Nuove polemiche sul gender a scuola
Una delle ragioni dell’insabbiamento del disegno di legge Zan, nella scorsa legislatura, fu la controversa questione dell’identità di genere, definita nell’art. 1 come “l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”.
I partiti del centro-destra, in particolare la Lega di Salvini, ne fecero un cavallo di battaglia della loro campagna elettorale (Salvini: “Ogni bambino ha diritto di avere una mamma e un papà”), ma dubbi e perplessità non mancarono anche nel centro-sinistra – soprattutto in Italia Viva – su altri punti del ddl come l’art. 4 (“Sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”) perché limitativo della libertà di pensiero.
Ma
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