Docenti di sostegno, si chiede loro di essere tuttologi: “bisogna puntare ad una maggiore specializzazione non una de-specializzazione”. INTERVISTE ai Prof Crispiani e Mancini della Link Campus University
Il docente di sostegno vive un momento storico di grandi attenzioni e, al contempo, vive l’incertezza di enormi mutamenti della sua formazione (in taluni casi, naturalmente) e delle sue competenze. Problemi complessi richiedono risposte complesse. Afferma il prof. Piero Crispiani, docente, tra l’altro, anche alla Link Campus University di Roma, che “alla richiesta di maggiore specializzazione si è risposto con la de-specializzazione dei docenti di sostegno. In totale controtendenza a quanto avviene nelle organizzazioni produttive o di servizi, i Sostegni sono stati de-specializzati. Là dove il Sostegno comunicava anche in LIS, ora il Sostegno fa didattica ma un altro (il mediatore o chi per lui) parla con l’alunno. Dove uno, ora due e, in certi casi anche tre (assistenti, tutor, ecc.)”. “Ci sono docenti di sostegno – afferma il prof. Riccardo Mancini
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