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La Didattica nella Scuola Primaria: Guida completa all’apprendimento

La didattica nella scuola primaria rappresenta un momento fondamentale nella formazione dei bambini, poiché è in questa fase che si formano le basi per il futuro apprendimento. L’obiettivo principale della didattica nella scuola primaria è quello di fornire ai bambini gli strumenti e le competenze necessarie per affrontare con successo gli anni successivi della loro formazione scolastica. Tuttavia, negli ultimi anni, la didattica nella scuola primaria è stata profondamente influenzata dall’emergenza sanitaria che ha costretto molti istituti scolastici a ricorrere alla didattica a distanza.
In questo articolo, esploreremo in dettaglio la didattica nella scuola primaria, dalla programmazione didattica alla valutazione a distanza, passando per la guida all’arte e all’immagine, le unità didattiche, la didattica laboratoriale e la metodologia didattica. Analizzeremo anche la didattica per competenze, la musica didattica a distanza e la progettazione didattica, nonché le attività didattiche a distanza e la didattica della matematica e della matematica. Infine, esploreremo la didattica innovativa nella scuola primaria e come essa possa contribuire a un apprendimento più efficace e coinvolgente.
Programmazione Didattica nella Scuola Primaria
La programmazione didattica nella scuola primaria rappresenta uno degli elementi fondamentali per garantire un’educazione di qualità. La programmazione didattica è un documento che definisce gli obiettivi e i contenuti da trattare durante l’anno scolastico, nonché le metodologie e le attività da svolgere per raggiungere tali obiettivi. La programmazione didattica deve essere costantemente adeguata alle esigenze dei bambini e deve tener conto dei loro ritmi di apprendimento e delle loro inclinazioni personali.
Didattica a Distanza nella Scuola Primaria
La didattica a distanza nella scuola primaria rappresenta una sfida importante per gli insegnanti, poiché richiede un adeguamento delle metodologie didattiche a un contesto diverso da quello tradizionale. Tuttavia, la didattica a distanza rappresenta anche un’opportunità per sperimentare nuove forme di insegnamento e per adottare un approccio più personalizzato all’apprendimento. La didattica a distanza nella scuola primaria deve tener conto delle esigenze dei bambini e deve essere progettata in modo da garantire un apprendimento coinvolgente e efficace, anche a distanza.
Per garantire una didattica a distanza di qualità nella scuola primaria, è importante che gli insegnanti utilizzino strumenti e tecnologie adeguati e che abbiano una buona conoscenza delle metodologie didattiche online. Inoltre, è importante che la didattica a distanza sia supportata da una valutazione adeguata, che permetta di verificare l’effettivo livello di apprendimento dei bambini e di individuare eventuali difficoltà.
Valutazione Didattica a Distanza nella Scuola Primaria
La valutazione didattica a distanza nella scuola primaria rappresenta un elemento fondamentale per garantire un apprendimento efficace e coinvolgente. La valutazione didattica a distanza deve essere progettata in modo da tener conto delle esigenze dei bambini e deve essere in grado di verificare l’effettivo livello di apprendimento dei bambini. La valutazione didattica a distanza può essere effettuata attraverso questionari, prove scritte, prove orali e attività pratiche, a seconda dei contenuti da valutare e delle esigenze dei bambini.
Guida Didattica Arte e Immagine nella Scuola Primaria
L’arte e l’immagine rappresentano un elemento fondamentale della formazione dei bambini, poiché aiutano a sviluppare la creatività e la fantasia. La guida didattica arte e immagine nella scuola primaria deve fornire agli insegnanti gli strumenti e le competenze necessari per insegnare arte e immagine ai bambini in modo coinvolgente e efficace. La guida didattica arte e immagine nella scuola primaria deve tener conto delle esigenze dei bambini e deve essere progettata in modo da garantire un apprendimento sia teorico che pratico.
Unità Didattiche nella Scuola Primaria
Le unità didattiche nella scuola primaria rappresentano un modo efficace per insegnare ai bambini in modo coinvolgente e divertente. Le unità didattiche sono progettate per trattare un argomento specifico e sono costituite da una serie di attività e lezioni che hanno lo scopo di sviluppare le competenze dei bambini in modo integrato. Le unità didattiche nella scuola primaria devono essere progettate in modo da tener conto delle esigenze e dei ritmi di apprendimento dei bambini, e devono essere coordinate con la programmazione didattica generale della scuola.
Didattica Laboratoriale nella Scuola Primaria
La didattica laboratoriale nella scuola primaria rappresenta un modo efficace per insegnare ai bambini in modo coinvolgente e divertente. La didattica laboratoriale prevede l’utilizzo di attività pratiche e sperimentazioni per sviluppare le competenze dei bambini e per insegnare loro in modo interattivo e coinvolgente. La didattica laboratoriale nella scuola primaria deve essere progettata in modo da tener conto delle esigenze e dei ritmi di apprendimento dei bambini, e deve essere coordinata con la programmazione didattica generale della scuola.
Metodologia Didattica nella Scuola Primaria
La metodologia didattica nella scuola primaria rappresenta un elemento fondamentale per garantire un apprendimento efficace e coinvolgente. La metodologia didattica deve essere progettata in modo da tener conto delle esigenze e dei ritmi di apprendimento dei bambini, e deve essere in grado di sviluppare le competenze dei bambini in modo integrato. La metodologia didattica nella scuola primaria può prevedere l’utilizzo di attività pratiche, esperimenti, giochi didattici e altre forme di insegnamento interattivo.
Didattica per Competenze nella Scuola Primaria
La didattica per competenze nella scuola primaria rappresenta un modo efficace per insegnare ai bambini in modo coinvolgente e divertente. La didattica per competenze prevede l’insegnamento di competenze specifiche attraverso attività pratiche e sperimentazioni, e ha lo scopo di sviluppare le competenze dei bambini in modo integrato. La didattica per competenze nella scuola primaria deve essere progettata in modo da tener conto delle esigenze e dei ritmi di apprendimento dei bambini, e deve essere coordinata con la programmazione didattica generale della scuola.

