Bonus 200 euro negato ai contratti Covid e al 30 giugno
Il bonus da 200 euro previsto dal Decreto Aiuti per pensionati e lavoratori dipendenti esclude i più bisognosi dipendenti della scuola: i precari con supplenze brevi, i circa 50mila dipendenti-Covid e addirittura i docenti e gli Ata che hanno stipulato un contratto annuale fino al 30 giugno 2022 tra cui almeno 70mila di sostegno su posti in deroga.
La somma, da assegnare una tantum, verrà accreditata direttamente nello stipendio probabilmente di luglio a chi percepisce un reddito fino a 35.000 euro, “anche a tutti coloro che per il mese di giugno 2022 percepiranno l’indennità di disoccupazione o la Naspi”, oltre che “ai percettori del reddito di cittadinanza, ai lavoratori stagionali e ai colf (collaboratori domestici)”.
A ricevere l’aiuto economico – coperto dalla tassa sugli extra profitti delle aziende energetiche, che sale dal 10% al 25%, e che garantirà un gettito da 6,5 miliardi di euro – saranno oltre la metà degli italiani: 31,5 milioni di cittadini, equamente divisi tra lavoratori dipendenti, pensionati, più 4 milioni di altri cittadini.
Se il decreto Aiuti – varato dal governo il 3 maggio, “ritoccato il 5 maggio”, già con il via libera della Ragioneria dello Stato – dovesse rimanere intatto, la somma una tantum non verrebbe erogata ad oltre 200mila docenti e Ata precari: questo perché la “retribuzione” dei 200 euro è previsto nel mese di luglio (condizione prevista dal Decreto Aiuti) ma poiché in quel periodo tale personale non sarà più in servizio, non potranno ricevere direttamente l’indennità dall’istituto scolastico; i medesimi soggetti, peraltro, beneficiando della Naspi solamente dal mese di luglio 2022 in poi, non otterranno neanche il bonus dall’Inps (rileva la Naspi solo di giugno).
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