“Acqua bell’acqua” di Piumini: e-book della classe 1a D

Vi ricordate il video di Stefano Cavanna con la Storia “Acqua bell’acqua” di Roberto Piumini?

Bene, la classe 1 D della scuola primaria Collodi di Torino ha lavorato molto sull’argomento e propone a tutti la visione del proprio  libro digitale con la lettura dei bimbi e degli insegnanti.

.La 1^D è un grande esempio di gruppo classe molto unito in cui maestri e allievi crescono insieme nel rispetto delle diversità, ognuno con il proprio ruolo, con un obiettivo comune: imparare a vivere felici.

È stato un bel lavoro interdisciplinare che, a conclusione dell’anno scolastico, rappresenta un saluto con l’augurio di saper guardare la realtà con l’aiuto della “buona immaginazione” che supera anche i problemi più difficili.

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Giovanni Modugno: a master of the senses

GIOVANNI MODUGNO: UN “MAESTRO DEL SENSO” PER LA SCUOLA ITALIANA DI OGGI

di CARLO DE NITTI

Alle “voci archetipe” della mia remotissima adolescenza

per sempre nei miei spazitempi mnesici, con infinita gratitudine.

Nascoste ai molti, si palesano,

a chi le cerca con animo puro,

perle, veri tesori delle profondità,

che rivelano le nostre vite,

la nostra intima essenza

di cercatori tra le pagine …

1. PROLOGO

Non mi è possibile iniziare questo intervento senza ringraziare con sentimenti di sincera gratitudine il prof. Vincenzo Robles, illustre cittadino bitontino e studioso di preclara fama, per avermi invitato a partecipare – bontà sua – a questo evento sul pensiero di Giovanni Modugno, pedagogista del ‘900 pugliese, italiano, europeo.

Non è quella che segue una forma di excusatio non petita: non sono un esperto di Giovanni Modugno nel senso accademico della parola, ma ho avuto, da molti anni, con la sua storia di vita, di pensiero, politica, culturale e religiosa una frequentazione che mi affascina. Sì, perché una personalità come quella di Giovanni Modugno non può non sé-durre, a prescindere dalle idee di chi a lui si accosti, purché lo faccia con onestà intellettuale e disinteresse, anche venale. Caratteristiche che egli stesso possedette in modo assoluto e che costituirono la cifra peculiare della sua personalità di uomo, di docente e quindi, di pedagogista.

Tutti gli altri intervenuti a questo evento – certamente molto più competenti di me – hanno lumeggiato o lumeggeranno da par loro al meglio il pensiero del pedagogista: a me, che raccolgo “materiali per chi voglia scrivere di storia” (alla maniera dei Commentari cesariani) piace interrogare la figura di Giovanni Modugno per cogliere – provando a suggere l’essenza del suo pensiero – quanto egli possa dire (rectius: insegnare) a noi persone di scuola del XXI secolo, che operano nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado (sebbene, ahimè, io mi trovi nel “pronaos” della quiescenza). Il ri-pensare Giovanni Modugno nella scuola di oggi non può, né deve, essere un mero esercizio di erudizione storiografica, ma un interesse squisitamente teoretico che interroghi il pedagogista, a partire dagli interrogativi del presente che scaturiscono, ovviamente, da bisogni didattici, educativi e pedagogici che urgono alle persone di scuola.

2. I “MAESTRI DEL SENSO”

E’ possibile connotare Giovanni Modugno come un “cercatore di Cristo”, un “apostolo dell’educazione”, un “pellegrino dell’Assoluto”: queste locuzioni possono legittimamente compendiarsi – per utilizzare il lessico della pedagogia di Papa Francesco – nell’espressione “maestro del senso”. Non trovo migliore sintetica definizione se non quella delle parole usate dal Pontefice recentemente a Lisbona, parlando ai giovani dal Pontefice per definirli: . 

