L’amurusanza recensione

Siamo in un piccolo borgo siciliano (tra Augusta e Melilli) che, dall’alto di una collina, domina il mare: una comunità di cinquemila anime che si conoscono tutte per nome. Su un lato della piazza sorge la tabaccheria, un luogo magico dove si possono trovare, oltre alle sigarette, anche dolciumi e spezie, governato con amore da Costanzo e da sua moglie Agata. Sull’altro lato si affaccia il municipio, amministrato con altrettanto amore (ma per il denaro) dal sindaco “Occhi Janchi” e dalla sua cricca di “anime nere”, invischiata in diversi affari sporchi.

Attorno a questi due poli brulica la vita del paese, un angolo di paradiso deturpato negli anni Cinquanta dalla costruzione di una grossa raffineria di petrolio.

Quando alla tabaccara muore il marito il mondo sembra crollarle addosso, ma non può fermarsi, deve emanciparsi, non rendere vani i sacrifici del marito e i suoi. Non le interessa un nuovo marito, non avrebbe lo spazio nel cuore da potergli dedicare. Le interessa lavorare e salvare il paese dalla malura. In una Sicilia in cui è l’uomo a comandare e la donna deve solamente ubbidire, riuscirà la protagonista a contrastare il sindaco corrotto e la mentalità bigotta?

«Parola d’ordine ci vuole,
mio signore,
per accedere alle stanze
della vita,
parola stramma
di desiderio e ardimento
che squaglia il gelo
e splende sparpaglio
di bellezza e luce.
La sapesse, Vossia,
quella parola?
La covasse da mill’anni
in petto?»
«Amurusanza»
fa lui senza esitazione.
E le porte si spalancano
e il sole ride
e la vita
canta.

Per acquistare il libro clicca qui: L’amurusanza.

Continua la lettura su: https://www.blogdidattico.it/blog/2022/07/24/lamurusanza-recensione/ Autore del post: Blog Fonte: https://www.blogdidattico.it

Articoli Correlati

Castelli, manieri e borghi ma anche dimore storiche: ecco dove andare

“Il 13 e il 14 maggio, e poi ancora il 16, 17 e 23 settembre 2023, grandi città e piccoli centri del nostro Paese saranno animati da visite guidate gratuite, attività e trekking culturali, pranzi, cene e concerti a castello e non solo.”

Parliamo della XXIV edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli.

In queste date è prevista l’apertura di 37 tra manieri, cinte murarie, palazzi fortificati (spesso non accessibili al pubblico) in 19 regioni.

Contemporaneamente, ci sono altre 46 tra architetture ed itinerari a piedi, appositamente disegnati per queste giornate.

Quindi ci sonoben due appuntamenti, uno a maggio e uno a settembre.

Nei giorni stabiliti potrete ammirare le architetture fortificate italiane in ogni stato di conservazione.

Bene.

Volete sapere cosa si può visitare dalle vostre parti?

Il consiglio è quello di sempre.

Rilassatevi!

Pronti?

Si parte!

I castelli da visitare regione per regione

Il fascino di un castello resta nel tempo, per sempre.

Mi viene in mente quello estense di Ferrara.

Ne ho parlato nel mio articolo https://mastrogessetto.it/idee-per-viaggiare-i-dieci-castelli-piu-belli-ditalia/.

Ma veniamo all’argomento di oggi.

Si tratta di castelli o manieri, non sempre facilmente visitabili.

Iniziamo il nostro viaggio virtuale.

Questa volta non ci spostiamo da nord a sud o viceversa.

Infatti zigzaghiamo su e giù per la nostra penisola, seguendo l’ordine alfabetico delle nostre regioni.

Cominciamo!

Lettera A come Abruzzo.

 ABRUZZO

In Abruzzo nelle Giornate Nazionali dei Castelli 2023 i riflettori sono puntati su uno dei migliori esempi di architettura neogotica in Italia: il Castello Della Monica di Teramo. 

