Mascherine alla maturità

Un esame di maturità in maschera? Mascherina o non mascherina? Ferve il dibattito in cui si scontrano opposte opinioni.

2022. L’Esame di Stato è vicino. Prova dal sapore scespiriano ma con sentore di farsa. Mascherina o non mascherina? That is the question. Ferve il dibattito in cui si scontrano opposte opinioni. Secondo il Ministro dell’Istruzione tocca ai Presidenti di Commissione risolverlo. Fonti attendibili forniscono altri particolari. Patrizio Bianchi avrebbe detto che ciò che conta all’esame è il sorriso, riservandosi però di discutere l’argomento alla fine dell’anno, non sappiamo se scolastico o solare,  in sede di Consiglio dei Ministri. Comunque la discussione avverrà quando gli esami saranno stati già espletati e non ci saranno Commissioni intente a scrutare i volti dei candidati per  accertare se sotto la mascherina sorridano o no.

La rimpianta predecessora Lucia Azzolina giustamente resta sbalordita, dal momento che ormai dappertutto si va in giro a volto scoperto nei più folti assembramenti.

Alcuni  osservano che le scuole sono luoghi chiusi. Altri ribattono che basta aprire le finestre e mantenere le giuste distanze. A questo punto cerchiamo di immedesimarci negli studenti. Immaginiamo di ritrovarci candidati. È un incubo.  Ci costringono a indossare la FFP2. Ecco le prove scritte.  Chi ha gli occhiali, gli si appannano. Tutti grondiamo sudore. È la volta delle prove orali. Sbigottimento. Come si fa a rispondere alle domande col bavaglio?  We can’t breathe. Veniamo a sapere che in altre Commissioni la FFP2 non viene imposta, perché ogni Presidente fa come gli passa per la testa. Irritazione. Di fronte a questa disparità di trattamento non potremo fare a meno di presentare ricorso. Dovranno ripagarci del danno psichico. Vorremmo ricorrere al TAR. Purtroppo apprendiamo che un  TAR si è già pronunciato. Quello del Lazio.

Trasecoliamo nel leggere uno stralcio della memorabile sentenza:

“Si ritiene che l’utilizzo delle mascherine per gli studenti continui a essere obbligatorio per i medesimi fino alla fine dell’anno scolastico 2022, ossia al 31 agosto 2022. Ai fini dell’eliminazione della predetta misura in anticipo rispetto al termine finale legislativamente imposto allo stato, permettendo così agli studenti di sostenere gli esami senza l’obbligo di utilizzo delle mascherine,  sarebbe necessario un apposito decreto-legge, attesa l’inidoneità di un’ordinanza ministeriale di salute pubblica a disporre in senso difforme a quanto previsto in apposita disposizione di rango legislativo, in mancanza di una norma che lo consenta espressamente.”

E se altri TAR ritenessero diversamente?

Fatto sta che ci informano del disappunto del  Codacons, promotore del ricorso disatteso dal TAR Lazio. Un Codacons che, condannato per giunta al pagamento delle spese di giudizio, medita di ricorrere al Consiglio di Stato. Ci chiediamo perché in tutto questo bailamme non abbiamo sentito parlare dell’obbligo del green pass per varcare la soglia dell’aula d’esame. Ci mancava anche questo. Alla fine a che cosa si è giunti? A una divergenza. Secondo il Ministro dell’Istruzione, come si è detto, sul sì o no alle mascherine dovrebbero decidere i Presidenti di Commissione, ciascuno a suo modo. Secondo un TAR tale libertà decisionale non sussiste in assenza di un decreto-legge che la consenta. Ancora una volta siamo di fronte a una mobilitazione istituzionale degna di miglior causa. Dovrebbero essere i candidati a sottoporre le istituzioni a un esame di buon senso.

  • Biagio Scognamiglio (Messina 1943). Allievo di Salvatore Battaglia e Vittorio Russo. Già docente di Latino e Greco e Italiano e Latino nei Licei, poi Dirigente Superiore per i Servizi Ispettivi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ha pubblicato fra l’altro L’Ispettore. Problemi di cambiamento e verifica dell’attività educativa.

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