E Giovanni Modugno lo è stato, di sicuro, ante litteram, … e lo è ancora oggi, a sessantacinque anni dalla sua scomparsa!

Leggere Giovanni Modugno oggi significa affrontare in modo efficace le urgenze educative del mondo contemporaneo: riformare la scuola, per Modugno, voleva dire formare le coscienze delle degli educandi. Al centro del processo educativo – come sostenevano in quegli anni i pedagogisti dell’attivismo pedagogico – non possono che esserci gli educandi con i loro vissuti, le loro storie interiori, i loro bisogni. Nel processo di educazione, non si può che “ascendere insieme”, per riprendere il titolo di un testo del 1943 dello stesso Modugno, per cambiare se stessi e contestualmente la società in cui si vive. L’unica vera riforma della scuola doveva essere, a parere di Giovanni Modugno, la “riforma interiore”, quella della formazione dei docenti.

La sua vita, la sua ricerca culturale, il suo insegnamentoincarnano l’anelito verso una società più giusta e più libera, nella quale ogni persona, consapevole della sua dignità, possa recuperare e vivere il significato dei valori fondamentali, in primis, la vita e la libertà, senza dei quali non è possibile praticare alcun altro valore. L’attualità del suo messaggio si focalizza prioritariamente intorno alla finalità dell’educazione, riprendendo le istanze più significative della tradizione pedagogica cristiana, arricchita dal dialogo fecondo con autori contemporanei. A partire dalla fine degli anni Venti, intensa fu la relazione di Giovanni Modugno con il gruppo di pedagogisti cattolici che si raccoglieva in quel di Brescia intorno alla casa editrice La Scuola, fondata nel 1904, ed alla rivista Scuola Italiana Moderna, nata nel 1893. Il medesimo milieu cattolico in cui, com’è noto, nacque (nel 1897) e si formò un giovane sacerdote (proclamato santo nel 2018), don Giovanni Battista Montini (il cui padre, l’avvocato Giorgio, era stato tra i fondatori della casa editrice), che alle posizioni di Giovanni Modugno fu certamente vicino, anche attraverso la filosofia della persona di Jacques Maritain (1882 – 1973).  

Nel gruppo di docenti e pedagogisti cattolici bresciani e nelle loro iniziative, di cui fu ispiratore e sodale anche attraverso il suo discepolo e figlioccio Matteo Perrini (1925 – 2007), Giovanni Modugno trovò quella consonanza intellettuale e religiosa che spesso gli mancò in Puglia, una sorta di accogliente “rifugio” ma anche la possibilità di incidere nella scuola militante: basti pensare alla comunanza di interessi e alla sua consonanza intellettuale con Laura Bianchini (1903 – 1983), docente di filosofia bresciana e madre Costituente.  

Anche dopo la seconda guerra mondiale, Giovanni Modugno continuò a collaborare con Scuola Italiana Moderna, la rivista scolastica più diffusa tra i docenti di scuola elementare, ed ispirò anche una filiazione diretta del gruppo bresciano: il “gruppo di maestri sperimentatori” di Pietralba (BZ),  dal nome dalla località dolomitica nella quale il gruppo si riunì per la prima volta nel 1948, cui partecipò anche un altro grande pedagogista pugliese, allora appena venticinquenne, suo allievo all’Istituto Magistrale di Bari: Gaetano Santomauro (1923 – 1976).  

Giovanni Modugno riconosce che la pedagogia è la “scienza della vita”: si preoccupa di affinare una riflessione rigorosa ma anche che manifesti un’efficacia pratica, fondata su principi e valori saldi, applicabili sia alla prassi quotidiana, scolastica e non. Per Modugno, la scienza della vita costituisce la risposta più significativa all’esigenza di riaffermare il primato della moralità, della razionalità e della spiritualità, come qualità peculiari di ogni persona che impara a riconoscerle come espressioni ineludibili della propria dignità e della propria coscienza morale.