Questa costruzione è stata recentemente restaurata e riaperta al pubblico.Si trova in cima al colle di San Venanzio.Lì ha vissuto gli ultimi anni della sua vita (dal 1889 al 1917) Gennaro della Monica.Architetto, scultore e pittore, lo progettò come sua dimora personale e sede del proprio studio.

Alle visite guidate al castello, in programma domenica 14 maggio, si affiancano tre itinerari gratuiti (prenotabili con l’app Scopri Teramo).In queste occasioni verranno illustrate: la cinta muraria della città con tutte le porte di accesso al centro, il Duomo e Palazzo Melatino, signorile esempio di palazzo nobiliare del XIII secolo. “

BASILICATA

Valsinni è un piccolo borgo lucano della provincia di Matera.Qui troviamo un castello millenario dove abitò e fu confinata la poetessa cinquecentesca Isabella di Morra.   

Il 13 e il 14 maggio questo maniero sarà protagonista delle Giornate Nazionali dei Castelli 2023 in Basilicata.Ci saranno  visite guidate ed eventi, tra cui la conferenza “Il Castello di Valsinni: storia, vicende costruttive e trasformazioni. Prospettive per il restauro e la valorizzazione”.

 CALABRIA

In Calabria la protagonista è Crotone.Il suo castello è un’imponente fortezza di epoca medievale sorta sull’acropoli greca, che domina ancora la città.

Qui le visite guidate si svolgeranno sia sabato che domenica.Se amate passeggiare, potete partecipare ad un interessante itinerario. Questo prevede la scoperta del centro storico di Crotone,  un percorso archeologico e a itinerari dedicati ai palazzi nobiliari e alle architetture religiose. 

CAMPANIA

In Campania è il castello aragonese di Baia (NA)protagonista di queste giornate.E’ una fortezza difensiva eretta dagli Aragonesi a partire dal 1495, a picco sul Golfo di Pozzuoli, oggi sede del Museo archeologico dei Campi Flegrei.

Ma volendo potete partecipare ad altre visite guidate ed eventi che sono in programma anche al borgo abbandonato di Melito Irpino (Avellino), al borgo medievale di Agropoli, a Vairano Patenora (Caserta).A Vairano, domenica 14 c’è una visita guidata al borgo turrito e al castello, preceduta da una colazione nei giardini di un’antica villa nobiliare. E ancora al castello dell’Ettore ad Apice (Benevento), che aprirà ai visitatori con figuranti in abiti medievali e artigianato.

 EMILIA ROMAGNA

In Emilia Romagna i riflettori sono puntati sul  borgo medievale di Castellarano, arroccato su una collina nella valle del Secchia, in provincia di Reggio Emilia.

Al Castello non perdetevi la sua torre e i bellissimi giardini solitamente chiusi al pubblico, e il centro storico al quale si accede dalla “Rocchetta”, la porta d’ingresso fortificata, simbolo del borgo.

Da non perdere anche il percorso Calanchi e Castelli che si snoda per 28 km nel territorio di Castellarano, Scandiano e Casalgrande, tra natura impervia e architetture fortificate.Tra queste spicca il castello della Torricella dove, secondo la tradizione, Matteo Maria Boiardo scrisse l’Orlando Innamorato.

 FRIULI VENEZIA GIULIA

In Friuli Venezia Giulia, domenica 14 maggio, sono previste visite ai castelli, ruderi e torri di vedetta nelle vallate tra i borghi di Meduno, Toppo e Solimbergo, in provincia di Pordenone.

Nei tre siti le visite saranno guidate da esperti di storia dell’architettura, stratigrafia e archeologia, e affiancate da narrazioni, laboratori ed esibizioni musicali.   

