Santo Stefano in Italia e nel mondo

Il giorno di Santo Stefano è una festività cristiana celebrata il 26 dicembre dalla Chiesa cattolica e da alcune Chiese protestanti.
La Chiesa ortodossa invece, lo celebra il 27 dicembre.

La storia di Santo Stefano

Il 26 dicembre si ricorda Stefano protomartire, ovvero il primo cristiano ad aver dato la vita per testimoniare la propria fede in Cristo e per la diffusione del Vangelo.

Stefano fu il primo dei sette diaconi scelti dalla comunità cristiana perché aiutassero gli apostoli nel ministero della fede.

Intorno all’anno 36 d.C. fu accusato di blasfemia e condannato alla lapidazione. Uno dei suoi principali inquisitori fu Saulo di Tarso, che poi diventerà San Paolo.

In Italia, la festa di Santo Stefano è stata resa un festivo nel 1947, con lo scopo di prolungare le festività natalizie e rendere ancora più solenne il Santo Natale

La festa

Anche in questo caso

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L’importanza delle famiglie di operazioni in matematica

Ciò che difficilmente si trova nei libri di testo italiani è un lavoro graduale sulla RELAZIONE TRA I NUMERI. Ciò infatti avverrebbe se considerassimo le operazioni costantemente e strettamente relazionate tra loro quindi come una vera e propria famiglia. Ma che cos’è perciò una “famiglia di operazioni”? Supponiamo di avere un insieme di numeri: una famiglia è un insieme di operazioni (siano esse di addizioni e sottrazioni oppure di moltiplicazioni e divisioni) che coinvolgono questi stessi numeri.

Le famiglie dei fatti aritmetici ci aiutano a capire a fondo ciò che lega tra loro le quantità e la natura inversa degli algoritmi all’interno dei due tipi di operazioni (additiva e moltiplicativa), inoltre rendono i bambini più consapevoli dei processi nascosti dietro agli algoritmi e favoriscono la loro flessibilità mentale. Insomma sono fondamentali soprattutto in classe prima e seconda ma anche alla scuola dell’infanzia!

Ho perciò preparato una serie di schede che – vedrete – saranno preziose, proprio per i motivi che ho appena spiegato e perché genere di materiale difficile da trovare in lingua italiana. Ovviamente come sapete tengo tanto al fatto di calare nel contesto le attività per i bimbi quindi sono…a tema natalizio!

Cominciamo con un po’ di allenamento dei PREREQUISITI: la complementarità.

Poi un piccolo passo avanti: la complementarità in diverse quantità.

Poi finalmente ci tuffiamo nelle FAMIGLIE DI OPERAZIONI!

Non mi resta che aggiungere…FELICISSIMO NATALE a tutti! Che l’entusiasmo dei nostri bambini ci inondi il cuore!

Gesti nell’arte: spiegare contando sulle dita

Un giovanissimo Gesù al centro della scena, attorniato da numerosi anziani. Questo è tutto ciò che si vede nel dipinto di Cima da Conegliano (1459-1517) del 1504 intitolato Cristo tra i Dottori.

L’episodio, raccontato nel Vangelo di Luca, avvenne quando Maria e Giuseppe andarono a Gerusalemme per la Pasqua col figlio dodicenne. Al ritorno scoprirono però che Gesù non era più con loro: dopo averlo cercato affannosamente per tre giorni lo ritrovarono nel Tempio, intento a dibattere con i Dottori della legge, gli scribi esperti della Torah.
La scena è stata raffigurata nel Rinascimento innumerevoli volte con ampie varianti. Pinturicchio (1454-1513) l’ha affrescata nel 1501 nella Cappella Baglioni, dentro la chiesa di Santa Maria maggiore a Spello, immaginando la scena all’aperto, davanti a un tempio ottagonale che ricorda quello della Consegna delle chiavi dipinta da Perugino nella Cappella Sistina vent’anni prima.