Giovanni Modugno ricerca sempre il “perfezionamento interiore” anche nei momenti più drammatici della sua vita personale, come nel 1934, con la precoce morte dell’unica figlia Pina. Evento – collegato con altri lutti familiari (i genitori) – che interroga la coscienza del pedagogista. Quando la figlia si ammala, il progetto del Modugno è di lavorare per ‘cristianizzare la vita’, in lui e attorno a lui. E’ convinto che le disuguaglianze sociali e le miserie non si eliminano soltanto con le leggi e le riforme, ma con l’amore. La vera riforma interiore consiste nel disporsi a comprendere i bisogni di ciascuna persona in difficoltà e nel sentirsi responsabili se manca il necessario per vivere.

I motivi fondamentali che accompagnano la vita di Modugno sono quelli di ‘ascendere insieme’, ‘salire alla sublime vetta’,‘aiutare gli altri a salire’: l’insegnamento gli consente di adempiere a questa sua idea. Nella prospettiva del suo pensiero, la religione costituisce il principale centro d’interesse dell’intero curricolo scolastico, oltre che il contenuto più significativo della scienza della vita. Essa è la guida per cogliere nella vita concreta le relazioni tra le singole azioni ed i principi della ragione e della morale. Con la didattica della ‘provocazione riflessiva’, stimolata dal docente, la pratica del riflettere durante le lezioni li sollecitanella chiarificazione dei criteri direttivi e li pome nelle condizioni di osservare, giungendo a scoprire le istanze più profonde della vita.

3. GIOVANNI MODUGNO VIVANT

Riflettere oggi, nel terzo decennio del XXI secolo, sulla figura, sul pensiero e sulla storia di Giovanni Modugno, “cercatore di Cristo” ed “apostolo dell’educazione” è un atto “rivoluzionario” nella sua essenza, che modifica radicalmente i paradigmi del pensiero corrente, spesso incentrato sui tecnicismi della pedagogia– declinati in tutte le sue branche – e della scuola, piuttosto che sulla persona, quale punto di imputazione ultimo di ogni azione educativa.

Questo è il continuum che attraversa la vita di Giovanni Modugno, anche prima di insegnare, quando, da giovanissimo, iniziò ad impegnarsi nelle vicende della politica della sua città, in solido con lo storico molfettese Gaetano Salvemini (1873 – 1957), cui lo unì un lunghissimo sodalizio intellettuale e politico, nonostante le diverse posizioni, che ha attraversato la storia italiana dai primi anni del XX secolo agli anni ’50 del medesimo.Pressocché coetanei, furono entrambi “figli”, molto diversi tra loro, della medesima temperie culturale, quella positivistica, da cui furono entrambi però sempre alieni, giungendo a posizioni politiche diverse che avevano in comune l’impegno infaticabile e diuturno per il riscatto dei contadini meridionali rispetto ai soprusi dei latifondisti assenteisti, attraverso la conquista del primo e più fondamentale dei diritti, quello all’istruzione.   

Il fulcro dell’attività di Giovanni Modugno – che volle essere sempre “maestro di maestri” – fu sempre l’educazione dei giovani al pensiero critico, lontano da ogni possibile strumentalizzazione da qualunque “luogo” essa provenisse. Egli non fu mai uomo “di parte”, rifiutò sempre per se stesso incarichi, cariche ed onori di ogni tipo, proprio per conservare la sua libertà di pensiero: com’è noto, rifiutò la carica di Provveditore agli studi di Bari, sia nel 1923, quando gli fu proposta da Giuseppe Lombardo-Radice (1879 – 1938) perché temeva che avrebbe dovuto venire a compromessi con il fascismo, sia dopo la seconda guerra mondiale, quando fu invitato a ricoprire la medesima carica da Tommaso Fiore (1884 – 1973), a nome del Comitato di Liberazione Nazionale. Parimenti, non a caso, nel 1929, fu assordante il suo silenzio – in un’Italia osannante – di fronte alla firma dei Patti Lateranensi, che, com’è noto, ponevano fine alla sessantennale “questione romana”.