LAZIO

In Lazio protagonista è uno dei simboli della capitale: Castel Sant’Angelo. E’ un’occasione unica per riscoprire questo complesso architettonico.E’ stato edificato intorno al 123 d.C. come sepolcro per l’imperatore Adriano e la sua famiglia e poi divenuto , tra l’altro, un baluardo difensivo, un carcere, una residenza papale dove lavorarono artisti come Michelangelo.

Oggi è un museo e uno dei luoghi più visitati di Roma, che ospita anche una sede dell’Istituto Italiano Castelli.

 LIGURIA

In Liguria abbiamo due tappe, sabato 13 maggio:  Bordighera, nella Riviera dei Fiori (Imperia), e il castello dei Doria che sovrasta il borgo di Dolceacqua dal XII secolo.

 LOMBARDIA

Le protagoniste in Lombardia sono Bergamo e Brescia, nominate capitali della cultura nel 2023.

Da visitare sabato è il famoso castello di Brescia, una delle più imponenti e meglio conservate fortezze d’Italia, che sovrasta la città dall’alto del colle Cidneo.Qui troviamo il più grande vigneto cittadino d’Europa.

Domenica è invece la giornata del meno noto castello di San Vigilio, sull’omonimo colle che sovrasta Città Alta.Si tratta di  un’architettura millenaria con torrioni, cannoniere e feritoie e un’intricata rete sotterranea di cunicoli e passaggi segreti, legato alla storia della città fino al XIX secolo, poi abbandonato e oggi in attesa di essere valorizzato.

MARCHE

Nelle Marche visite guidate gratuite al borgo fortificato di Acquaviva Picena, a pochi chilometri da San Benedetto del Tronto e dal mare.

“Questo piccolo gioiello è famoso per la spettacolare e ben conservata fortezza medievale, che ogni estate diventa teatro di una delle più riuscite feste in costume d’Italia: “Sponsalia, Omaggio all’amore”, la rievocazione storica del matrimonio avvenuto nel 1234 tra Forasteria degli Acquaviva e Rainaldo dei Brunforte.”

“La Rocca aprirà le porte sabato 13, domenica 14 le visite guidate gratuite si estenderanno a palazzi, chiese, torri e monumenti del borgo.”

 MOLISE

“Il Molise invita a scoprire il Castello di Civitacampomarano, il sito protagonista della due giorni di visite, uno dei castelli più belli della regione, un tempo circondato dal fossato, caratterizzato da ponti levatoi e torri cilindriche,e posto tra “Civita di sotto” e “Civita di sopra”, i due abitati in cui si divideva il borgo in provincia di Campobasso.”  

“Visite ed eventi collaterali si svolgono al Castello di Pescolanciano (IS), al Castello di Macchiagodena (IS), piccolo borgo noto come la “Terrazza sul Matese”, e alla rocca di Riccia (CB).”

PIEMONTE

Ed eccoci arrivati in Piemonte: sabato 13 maggio visite guidate a piedi al Castello e al borgo medievale di Ormea, nel cuore delle Alpi Liguri, in provincia di Cuneo.

 Il castello sorge, con le sue imponenti strutture, sul rilievo che domina il borgo di Ormea, compreso tra il torrente Armella e il fianco nord-ovest dell’abitato stesso, cui si accede risalendo un suggestivo pendio terrazzato.

Il sottostante abitato di Ormea conserva, oltre al castello, numerose testimonianze della sua origine bassomedievale.

Tra le altre, meritano un cenno la chiesa di San Martino, che incorpora una delle trecentesche porte di accesso al borgo e conserva affreschi del XV secolo, la cosiddetta casa del marchese, quattrocentesca, e i resti delle mura.

PUGLIA

“In Puglia, per le Giornate dei Castelli, è stato messo a punto un inedito itinerario sulle orme degli Acquaviva-Filomarino: sabato 13 maggio si va alla scoperta dei luoghi di questa dinastia, dal castello Marchione a Conversano (BA), la tenuta di caccia e residenza estiva, al monastero dove sono sepolti aperto per l’occasione.”