La progettazione didattica nella scuola primaria rappresenta un elemento fondamentale per garantire un apprendimento efficace e coinvolgente. La progettazione didattica deve essere progettata in modo da tener conto delle esigenze e dei ritmi di apprendimento dei bambini, e deve essere in grado di sviluppare le loro competenze in modo integrato. La progettazione didattica nella scuola primaria può prevedere l’utilizzo di attività pratiche, esperimenti, giochi didattici e altre forme di insegnamento interattivo.

La didattica innovativa nella scuola primaria rappresenta un modo efficace per insegnare ai bambini in modo coinvolgente e divertente, utilizzando metodologie e tecnologie innovative. La didattica innovativa nella scuola primaria deve essere progettata in modo da tener conto delle esigenze e dei ritmi di apprendimento dei bambini, e deve essere in grado di sviluppare le loro competenze in modo integrato e al passo con i tempi. La didattica innovativa nella scuola primaria può prevedere l’utilizzo di tecnologie come la realtà aumentata, la realtà virtuale, i giochi educativi e altre forme di insegnamento interattivo.
In conclusione, la didattica nella scuola primaria deve essere progettata in modo da garantire un apprendimento efficace e coinvolgente, tener conto delle esigenze e dei ritmi di apprendimento dei bambini e sviluppare le loro competenze in modo integrato. La didattica a distanza, la valutazione didattica, la guida didattica arte e immagine, le unità didattiche, la didattica laboratoriale, la metodologia didattica, la didattica per competenze, la musica didattica, la progettazione didattica e la didattica innovativa sono tutti elementi fondamentali per garantire una didattica di qualità nella scuola primaria.
Suggerimenti utili:

La creazione di gruppi di lavoro composti da insegnanti, genitori e rappresentanti delle scuole per discutere e migliorare la didattica nella scuola primaria.
La formazione continua degli insegnanti su nuove metodologie didattiche e tecnologie innovative.
L’utilizzo di metodologie didattiche personalizzate che tengono conto delle esigenze e dei ritmi di apprendimento individuali dei bambini.
La creazione di programmi di mentoring per gli insegnanti, in modo da poter discutere e migliorare costantemente la propria didattica.
La collaborazione tra scuole per la condivisione di buone pratiche e per lo sviluppo di progetti didattici innovativi.
La creazione di spazi didattici virtuali per i bambini, dove possono accedere a materiali didattici, attività interattive e giochi educativi.
La promozione di attività extra-scolastiche, come laboratori artistici e scientifici, che possono aiutare a sviluppare le competenze dei bambini in modo divertente e coinvolgente.
La creazione di programmi di formazione per i genitori, per aiutarli a supportare i loro figli nell’apprendimento a casa.

In definitiva, è importante che la didattica nella scuola primaria sia progettata e attuata in modo da garantire un apprendimento di qualità e un’esperienza educativa positiva per i bambini. La collaborazione tra insegnanti, genitori e rappresentanti delle scuole, la formazione continua degli insegnanti, la personalizzazione delle metodologie didattiche e l’utilizzo di tecnologie innovative sono tutti elementi fondamentali per garantire una didattica di qualità nella scuola primaria.

Maestra di Sostegno – Scuola Primaria

L’educazione secondo alcuni esperti di oggi

L’educazione secondo alcuni esperti di oggi

di Margherita Marzario

Lo psicoanalista Carl Gustav Jung scriveva: “Se c’è qualcosa che desideriamo cambiare nel bambino, dovremmo prima vedere se non è qualcosa che faremmo meglio a cambiare in noi stessi” (da “L’integrazione della personalità”). I bambini non sono da cambiare ma da allevare (“levare a, verso”) – uno dei verbi usati nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, a cominciare dal Preambolo -, che è più difficile di cambiare. I bambini sono innanzitutto da educare e l’educazione è una relazione in cui ci si avvolge e coinvolge, così avviene il reciproco cambiamento tra educatore e educando, cambiamento che è la vita stessa e quello che essa pone e richiede.

Nel 1959, in “Per una filosofia dell’educazione”, il filosofo francese Jacques Maritain metteva in guardia da sette errori dell’educazione contemporanea, tra cui il sociologismo, ovvero identificare l’educazione con le attese della società e propugnava, tra l’altro, l’arte che rimane comunque una forma di conoscenza pratica e ha una funzione educativa: quella di appassionare ai valori mediante la bellezza che essi esercitano sullo spirito. Quel binomio arte e cultura di cui i bambini hanno bisogno e diritto per crescere come persone e come cittadini della loro vita, come espresso nella Carta dei diritti dei bambini all’arte e alla cultura (pubblicata a Bologna nel 2011).

Il pedagogista Marco Dallari precisa: “Portare il bello e il vero in educazione non significa insegnare ciò che è bello e ciò che è vero, ma fornire strumenti per la co-costruzione di esempi e repertori di verità e bellezza, scoprendo come spesso le due idee convivano o addirittura coincidano. Significa allenare e valorizzare la curiosità per la conoscenza e la sensibilità emozionale”. Nell’art. 3 della Carta dei diritti dei bambini all’arte e alla cultura si legge: “I bambini hanno diritto […] a essere parte di processi artistici che nutrano la loro intelligenza emotiva e li aiutino a sviluppare in modo armonico sensibilità e competenze”. I bambini sono già portatori del bello e del vero della vita: bisogna dare loro strumenti, mezzi, opportunità affinché li custodiscano, li esprimano, li condividano.

Secondo il saggista Goffredo Fofi: “Non si può essere educatore, e per estensione adulto, se non si è anche ottimisti. Con la volontà. È una sfida antica, questa […] e che in ogni generazione si ripete, ma oggi, credo, con più urgenza che mai”. L’educazione stessa è ottimismo (che non significa faciloneria) e non può essere diversamente, come si ricava anche dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, in particolare laddove si parla di “spirito” nel Preambolo e nell’art. 29 lettera d.