Questa missione – cui adempì senza deroga alcuna – non gli impedì di mantenere relazioni intellettuali con i più sensibili ed insigni pedagogisti del suo tempo, a cominciare dalla “scoperta” di Friedrich Wilhelm Foerster (1869 – 1966) e Josiah Royce (1855 – 1916). Con ed attraverso di loro, Giovanni Modugno difese la persona umana, la sua dignità e la sua libertà interiore, trovando nel cristianesimo, inteso come “fede nella Resurrezione”, il miglior fondamento per conseguire questo obiettivo. In quest’opera educativa, massima era la sintonia del pedagogista con l’allora Arcivescovo di Bari, Mons. Marcello Mimmi (1882 – 1961), di cui condivideva in toto il metodo pastorale.

La cifra di tutta l’esistenza del pedagogista che si può compendiare nel titolo del volume – pubblicato dieci anni dopo la sua scomparsa, a cura dell’amatissima moglie, Maria Spinelli Modugno – Giovanni Modugno. Io cerco l’Eterno: mediante un’ascesa interiore, mai disgiunta dall’adempimento del dovere della missione educativa, indirizzata alla conquista, da rinnovare continuamente, della libertà, della coscienza critica e della dignità della persona umana. Un’eredità pedagogica e morale da raccogliere e praticare con rinnovata lena anche, se non soprattutto, nelle scuole di ogni ordine e grado. 

Quella ‘coscienza critica’ di cui oggi – dopo oltre sessanta anni dalla sua morte – si avverte uno smisurato bisogno: VINCENZO ROBLES, da storico, con i suoi volumi, ne rende seriamente consapevoli noi tutt*, uomini del XXI secolo, persone di scuola e non.

4. EPILOGO “APERTO”

Più che un epilogo – per quanto aperto – mi piace avanzare una proposta concreta per continuare a riscoprire e valorizzare il pensiero di Giovanni Modugno nel XXI secolo. Mi piace avanzarla qui in un luogo simbolo della sua città natale, alla presenza delle autorità civili e religiose e di tanti illustri esperti.

Come si è diffuso nella scuola barese, pugliese ed italiana, forse melgré lui, il pensiero di Giovanni Modugno? A questa domanda,penso, si possa dare una risposta certa: attraverso i suoi studenti cui è toccato in sorte di averlo avuto come docente, prima a Corato, per sette anni, poi. dal 1920 al collocamento in quiescenza. presso l’Istituto Magistrale “Giordano Bianchi-Dottula” di Bari.

Essi hanno “abitato” ed “innervato” la scuola – segnatamente e prioritariamente quella elementare – barese, pugliese e non solo portando nella loro attività didattica e professionale gli insegnamenti ricevuti. Sarebbe molto interessante – non certo per mera erudizione storiografica – ricercare i loro nomi, la loro provenienza geografica attraverso i registri del prof. Giovanni Modugno, raccolti nell’archivio storico dell’istituto scolastico frequentato.

Consultando quell’archivio, tanto si potrebbe scoprire su Giovanni Modugno e sulla storia della scuola pugliese: potrebbe essere un ottimo argomento per un’efficace e non convenzionale attività di Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (vulgo PCTO, come negli acronimi di cui è saturo lo ‘scolastichese’, nota neolingua iniziatica), ovvero, anche per tesi di laurea (triennali, magistrali e di PhD) sicuramente molto interessanti e nietzscheanamente “inattuali”.

Del resto, l’influenza del pensiero di Giovanni Modugno,attraverso i suoi studenti del “Bianchi–Dottula”, ha anche travalicato anche i confini della scuola e della pedagogia: basti ricordare anche soltanto il nome di uno di loro, divenuto un Maestro del Diritto dell’Università degli studi di Bari (e tantissimo altro…), il prof. Renato Dell’Andro (1922 – 1990).

