Hikikomori: l’isolamento sociale giovanile e il ruolo della scuola

Roma, 26 febbraio – Il fenomeno degli Hikikomori, giovani che scelgono l’isolamento sociale, sta diventando una realtà sempre più diffusa e preoccupante in Italia. Si tratta di ragazzi che si chiudono nelle proprie stanze, evitando qualsiasi tipo di contatto con il mondo esterno, dalla scuola alla famiglia, fino alle amicizie. Le cause di questo fenomeno sono molteplici, tra cui la pressione sociale, il bullismo, la dipendenza da internet e le difficoltà scolastiche. Per questo motivo, diventa essenziale un intervento mirato da parte delle istituzioni, con la scuola in prima linea come principale punto di riferimento.

Secondo Antonio Caso, deputato del Movimento 5 Stelle e capogruppo in Commissione Cultura, il tema non può più essere ignorato. Dopo l’approvazione di diverse mozioni in Parlamento che avevano acceso un faro sulla questione, molte associazioni lamentano ora un calo di attenzione sul problema. Tuttavia, il bisogno di soluzioni concrete resta urgente.

Per approfondire il tema e stimolare un dibattito costruttivo, è stata organizzata la conferenza stampa “Hikikomori, i giovani che non escono di casa”, che si terrà domani alle 10:00 presso la Sala Stampa di Montecitorio. L’evento vedrà la partecipazione di esperti del settore, tra cui Elena Carolei e Marco Crepaldi dell’associazione Hikikomori Italia, oltre a personalità del mondo della comunicazione come l’inviata di Striscia la Notizia e conduttrice radiofonica Rajae Bezzan. Presenti anche la deputata Carmen Di Lauro e il consigliere regionale Gennaro Saiello, che porteranno il loro contributo al dibattito.

L’obiettivo dell’incontro non è solo quello di analizzare le misure adottate fino ad oggi, ma anche di sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno che coinvolge migliaia di famiglie italiane. La collaborazione tra scuole, associazioni e istituzioni potrebbe essere la chiave per affrontare efficacemente questa emergenza sociale, fornendo ai giovani strumenti di supporto adeguati e promuovendo una cultura dell’inclusione e del dialogo.

In un’epoca in cui il disagio giovanile è sempre più diffuso, iniziative come questa rappresentano un passo importante per costruire una rete di protezione per i ragazzi a rischio di isolamento.

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