 SARDEGNA

“in Sardegna riflettori accesi sui ruderi del castello di Medusa a Samugheo (OR), visitabili sia il 13 che il 14 maggio.

Dell’antichissimo e misterioso castello, che sorge in uno scenario impervio, tra gole e dirupi, restano le possenti mura della corte centrale e alcuni ambienti di vita all’interno dei quali gli scavi archeologici hanno riportato alla luce testimonianze di vita quotidiana.

Le Giornate Nazionali dei Castelli a Samugheo coincidono con la festa di Sant’Isidoro: domenica mattina ci sarà la tradizionale processione fino al santuario campestre di San Basilio e la sera una sfilata di gruppi folkloristici.”  

SICILIA

“In Sicilia sono protagoniste delle Giornate di maggio Catania con il castello di Serravalle e Messina con il castello Branciforti, nel piccolo comune di Raccuja, entrambi aperti alle visite.

Il castello di Serravalle, nel territorio di Mineo, sembra un tutt’uno con l’altura rocciosa sulla quale sorge. Appartiene dal 1513 alla famiglia Grimaldi. Il nucleo più antico, costituito dalla torre e dalla cinta muraria, risale al XIII secolo.

Il castello Branciforti è una fortezza medievale che domina dall’alto il piccolo paese di Raccuja. Restaurato di recente dalla Soprintendenza, è pronto ad accogliere il museo civico, archivio storico e biblioteca comunale.”

TOSCANA

“La Toscana partecipa alle Giornate Nazionali dei Castelli 2023 con un’esplorazione guidata a piedi del tessuto medievale di piazza della Signoria a Firenze, in programma sabato 13 maggio.”

TRENTINO ALTO ADIGE

“In Trentino Alto Adige durante le Giornate di maggio si animano con visite ed eventi Fahlburg, uno dei castelli rinascimentali più belli dell’Alto Adige a Prissiano, e Castel Leonburg, un mastio medievale sopra Lana, in provincia di Bolzano.”

UMBRIA

“L’Umbria propone visite guidate, sabato 13 maggio, a Monte del Lago, che si affaccia sul lago Trasimeno.  

Frazione del comune di Magione in provincia di Perugia, il borgo conserva ancora oggi il suo impianto medievale, con la ripida gradinata che taglia il paese in due e la rete di stretti vicoli, fiancheggiati da case di pescatori, ma anche dimore gentilizie.”

VENETO

In Veneto,  le luci si accendono su Mestre (VE)-La città è protagonista con il Castelnuovo ed il Castelvecchio.

Sia il 13 sia il 14 maggio, sono previste visite dei siti ed un convegno.se volete, potrete patecipare a due passeggiate patrimoniali guidate alla Mestre medievale con partenza dalla Torre dell’Orologio.Vi trasformerete in archeologhi sulle tracce dei castelli scomparsi e sarete protagonisti di una vera e propria caccia al tesoro, alla ricerca della Mestre antica “diluita” nella grande.

In Veneto e più precisamente a Mestre termina il nostro viaggio.

Se non avete il tempo o l’occasione in questo fine settimana, la prossima domenica c’è un’altra iniziativa molto interessante.

Infatti il più grande museo diffuso d’Italia riapre le porte.

Domenica 21 maggio torna la Giornata Nazionale dell’Associazione Dimore storiche Italiane, giunta quest’anno alla XIII edizione.

“Saranno oltre 500 i monumenti che apriranno: castelli, rocche, ville, parchi e giardini visitabili gratuitamente, un’immersione nella storia che rende il nostro Paese unico.”

Per saperne di più basta cliccare qui : https://stream24.ilsole24ore.com/video/italia/dimore-storiche-domenica-21-maggio-xiii-giornata-nazionale-adsi/AE7ER8PD?refresh_ce=1

Sono convinta che qualunque esperienza facciate di quelle proposte, sarà sicuramente un arricchimento personale.

