Riassunto vita Gabriele d’Annunzio
Gabriele d’Annunzio è tutt’oggi considerato uno degli innovatori politici e poetici più influenti, “forse” mai replicati, del Novecento. Moltissimi sono gli avvenimenti nella sua vita: l’Impresa di Fiume, il Volo su Vienna, il rapporto con Benito Mussolini, senza scordarsi dei numerosi debiti a cui non seppe mai far fronte.
Fu un poeta a sè, la cui poetica o modo di scrivere non fu tramandato o replicato da altri poeti successivi; anzi d’Annunzio fu spesso criticato per la ricerca del lusso sfrenato oppure per il modo di scrivere: come Eugenio Montale scrive nella poesia “I Limoni“.
Gabriele d’annunzio: il primo romanzo “Il piacere”
Gabriele d’Annunzio nasce a Pescara il 12 marzo 1863 da una famiglia di media borghesia; frequentò il liceo a Prato ed in seguito nel 1881 si trasferì nella capitale, Roma, per frequentare la facoltà di Lettere che non terminò mai.
Già dai primi anni della sua vita, è facile intuire la vita piuttosto mondana dell’autore; a Roma sposa nel 1883 la sua prima moglie da cui ebbe tre figli. Ben presto però d’Annunzio comincia ad avere una serie di altre relazioni sentimentali: nel 1887 con Barbara Leoni, nel 1891 con Maria Gravina, nel 1895 con la sua musa ispiratrice Eleonora Duse, nel 1905 con Alessandra di Rudini e molte altre.
A differenza di molti altri autori (quali Italo Svevo), ebbe da subito un forte successo letterario nella corrente del dandismo; è nel 1889 che pubblicò il suo primo romanzo “Il Piacere”, che fu da subito ben accolto, in cui il protagonista è il nobile Andrea Sperelli.
Si trasferisce a Napoli ove collabora con il giornale “Il Mattino”, fa un viaggio in Grecia ed in seguito pubblicò altri romanzi: nel 1894 “Trionfo della morte” e nel 1895 “Le vergini delle rocce”; in quest’ultime opere ritroviamo le influenze della teoria del superuomo del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche.
Come detto in precedenza conobbe nel 1895 Eleonora Duse con la quale si trasferì in una nobile villa a Firenze. Qui compose il romanzo “Il Fuoco” e i primi tre libri delle Laudi (Maia, Elettra ed Alcyone).
Gabriele d’annunzio: la politica e la passione per il volo
La vita di d’Annunzio però non si limitò all’attività letteraria, infatti nel 1897 divenne parlamentare della Destra; ben presto cambiò schieramento politico passando nei socialisti, ma non fu eletto.
Deluso e soprattutto perseguitato da debiti finanziari dovette trasferirsi in Francia ove compose il quarto libro delle Laudi ed altre opere, pubblicate sul Corriere della Sera.
Scoppiata la Prima Guerra Mondiale nel 1915 ritornò in Italia e si impegnò come interventista partecipando, all’età di 52 anni, come volontario. Nel 1916 fu uno dei primi a sperimentare il brivido del volo che gli fu fatale poiché divenne cieco dall’occhio destro.
Da lì alla consacrazione come eroe è breve: nel 1918 il noto “volo su Vienna” e “l’impresa di Fiume“ nel 1919 ove a capo di pochi legionari fu in grado di farsi notare e conoscere sia in Italia che nel Mondo coniando il motto della “Vittoria Mutilata”.
Qui termina, a causa anche dell’età, l’avventura politica e di eroe; però, da sempre legato al partito fascista, fu lo stesso “Duce” (Mussolini) a capire le potenzialità e le abilità di raccogliere il consenso popolare. Mussolini, forse impaurito dalla possibilità che d’Annunzio lo sovrastasse, non inserì mai il “Vate” (d’Annunzio) nel Partito nazionale Fascista. Non tutti però apprezzarono le gesta e la vita di Gabriele d’Annunzio, infatti è necessario, come già fatto, ricordare le critiche di Eugenio Montale (nella poesia “I Limoni”) rivolte al “Vate”.
Gabriele d’annunzio: gli ultimi anni
Gli ultimi anni della sua vita li trascorre a Gardone val Trompia nel Vittoriale, che dopo la sua morte fu donato agli italiani. Visitando questa imponente residenza è facile intuire la vita e il lusso a cui d’Annunzio era abituato, anche se spesso (o sempre) era abituato ad essere perseguitato dai debitori.
In questa reggia sono custoditi più di 33.000 libri, l’aereo con il quale volò su Vienna, il mausoleo e molte molte altre cose; d’Annunzio si spegne nel 1938 per un ictus, trovato in uno dei suoi studi dalla cameriera, e poco dopo furono celebrati (per volontà del Duce) i funerali di Stato.
Proprio nel Vittoriale sono conservati in un maestoso mausoleo i resti di uno dei più grandi innovatori, poeti e politici del Novecento.
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