Allo “spirito” si riferisce pure Carlo Mario Fedeli, storico della pedagogia e dell’educazione: “Dall’intelligenza e dallo spirito con cui i problemi dell’educazione si affrontano dipende il futuro degli uomini e delle donne”. Perché educare è dare futuro, progettare il futuro, preparare al futuro, mentre arrendersi, mollare dinanzi ai problemi dell’educazione è privare bambini e ragazzi di possibilità e scelte e abbandonarli nel limbo del limitato presente e di un’apparente libertà.

“Il sogno [sull’educazione] crede, oggi più che mai, che un’educazione di qualità per tutti possa fare la differenza nella vita delle persone e trasformare il mondo, preparando un futuro di speranza e un’umanità nuova, capace di abitare con più sobrietà e solidarietà la nostra casa comune. Un’educazione così non potrà che generare una scuola-laboratorio che con la sua didattica interattiva prova a tradurre in pratica questi grandi orizzonti, mettendo davvero al centro la persona e la sua avventura nel mondo” (Vitangelo Carlo Maria Denora, gesuita esperto di educazione e formazione). La qualità dell’educazione (variamente denominata) è menzionata in tutte le fonti normative internazionali, tra cui il Pilastro europeo dei diritti sociali del 17 novembre 2017 il cui Principio I recita: “Ogni persona ha diritto a un’istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro”.

“La consapevolezza negli adulti della dignità del minore e il riconoscimento dei suoi bisogni e diritti costituisce una possibilità di crescita anche per gli adulti stessi, che possono così trovare nel minore un interlocutore, un portatore di entusiasmo, meraviglia e coraggio. Il saper rendere il bambino e l’adolescente responsabili della propria crescita umana sarà quindi il miglior successo di ogni attività educativa” (esperti vari in “Diritti per l’educazione. Contesti e orientamenti pedagogici”, 2020). L’educazione comporta fatica ma, al tempo stesso, è una relazione tra educatore e educando, per cui condividendo la fatica si ottengono risultati migliori. L’educazione è come una cordata in cui l’educatore è il capocordata che infonde fiducia a chi lo segue e insieme potranno gioire sulla vetta della montagna per la vista di cui solo lassù si può godere.  “[…] occorre preparare appieno il fanciullo ad avere una vita individuale nella società e allevarlo nello spirito degli ideali” (dal Preambolo della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia), ovvero farlo ascendere, a maggior ragione se con disabilità o altro problema (cui si è soliti mettere le etichette).

Nell’educazione secondo l’educatore catalano Jordi Mateu, promotore della cosiddetta “educazione viva”: “Ci sono tre bisogni fondamentali: sentirsi protetti, sentirsi connessi e riconosciuti, e sentire di avere abbastanza autonomia per mostrare i propri desideri interiori, la propria curiosità. Se non mi sento al sicuro con te, se non mi guardi con affetto o non mi consideri valido, perdo la voglia di imparare”. L’educatore (genitore o insegnante) deve essere meno autoreferenziale ed essere come un direttore d’orchestra: conoscere ogni singolo musicista, valorizzare ogni strumento (dal primo violino al triangolo), avere occhi per tutti e ciascuno, osservare ogni singolo movimento e ascoltare ogni vibrazione d’animo. La sintonia con gli educandi rende la relazione educativa una sinfonia. 

Don Antonio Mazzi afferma: “L’educazione va succhiata col latte”. Come è fondamentale il latte materno che, tra l’altro, rafforza il sistema immunitario del bambino così è essenziale l’educazione genitoriale per rinforzare il sistema immunitario per la vita (basti vedere quanto accade nei casi di ineducazione). L’educazione in famiglia è e rimane il pilastro, le altre figure educative sono mattoni che si aggiungono.

Lo psicoanalista Massimo Recalcati spiega: “L’educazione non è un braccio di ferro […]. Un insulto del padre o della madre è come un laser, lascia segni, cicatrici, invece gli insulti dei figli non lasciano nessun segno” (nella lectio magistralis del 15/02/2020 a Matera). L’educazione è la dimensione relazionale della famiglia ed è basata sul rispetto dei genitori e dei figli e tra genitori e figli e, purtroppo, la perdita o l’incertezza di questa dimensione ha determinato uno smarrimento educativo generalizzato.