Paola di Mastrogessetto!

E se non ci fossero più le sigarette?

In occasione della Giornata mondiale senza tabacco vi proponiamo l’articolo “Se sparissero le sigarette” di Margherita Fronte, pubblicato sul numero di Focus in edicola dal 22 maggio 2024, che passa in rassegna tutti i possibili benefici, per le persone e per il Pianeta, che deriverebbero dall’eliminazione del fumo.
Il 31 maggio ricorre la Giornata mondiale senza tabacco, appuntamento che l’Organizzazione Mondiale della Sanità allestisce ormai dal 1988 per richiamare l’attenzione sui danni che le sigarette producono all’umanità e al Pianeta. La campagna di quest’anno è rivolta ai giovanissimi, «sempre più spesso bersaglio delle strategie di marketing delle aziende, che tentano di agganciarli anche con le e-cig e i prodotti a tabacco riscaldato per avere un potenziale bacino di clienti per il futuro», spiega Roberto Boffi, direttore del centro antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Secondo la Global Youth Tobacco Survey, indagine condotta periodicamente sotto l’egida dell’Oms, quasi il 10% dei 13-15enni fuma, mentre in Italia la quota è ancora maggiore e raggiunge il 16%, a dispetto del divieto di vendita ai minori dei relativi prodotti. Gli adolescenti che fumano sigarette tradizionali, e-cig o prodotti a tabacco riscaldato hanno molte più probabilità di continuare a farlo anche da adulti, con tutti i danni che questo comporta.

I danni del fumo (e i benefici derivanti dalla sua riduzione)

Immettendo nel corpo oltre 7.000 sostanze, 70 delle quali cancerogene, il fumo danneggia ogni distretto dell’organismo. Le conseguenze sono chiare nei numeri: le sigarette uccidono la metà dei loro utilizzatori e causano ogni anno 8,7 milioni di morti nel mondo, di cui 1,3 imputabili al fumo passivo. In Europa si stimano circa 700.000 decessi all’anno e in Italia 96.000, di cui più di 8.000 riferibili al fumo passivo. Ma che cosa accadrebbe allora se all’improvviso tutti smettessero di fumare? Un simile evento avrebbe effetti più ampi di quanto si possa immaginare, che ricadrebbero anche sull’ambiente, sull’economia e sulla società. I benefici più rilevanti riguarderebbero però la salute, ed è quindi da qui che conviene iniziare.
Uno stop globale al fumo non si limiterebbe a salvare milioni di vite all’anno. Spegnendo le sigarette, gli attuali 1,3 miliardi di fumatori potrebbero guadagnare fino a 10 anni di vita, perché questa è, mediamente, la differenza fra loro e la popolazione generale (il beneficio però dipenderebbe da quanto si è fumato in passato e dall’età a cui si smette). Il tabacco, infatti, causa almeno 25 malattie diverse, spesso croniche, e oltre 20 tumori. Se le sigarette non esistessero, le diagnosi di cancro si ridurrebbero del 25%, e per alcune forme il calo sarebbe ancora più consistente.

In primis, per il cancro del polmone, che tornerebbe a essere una malattia rara come era prima dell’avvento del fumo, dato che circa l’85% dei casi è attribuibile proprio a questa abitudine. Riduzioni consistenti si avrebbero poi per i tumori del cavo orale e della gola, dell’esofago, del pancreas, del colon, della vescica, della prostata, del rene, del seno, delle ovaie e per alcuni tipi di leucemie.
Fra le altre malattie respiratorie, colpirebbero con minor frequenza e gravità gli enfisemi e le broncopneumopatie croniche ostruttive, così come tutte le condizioni collegate all’infiammazione, che il fumo (sia attivo sia passivo) accende e favorisce. Asma e allergie sarebbero quindi più lievi e meno diffuse, come pure le malattie infettive: per esempio, nei fumatori il rischio di sviluppare il Covid in forma grave aumenta del 40-50%. Infine, se gli ambienti fossero privi dell’inquinamento generato dalle sigarette, ogni anno si salverebbero 60.000 bambini, oggi vittime di infezioni che l’esposizione al fumo passivo rende più serie e pericolose.