Ma questa sarebbe un’altra storia, che mi ricondurrebbe alla mia ormai remotissima adolescenza… 

5. BIBLIOGRAFIA

• AA.VV., Maestri del senso: competenze e passione per una scuola migliore, a cura di DE NITTI, CARLO e LAVERMICOCCA, CARLO, Bari 2023, Ecumenica editrice, di prossima pubblicazione;

• CAPORALE, VITTORIANO, Educazione e politica in Giovanni Modugno, Bari 1988, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, Giovanni Modugno. Un pedagogista del Sud, Bari 1995, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, Giovanni Modugno. Pedagogia Scienza della Vita, Bari, 1997, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, La proposta pedagogica di Giovanni Modugno, Bari, 2004, Cacucci;                                                                                                              

• CAPORALE, VITTORIANO, Pedagogia e vita di Giovanni Modugno, Bari 2006, Cacucci;

• CAPURSO, GIOVANNI, Due Maestri per il Sud: Gaetano Salvemini e Giovanni Modugno, Corato, 2022, SECOP;

• MICUNCO, GIUSEPPE, La buona battaglia. Santità e laicità in Giovanni Modugno, Bari, 2013, Stilo editrice;

• ROBLES, VINCENZO, Giovanni Modugno. Il volto umano del Vangelo, Bari, 2020, Edizioni Dal Sud;

• ROBLES, VINCENZO, Giovanni Modugno e il suo “rifugio”bresciano, Bari, 2022, Edizioni Dal Sud;

• ROBLES, VINCENZO – AUFIERO, ARMANDO, Giovanni Modugno: il volto umano del Vangelo in AA.VV., Op. cit.;

• SANTOMAURO, GAETANO, Giovanni Modugno attraverso gli inediti, «La Rassegna pugliese», 1969, 4-5, pp. 3 – 22;

• SARACINO, DOMENICO, Giovanni Modugno. Politica, cultura e spiritualità in un cercatore di Cristo, Bari 2006, Stilo editrice; 

• SPINELLI MODUGNO, MARIA, Giovanni Modugno. Io cerco l’Eterno, Bari 1967, Editoriale Universitaria.

Et si parva licet …

• DE NITTI, CARLO, La missione educativa di Giovanni Modugno e la sua attualità nel XXI secolo. Nota a margine di una recente biografia del pedagogista bitontino, ”Educazione & Scuola”, XXVI, marzo 2021, 1123;

• DE NITTI, CARLO, In difesa del Sud: storia dell’amicizia di due Maestri tra Molfetta e Bitonto, ”Educazione & Scuola”, XXVII, settembre 2022, 1141; 

• DE NITTI, CARLO, Giovanni Modugno: un “cercatore di Cristo”, apostolo dell’educazione, in VINCENZO ROBLES, Giovanni Modugno e il suo “rifugio” bresciano, Bari 2023, Edizioni Dal Sud, pp. 9 – 12.

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Do you CodeWeek?” a scuola con l’équipe
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Fri, 30 Oct 2020 18:43:11 +0000

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La CodeWeek, settimana europea dedicata alla programmazione, quest’anno si è svolta dal 10 al 25 di ottobre, ed è stata densa di eventi straordinari che hanno offerto a tutti l’opportunità di sperimentare la programmazione in modo divertente, intuitivo e immediato.

L’iniziativa CodeWeekEU è stata lanciata nel 2013 e già con l’edizione del 2014 ha segnato un punto di svolta, coinvolgendo circa 150,000 persone distribuite in 39 paesi.

L’Italia si è sempre distinta per il numero di eventi e di partecipanti, che nelle edizioni più recenti hanno superato il milione, grazie alla straordinaria collaborazione tra organizzazioni di volontari, scuole, università e istituzioni.

Nell’ottica dell’apprendimento permanente, il pensiero computazionale offre a tutti, soprattutto alle giovani generazioni, l’opportunità di sviluppare le competenze di problem solving per affrontare situazioni nuove e inedite. É oggi una competenza irrinunciabile che permette di acquisire un metodo di ragionamento e di risoluzione dei problemi, da applicare efficacemente anche al di fuori dell’informatica in senso stretto.