“[…] curare le relazioni. Se si sono rovinate, per trascuratezza, noia, fretta, è il momento di riparare, come facciamo con tutte le cose a cui teniamo di più. Le persone si riparano, non si buttano via” (lo scrittore Alessandro D’Avenia). “I prerequisiti per la salute sono la pace, una casa, l’istruzione, la sicurezza sociale, le relazioni sociali, il cibo, un reddito, l’attribuzione di maggiori poteri alle donne, un ecosistema stabile, un uso sostenibile delle risorse, la giustizia sociale, il rispetto dei diritti umani e l’equità” (dalla Dichiarazione di Jakarta sulla promozione della salute nel 21° secolo, 1997). Ogni persona nasce da una relazione, cresce in relazione, è fatta di relazioni. L’educazione è una delle relazioni prioritarie per cui è superfluo parlare di educazione relazionale o altrimenti aggettivata.

Ciò che è col cuore arriva prima al cuore e rimane per sempre nel cuore. I bambini hanno bisogno di autenticità. “Per noi che ci occupiamo di educazione credo sia importante alimentare la dimensione dell’essere, più che del fare e del possedere, dell’avere. E nel momento in cui noi alimentiamo la dimensione dell’essere, del cuore, della presenza, allora possiamo nutrire le nostre relazioni in maniera autentica perché ciascuno porta quello che è, quello che può, nel modo in cui può e fino a dove può e noi siamo disponibili ad accogliere questo. E allora questo genera sicurezza, perché genera questa possibilità di esserci con l’altro per quello che possiamo con molta apertura, nutrendoci l’uno dell’altro in quello che ciascuno può donare all’interno della relazione. In maniera veramente autentica, con tutta la vulnerabilità, la fragilità e la nostra dimensione dell’errore, dell’inciampo, del limite, del difetto e quant’altro. Proprio perché a quel punto io ti aspetto, aspetto te per quello che sei, indipendentemente dal risultato e dal prodotto di cui sei portatore, perché non è questo che interessa. È un po’ come traslare tutto il nostro tema del prodotto versus processo”(da “Le aspettative nella relazione educativa” delle formatrici Silvia Iaccarino e Simona Vigoni).

Il pedagogista Daniele Novara richiama: “I casi di bambini a cui vengono diagnosticati disturbi neuropsichiatrici sono in aumento esponenziale. E se invece di aumentare le certificazioni, sostenessimo maggiormente genitori e insegnanti nelle loro funzioni educative?”. L’educazione è dare sostegno ma ha anche bisogno di sostegno, è una forma di solidarietà generazionale e intergenerazionale (art. 2 Cost.).

Per esempio nelle politiche antidroga non si parla di perquisizioni o controlli, ma piuttosto di dialogo, informazione e approccio educativo. Infatti, l’educazione ha una forte funzione di prevenzione e recupero e consente la cura e la protezione necessarie a bambini e ragazzi (art. 3 par. 3 Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia) se caratterizzata e cadenzata da esempio, emozioni, entusiasmo, empatia, esercizio, energia. L’educazione è condivisione e preparazione.

Educare comporta trasmettere regole e limiti per il rispetto di sé e degli altri, ma non deve significare né castrare né incastrare, bensì cesellare e incastonare il gioiello della vita (anche se, poi, le cose possono andare diversamente). Molti genitori si fanno assorbire dai figli quando sono piccoli e si fanno asservire da loro quando sono cresciuti. L’educazione non è edulcorazione, emulazione, ma edificazione della vita, edizione di quella singola vita.

Genitori (e altri educatori) dovrebbero essere, nella vita dei bambini, “trasparenti” e “leggeri” come libellule: passare nella vita dei bambini ma senza fare danni. Bambini: bisogna continuare a sperare per loro, con loro, come loro. Possa crescere la loro speranza e possano crescere sempre più nella speranza! 

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