L’articolo che state leggendo è tratto dal dossier “L’ultima sigaretta” a cui è dedicata la copertina di Focus 380 attualmente in edicola.

Addio fumo? Migliorano la sessualità e la salute riproduttiva

Ma, si diceva, passando dai polmoni al sangue, le sostanze tossiche introdotte con le sigarette raggiungono tutti gli organi. Così, prendendo come riferimento i dati dell’Oms, in un mondo senza fumo la mortalità per ictus, infarti e altre patologie cardiovascolari calerebbe del 17% e si ridurrebbero anche i casi di diabete, psoriasi, malattie delle gengive (con perdita dei denti), osteoporosi e malattie infettive (perché il fumo deprime il sistema immunitario). Persino l’Alzheimer colpirebbe meno: il 14% dei casi, infatti, è attribuibile al tabacco.
Sessualità e salute riproduttiva meritano un discorso a parte. Se nessuno fumasse nascerebbero più bambini e gli ex fumatori avrebbero rapporti sessuali più soddisfacenti. Il motivo è presto spiegato. «Le sigarette favoriscono l’infertilità in entrambi i sessi (per esempio, riducono la produzione di spermatozoi, ndr) e negli uomini possono portare a disfunzione erettile», riprende Roberto Boffi. «Questo effetto si verifica anche con le e-cig con nicotina che, secondo uno studio pubblicato su American Journal of Preventive Medicine, aumentano di 2-3 volte le probabilità di “défaillance”. La condizione è comunque reversibile quando si smette di fumare».

Per produrre una sola sigaretta servono 3,7 litri di acqua. In pratica l’azzeramento della richiesta di sigarette farebbe risparmiare 22 miliardi di tonnellate del prezioso liquido ogni anno.
© Focus

Senza sigarette si diventa (davvero) più belli!

Ma anche se la motivazione è forte, spegnere per sempre le sigarette può risultare difficile, perché la nicotina è una delle sostanze che più creano dipendenza. Questo è il motivo per cui chi decide di smettere può subire il contraccolpo dell’ansia, del nervosismo e dell’insonnia.

In un mondo senza fumo, quindi, per qualche tempo si venderebbero più psicofarmaci e gli psicologi avrebbero più clienti. «Nei centri antifumo, si tiene conto di questo aspetto e sono presenti psicologi pronti a sostenere i pazienti», sottolinea Boffi. «I farmaci, presi sotto controllo medico, possono controllare questi disturbi, ma è necessario un cambiamento degli stili di vita. Dieta e attività fisica, favorendo la produzione di endorfine, tirano su il morale e aiutano anche a contenere l’aumento di peso, che è legato al rallentamento del metabolismo che si verifica quando si smette di fumare».
Per contro, dire basta alle sigarette renderebbe l’umanità più bella: la pelle riguadagnerebbe il suo colorito, i denti perderebbero il tono giallognolo, l’alito non puzzerebbe più e neppure i capelli e i vestiti. Infine, potrebbero aumentare le vendite di reggiseni… Per via di un curioso “effetto collaterale” individuato alcuni anni fa proprio dal gruppo di Roberto Boffi. «Le mie pazienti mi riferivano di notare un aumento di volume del seno… Abbiamo quindi fatto uno studio e abbiamo constatato che era proprio così: le donne che smettono di fumare aumentano anche di una taglia».

