell’identità personale e promuovere l’autovalutazione.
Il principio della modificabilità cognitiva come fondamento democratico
Al centro della riflessione di Nigris emerge il concetto di modificabilità cognitiva, pietra angolare di una scuola autenticamente democratica. “Questo è lo snodo della scuola democratica”, ha dichiarato, “perché sennò i processi, le funzioni cognitive di alto livello ce li hanno solo i bambini con i genitori laureati”. La docente ha messo in discussione la tendenza a etichettare precocemente gli studenti: “Noi crediamo che il primo giorno di scuola siamo capaci di capire chi andrà bene alle medie o crediamo che le persone cambino?”. In questa prospettiva, l’insegnante diventa il mediatore della modificabilità, responsabile di intercettare i cambiamenti, le acquisizioni e gli apprendimenti, riconoscendo “i segnali di apprendimento, quelli che emergono e quelli che sono latenti”. Questo richiede una valutazione che non si limiti a fotografare momenti isolati, ma che ricostruisca “il film dei fotogrammi di questo processo di apprendimento”, attraverso osservazioni quotidiane e diversificate.
Criteri, strumenti e autonomia: verso una valutazione autentica
La nuova normativa mantiene l’approccio criteriale (non normativo) della precedente, eliminando però il criterio delle “risorse” – che resta comunque sotteso all’autonomia – e sostituendo i concetti di “compiti facili e difficili” con “situazioni complesse o non complesse”. Nigris ha sottolineato l’importanza di proporre una gamma di attività che spazino “dal massimo del riproduttivo-rutinario al massimo della complessità”, evidenziando però che le valutazioni più alte dovrebbero essere riservate a chi dimostra competenze in contesti complessi, poiché “le attività rutinarie non vanno a pescare nei livelli cognitivi alti”.
Per una valutazione autentica, è necessario utilizzare strumenti diversificati che vadano oltre le tradizionali prove di verifica, integrando osservazioni sistematiche, compiti di realtà, discussioni e produzioni degli alunni. L’allegato A dell’ordinanza offre uno strumento prezioso che, nel rispetto dell’autonomia scolastica, permette di fare riferimento esplicito agli obiettivi di apprendimento nella formulazione dei giudizi.
Il ruolo del collegio docenti e la comunità educante
Un aspetto cruciale emerso dall’intervento riguarda il ruolo del collegio docenti come luogo di confronto e decisione. “Finché all’interno del collegio docenti non si è discusso su come valutare, non si cambia niente“, ha ricordato Nigris, sottolineando l’importanza di un processo condiviso di riflessione e implementazione. La docente, inoltre, ha evidenziato come i processi di cambiamento richiedano la collaborazione di tutti gli attori coinvolti: “Si fanno mettendo insieme le forze, mettendo insieme le associazioni professionali, la scuola, l’università, il ministero, l’ufficio scolastico, i ragazzi, i bambini”.
La visione della comunità educante come rete di supporto e confronto rappresenta, pertanto, un elemento fondamentale per una transizione efficace verso il nuovo sistema valutativo, che non deve essere vissuto come un’imposizione burocratica ma come un’opportunità di crescita professionale e miglioramento della qualità dell’insegnamento.
Valutazione nella scuola primaria
Per la scuola primaria si adotterà un sistema basato su giudizi sintetici per ciascuna disciplina, compresa l’educazione civica. I giudizi, elencati in ordine decrescente, saranno i seguenti:
- ottimo;
- distinto;
- buono;
- discreto;
- sufficiente;
- non sufficiente.
Ecco i giudizi
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