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Scuola di Alta formazione, al presidente e al direttore generale andranno quasi 250mila euro annui. Tutte le cifre

Di Andrea Carlino

L’articolo 44, comma 1, lettera h, del decreto PNRR 2, istituisce la “Scuola di Alta Formazione e formazione obbligatoria per dirigenti scolastici, docenti e personale tecnico-amministrativo”. Il nuovo sistema del reclutamento docenti garantirà un continuo sviluppo professionale e di carriera del personale scolastico attraverso l’istituzione della scuola.
Possono erogare la formazione la Scuola nazionale dell’amministrazione, tutte le università, le Istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, le istituzioni scolastiche, gli enti pubblici di ricerca, le istituzioni museali pubbliche e gli enti culturali rappresentanti i Paesi le cui lingue sono incluse nei curricoli scolastici italiani.
Inoltre possono chiedere l’accreditamento anche altri soggetti che posseggano requisiti di moralità, idoneità professionale, capacità economico finanziaria e tecnica-professionale determinati in apposita direttiva del Ministro dell’istruzione.
La riforma sulla formazione non riguarda solo i neoassunti, ma anche e soprattutto quelli di ruolo.
Il decreto introduce un sistema di formazione e aggiornamento permanente degli insegnanti articolato in percorsi di durata almeno triennale. Sono parte integrante dei percorsi di formazione anche attività di progettazione, mentoring e coaching a supporto degli studenti nel raggiungimento di obbiettivi scolastici specifici e di sperimentazione di nuove modalità didattiche che il docente settimanalmente svolge in ore aggiuntive rispetto a quelle di didattica in aula previste a normativa vigente.
In prima applicazione, il docente svolge settimanalmente nella propria istituzione scolastica, rispettivamente, almeno un’ora aggiuntiva nella scuola dell’infanzia e primaria e almeno due ore aggiuntive nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado rispetto alle ore di didattica in aula previste a normativa vigente
Nell’ambito del monte ore annuale complessivo di formazione incentivata, sono previste 15 ore per la scuola dell’infanzia e primaria e 30 ore per la scuola secondaria di primo e secondo grado, per percorsi formativi dedicati allo sviluppo della professionalità docente. Le restanti ore sono dedicate ad attività di progettazione, mentoring e coaching a supporto degli studenti.
Lo svolgimento delle attività previste, ove siano funzionali all’ampliamento dell’offerta formativa, può essere retribuito a valere sul fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, prevedendo compensi in misura forfettaria
Che cos’è la Scuola di Alta formazione
La Scuola di Alta Formazione sarà una struttura leggera e sarà funzionale all’erogazione on line dei corsi di formazione dotata di un comitato tecnico-scientifico di elevato profilo professionale. Le funzioni amministrative saranno garantite dal Dipartimento per il sistema educativo di istruzione formazione.
Saranno coinvolti Indire, Invalsi e Università italiane e straniere, al fine di garantire un sistema di formazione continua di qualità, in linea con gli standard europei.
L’obiettivo è fornire una formazione pedagogica e didattica che, insieme a una conoscenza approfondita della materia, consenta di affrontare efficacemente la sfida della trasmissione di competenze metodologiche, digitali e culturali nell’ambito di una didattica di alta qualità.
Nella relazione tecnica del provvedimento si leggono anche i compensi previsti per i componenti della scuola. Il presidente avrà un stipendio lordo di 246mila euro così come il direttore generale. Comprendendo anche gli altri componenti si arriva alla cifra di oltre un milione di euro annui per la Scuola di Alta Formazione.

Premi ai docenti che si formano, le stime del governo: 520 milioni da distribuire nel triennio 2026-2029 (6mila euro lordi annui). Tutti i dati

Pubblicato in Politica scolastica

Stipendi fermi, in arrivo un’altra “mancetta” da 150 euro. Anief chiede al nuovo Governo di cambiare marcia: rispetti quanto promesso in campagna elettorale, altrimenti sarà mobilitazione

Il nuovo Governo sarà di una matrice completamente diversa rispetto al passato, tra l’altro deve ancora formarsi, ma già si parla con insistenza che ha intenzione di trattare lavoratori italiani come è stato fatto negli ultimi anni. Tra i provvedimenti che il nuovo Esecutivo intende varare ci sarebbe infatti anche un nuovo decreto Aiuti, il numero quattro: si tratterebbe di un intervento da circa 10 miliardi di euro, che potrebbe essere approvato già nel primo Consiglio dei Ministri, e tra le disposizioni sembrerebbe prevista la proroga del bonus 150 euro anche per il mese di dicembre: oggi la stampa specializzata spiega che “dopo quello di luglio (200 euro), quello di novembre (150 euro) anche a dicembre dovrebbe essere una misura a sostegno del caro-prezzi. Non è ancora stata decisa l’asticella di reddito: per il primo bonus era 35mila euro, per il secondo 20mila. Per la conferma, a dicembre, ci vorranno, secondo alcune stime, circa 3 miliardi di euro. Il personale scolastico sarebbe interessato. La misura, infatti, riguarderebbe anche docenti e Ata con un reddito inferiore a 20mila (ipotesi più percorribile). In ballo anche i precari”.

 
Anief rifiuta sin da subito questo scenario. “Pensare di affrontare il caro vita e l’aumento esponenziale dei costi dell’energia con delle ‘mancette’ periodiche è una politica che non può trovarci d’accordo – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -, anche perché nella scuola va incontro solo ad una parte sempre più ristretta di dipendenti, praticamente solo i precari e una ristretta cerchia del personale di ruolo, dimenticando che tutti quelli esclusi necessitano di altrettanta attenzione. Nel comparto scolastico stiamo fermi ad un contratto ritoccato ormai quattro anni fa, con due successivi Ccnl fermi e degli stanziamenti che necessitano di essere integrati fortemente”.
 
“Noi reputiamo indispensabile – continua il leader del sindacato Anief – approvare subito il rinnovo contrattuale ‘ponte’ 2019/21, per il quale sono previsti altri 300 milioni di euro destinati alla valorizzazione della professione docente, con oltre 100 euro medi in arrivo e 2-3mila euro di arretrati già assicurati, per poi pretendere dalla nuova Legge di Bilancio almeno 6 miliardi per coprire l’indennità di vacanza contrattuale, con aumenti automatici in busta paga del 4% per permettere l’indicizzazione IPCA”. La verità è che sugli stipendi dei lavoratori della scuola è tempo di agire, come del resto indicato più volte in campagna elettorale da tutti i partiti politici. Se invece si vuole continuare con le ‘mancette’, peraltro da assegnare, ad una platea sempre più ristretta, oppure di far passare la riduzione del cuneo fiscale come se si trattasse di veri aumenti in busta paga, allora non ci siamo: in tal caso,  la mobilitazione già in atto del personale diventerà sempre più importante, con l’indizione dello sciopero generale già a novembre”, conclude Pacifico.
 
 
 
PER APPROFONDIMENTI:
 
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