Info sulla chirurgia a studenti, è bufera

La polemica corre sul filo dei social. No a preconcetti sulla chirurgia,  soprattutto ” se serve a risolvere un problema vero e oggettivo”. Sì a camper informativi fuori le scuole. Ed è subito bufera: in migliaia si sono scatenati in risposta al post pubblicato su Facebook dall’assessore regionale all’Istruzione Lucia Fortini.

Il post

Ecco il post incriminato: “La Regione Campania ha avviato il progetto ‘in Forma’ sostando con dei camper presso le scuole della Campania per sensibilizzare gli studenti sull’argomento. E offrire loro un aiuto concreto per poter intraprendere un percorso di salute fisica e mentale grazie all’intervento di medici ed esperti. Invito tutti a non avere preconcetti sulla chirurgia se serve a risolvere un problema vero e oggettivo. L’importante è rivolgersi sempre a professionisti conclamati e riconosciuti per evitare danni, in alcuni casi, purtroppo irrimediabili. Mi auguro ci siano sempre più eventi che trattino temi riguardanti la salute dell’individuo perché penso sia la strada giusta per poter fare informazione in modo esatto, sicuro e preciso consentendo ai cittadini di potersi orientare al meglio”.

La risposta

Dopo la polemica social, l’assessore risponde con un altro post. “Sto leggendo – si legge – in queste ore articoli polemici riguardanti un mio intervento sul tema della chirurgia plastica, per cui credo sia doveroso fare un chiarimento. Nel post si parla (forse in maniera non chiara) di due questioni:

1) Durante il convegno organizzato qualche giorno fa dal tema: “la chirurgia plastica e la donna”, il Professor D’Andrea ha parlato di chirurgia non estetica, ma plastica. Un momento scientifico divulgativo in cui si è parlato di quanto possa essere importante un intervento di chirurgia ricostruttiva. Ad esempio per una donna che ha subito interventi di asportazione al seno, o che è stata sfigurata a causa di una violenza.

2) La chirurgia estetica, che si sta diffondendo tra i giovani, ragazze e ragazzi, che vanno educati agli effetti a volte nefasti di tali procedure che potrebbero pagare per anni. L’intervento dunque era esattamente l’opposto da quanto alcuni (fortunatamente pochi) hanno inteso. Nessun Dirigente Scolastico o docente accoglierebbe mai nelle proprie scuole esperti che possano sensibilizzare all’utilizzo di tali pratiche. Tantomeno ho mai pensato di proporlo io”.

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