Il coding rappresenta quindi la quarta abilità di base, al pari del leggere, scrivere e far di conto, e deve essere appresa ed esercitata fin dai primi anni di scuola dell’infanzia e della primaria, così come previsto dai Traguardi delle indicazioni nazionali del 2012 e dal DM 741 e 742 del 2017.

Avendo il ruolo di fornire supporto e accompagnamento alle scuole per la diffusione e la promozione del Piano Nazionale Scuola Digitale, l’Équipe Formativa Territoriale non poteva sottrarsi dall’impegno di sostenere questa iniziativa in maniera incisiva.

In occasione della CodeWeek 2020, su tutto il territorio nazionale, le Équipe regionali hanno organizzato attività di alfabetizzazione e di divulgazione in video conferenza per coinvolgere attivamente docenti e alunni di ogni ordine di scuola.

In qualità di esperti nella didattica innovativa, le Équipe hanno idealmente affiancato i docenti nella didattica in classe, con l’obiettivo di fornire agli alunni strumenti semplici, divertenti e facilmente accessibili per permettere loro di familiarizzare con i concetti base dell’informatica.

Adottando nuove modalità didattiche, in questa fase delicata di attività formative a distanza, l’intento dell’iniziativa è stato quello di incoraggiare gli studenti all’utilizzo efficace di strumenti di comunicazione sincrona per aprirsi a nuovi spazi e occasioni di apprendimento al di fuori delle pareti della classe.

Nell’arco della settimana i docenti dell’Equipe siciliana hanno offerto alle classi partecipanti, un ventaglio di proposte per un primo approccio alla programmazione con dei laboratori interattivi online, fruibili in remoto attraverso la lavagna multimediale e gli strumenti BYOD che, nello stesso tempo, hanno rappresentato un modo per ripensare le attività didattiche in modalità mista.

Gli eventi della durata di un’ora, si sono susseguiti ogni giorno, dal 19 al 23 ottobre, con due incontri giornalieri, in collegamento diretto con le classi.

L’iniziativa, dal titolo “Do you CodeWeek?”, ha coinvolto più di 500 classi delle scuole siciliane, travolte da una ventata di innovazione e tecnologia, che le ha viste protagoniste in diversi scenari narrativi.

Il kick-off della settimana è stato un incontro pomeridiano rivolto ai docenti sulla dimensione europea del pensiero computazionale e sulle opportunità di sviluppo professionale e di collaborazione nei partenariati digitali europei.

I successivi eventi sono stati svolti in orario scolastico con attività di coding e storytelling per i bambini della scuola dell’infanzia e attività unplugged attraverso la PixelArt e di animazione con Scratch per le classi della scuola primaria.

Ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado, invece, sono stati dedicati i laboratori di simulazione con i kit Arduino e Spike di LEGO Education.

Ricordando il famoso gioco americano “Monty Hall” gli studenti del secondo ciclo si sono cimentati in giochi matematici di simulazione su un foglio elettronico con funzioni di base come random, cicli condizionati e cicli interattivi o, hanno utilizzato Arduino, nella realizzazione di un prototipo di gestione automatizzata delle operazioni di ingresso in un negozio, permettendo il rispetto delle norme di emergenza COVID-19.

E ancora, attraverso le metodologie del learning by doing, della didattica laboratoriale e dello storytelling, gli studenti hanno sviluppato le conoscenze delle dimensioni, della prospettiva e del movimento degli oggetti, in funzione del tempo, nello scenario narrativo di un’affascinante storia di fantascienza.

I workshop sono stati ritenuti efficaci dal punto di vista didattico dai docenti coinvolti e hanno ottenuto l’apprezzamento degli alunni che si auspicano di poter partecipare a eventi simili anche in futuro.