Chi ci perderebbe (economicamente) se il fumo non ci fosse più

Alla felicità di chi vende biancheria intima farebbe però da contraltare la rabbia dei tabaccai: 50.862 esercizi commerciali, solo in Italia, che vedrebbero svanire un’importante fonte di reddito, che andrebbe in qualche modo ristorata. E sfumerebbero ovviamente anche i guadagni delle industrie del tabacco, che ammontano globalmente a più di 900 miliardi di dollari all’anno, con alcuni siti produttivi anche nel nostro Paese. Peraltro, chi fabbrica o vende sigarette sostiene che il business sia conveniente anche per le casse dello Stato. Ma secondo i dati del ministero della Salute, il bilancio è in netta perdita: dalle accise sul tabacco e dall’Iva l’Italia incassa circa 15 miliardi di euro all’anno, ma i costi economici delle malattie e della perdita di produttività legate al fumo ammontano a 26 miliardi di euro.
A livello globale, invece, in base alle stime del team Tobacconomics (associato alla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health), uno stop alle sigarette si tradurrebbe in un risparmio di 1.850 miliardi di dollari l’anno, cifra pari all’1,8% del Pil mondiale. Ad avvantaggiarsene sarebbero soprattutto i Paesi a medio e basso reddito, che attualmente pagano il 40% del conto. Del resto, più volte in passato l’Oms ha dedicato la sua giornata mondiale senza tabacco proprio all’impatto che questo business ha nei Paesi in via di sviluppo.

Qui, a pagare il prezzo più odioso sono i lavoratori nei campi, che sono esposti a elevate quantità di pesticidi ed erbicidi e che possono assorbire in un giorno l’equivalente della nicotina contenuta in 50 sigarette, per inalazione e attraverso la pelle. Fra loro, ci sono un milione e 300.000 bambini.
Tra i tanti dati, emerge infine che, se il fumo non ci fosse, i 3 milioni di ettari oggi destinati alle coltivazioni di tabacco potrebbero essere usati, per esempio, per produrre cibo. Non a caso, la Fao e il World Food Program hanno avviato progetti per incoraggiare gli agricoltori a passare a colture di altro tipo, per esempio in Kenya e Zambia.

Anche la Terra ne trarrebbe i suoi benefici

Ma i benefici di un mondo senza fumo non riguarderebbero solo l’umanità. Tutto il Pianeta tirerebbe un sospiro di sollievo. Per esempio, ogni anno verrebbero immesse in atmosfera 84 milioni di tonnellate di CO2 in meno e si eviterebbe il rilascio nell’ambiente di 456.000 chilogrammi di sostanze tossiche da parte degli impianti che producono sigarette. Il tasso di deforestazione, poi, rallenterebbe del 5%, perché ogni anno, per far spazio ai campi di tabacco e per i processi di produzione, vengono abbattuti 600.000 alberi, soprattutto in Africa, Medio Oriente, Sud-est Asiatico, America Latina e Caraibi. Inoltre, poiché per produrre una sola sigaretta servono 3,7 litri di acqua, l’azzeramento della richiesta farebbe risparmiare 22 miliardi di tonnellate del prezioso liquido. Tradotto in pratica, significa che ogni chilogrammo di tabacco non prodotto, consumato e gettato, permetterebbe di soddisfare il fabbisogno idrico di una persona per un anno.
E poi c’è l’inquinamento. Non soltanto quello generato da chi affumica gli altri con le sue sigarette, ma anche quello di chi le butta dove capita, una volta finite. Ogni anno si producono 4.500 miliardi di mozziconi e i due terzi dei fumatori li gettano a terra, dove impiegano anche 10 anni a decomporsi. Le sigarette elettroniche sembrerebbero risolvere il problema, ma ne creano un altro: si tratta infatti di oggetti spesso monouso, contenenti plastica, metalli, pile elettriche e altri inquinanti. In Italia sono partiti progetti per recuperare e riciclare questi rifiuti, anche con la sponsorizzazione delle industrie del tabacco. Iniziative che però l’Oms stigmatizza, considerandole – è il caso di dirlo – un modo per gettare “fumo negli occhi”.

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000