Il pensiero computazionale merita di essere coltivato e applicato in modo interdisciplinare perché definisce i prerequisiti metacognitivi che predispongono lo studente allo sviluppo del pensiero critico e riflessivo come base per il ragionamento applicabile in altri contesti in cui è necessario adottare processi creativi e risolutivi originali.

“Le grandi innovazioni avvengono nel momento in cui la gente non ha paura di fare qualcosa di diverso dal solito” George Cantor

Il sito della CodeWeek

Le proposte delle Équipe Formative Territoriali

Per tenersi aggiornati con le proposte delle attività dell’Équipe Formativa Territoriale Sicilia è possibile consultare sito https://www.eftsicilia.it/

L’Équipe Formativa Territoriale Sicilia
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Pensieri visibili: sulla scuola nel futuro prossimo venturo
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Tue, 05 May 2020 14:10:30 +0000

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Apprendimento Digitale Emotivo
https://www.eftsicilia.it/2020/03/09/apprendimento-digitale-emotivo/
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Mon, 09 Mar 2020 23:42:50 +0000

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Noi delle Équipe Formative Territoriali (EFT), che dal mese
di ottobre operiamo in tutte le regioni italiane perchè il Piano Nazionale
Scuola Digitale possa attuarsi in maniera capillare, noi che crediamo
fermamente che l’innovazione metodologica e digitale possa davvero cambiare la
scuola italiana, noi che come docenti innovativi abbiamo vissuto le difficoltà
logistiche dei nostri ambienti di lavoro e abbiamo avvertito sul petto e sulla
faccia la restistenza che si prova nell’andare controvento, noi 120, non
avremmo voluto che la “Rivoluzione Digitale”, di cui da ottobre siamo paladini,
si attuasse nei termini in cui oggi la stiamo vivendo.

   L’emergenza
sanitaria, il timore più o meno latente che il contagio sia dietro l’angolo, la
forzata immobilità a cui il dinamismo delle nostre vite quotidiane ci aveva
disabituati, hanno sconvolto tutti e ci hanno dato inattesa consapevolezza di
quanto davvero piccolo sia il nostro pianeta, il nostro Mondo che il web
abbraccia tutto in un clik e che ora anche un minuscolo virus è in grado di
stringere in una morsa letale.

   E allora ecco che è
di intelligenza e competenze,  di studio
e di ricerca che ci armiamo per contrastarlo, è grazie alle comunicazioni in
tempo reale che ci informiamo e ci sentimo uniti nella più profonda e
intramontabile  humanitas e, nel campo
dell’insegnamento, è nelle metodologie e nelle tecnologie digitali che
individuiamo gli unici strumenti per continuare a svolgere la funzione di
educatori e mediatori del sapere che, più che mai in situazioni tanto
complesse, siamo chiamati ad espletare. 

  Noi 120 non avremmo voluto che la rivoluzione digitale che sosteniamo nella scuola avvenisse con il senso d’urgenza con cui si sta attuando ma, come sempre accade quando un evento inaspettato ci piomba addosso e di quel momento ricordiamo ogni dettaglio, forse tutte le conoscenze digitali che insieme a un grande numero di colleghi  stiamo mettendo in campo e stiamo potenziando andranno nella nostra memoria a lungo termine e concorreranno a consolidare le competenze di un corpo docente innovativo per passione, non più per necessità.

È un “apprendimento digitale emotivo”, più motivante di cento seminari, più coinvolgente di mille workshop che, ne sono convinta, arricchirà il bagaglio di competenze di noi insegnanti e dei nostri studenti,  colmando ampiamente le lacune di qualche nozione dispersa nei corridoi vuoti e nelle aule silenziose delle nostre scuole deserte.
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Arrivano le équipe formative territoriali: vogliamo parlarne?
https://www.eftsicilia.it/2019/10/11/arrivano-le-equipe-formative-territoriali-vogliamo-parlarne/
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Fri, 11 Oct 2019 09:06:26 +0000

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