Negli stessi anni il tema è ripreso da Albrecht Dürer (1471-1528) con una tavola davvero straordinaria, dipinta in soli cinque giorni durante il secondo viaggio dell’artista a Venezia, nel 1506.I Dottori circondano Cristo formando un cerchio. I loro volti sono fortemente caratterizzati, ma la parte più eloquente dei loro corpi sono senz’altro le mani. Il vecchio accanto al piccolo Gesù sembra volerlo interrompere  tenendogli il braccio, quello in basso a destra sorregge il libro aperto, come a voler ribattere con le parole del testo sacro mentre quello sul lato opposto ha posato le mani sul libro chiuso, in un gesto di concentrazione e di ascolto.

Cristo, invece, compie un gesto molto particolare: conta sulla punta delle dita. Sorprendentemente fa la stessa cosa anche nelle opere di Cima da Conegliano e di Pinturicchio. Questo gesto infatti non è una semplice enumerazione ma la rappresentazione fisica della cosiddetta disputatio, una discussione in cui le proprie tesi sono esposte sotto forma di elenco. Cristo dunque sta spiegando, sta dibattendo, non sta contando.
Per Dürer questo gesto era così importante che, nonostante la velocità di esecuzione del dipinto, fece prima un accurato studio delle mani di Cristo…

… ma anche di quelle dell’anziano a sinistra.

Il gesto della disputatio di Cristo tra i Dottori ricompare qualche anno dopo con il lombardo Bernardino Luini (1481-1532). La scena ricorda vagamente quella di Cima da Conegliano anche per la posizione delle dita: mentre in Dürer Cristo sta iniziando a contare dal pollice e tiene tutte le altre dita aperte, in Cima e in Luini sono aperte solo tre dita, come nel gesto di benedizione che rimanda alla trinità.

Il gesto dell’enumerazione sulle dita è tipico anche della rappresentazione della disputa di Santa Caterina con i filosofi. Secondo il racconto, la giovane cristiana di Alessandria d’Egitto, vissuta tra il 287 e il 305, fu convocata dai sapienti del governatore per via del suo rifiuto di offrire sacrifici agli dei pagani. Ma grazie alla sua straordinaria eloquenza, Caterina riuscì a convertire i suoi ascoltatori causandone di conseguenza la condanna a morte. Lei invece sarà decapitata dopo aver subito il supplizio della ruota dentata (che però si spezzerà per intercessione divina).In questo affresco di Masolino del 1428-1431 Caterina conta sulle dita mentre i filosofi la ascoltano con attenzione.

Sta argomentando le sue tesi anche Marta, nel tentativo di convertire la sorella Maria Maddalena, nel celebre dipinto di Caravaggio del 1598. L’altra sta roteando un fiore sul petto mentre si appoggia a un grande specchio convesso, simbolo di vanità. Ma sulla superficie scura si riflette una piccola finestra, segno che la luce divina sta già illuminando la giovane donna, che presto si convertirà.

Caravaggio riprende lo stesso gesto anche in un’opera molto differente e cioè la seconda versione di San Matteo e l’angelo dipinta nel 1602 per la Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi, a Roma. In questo caso è evidente che non si tratta di una disputa: secondo gli studiosi l’enumerazione è collegata all’incipit del Vangelo di Matteo che inizia con l’interminabile elencazione della genealogia di Cristo (Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram… e così via).

Va detto comunque che fin dall’antichità il sapere era spesso ‘elencato’ in forma di liste: dal Catalogo delle donne di Esiodo al De viribus illustribus di Petrarca, fino alle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori di Vasari. Dunque enumerare sulle dita equivaleva a trasmettere conoscenze, spiegare, tenere una lezione. Un po’ quello che fa Aspasia con Socrate e Alcibiade in questo dipinto del 1801 di Nicolas-André Monsiau (1754-1837).
Poco si sa di Aspasia di Mileto. Sembra che fosse una donna di straordinaria intelligenza e sapienza, compagna di Pericle e insegnante di Socrate nelle arti dell’eloquenza e della dialettica.

Questo gesto così particolare e così presente nella storia dell’arte ricorda in modo sorprendente il celebre siparietto di Silvio Berlusconi avvenuto durante le consultazioni del 2018.

Mentre Matteo Salvini spiegava i punti del loro programma, alle sue spalle il capo di Forza Italia li enumerava con la mano destra come ad accertarsi che il suo alleato stesse esponendo correttamente e in ordine le frasi che lui gli aveva affidato.Insomma, ha fatto, a favore di telecamere, una perfetta rappresentazione visiva della disputatio, rubando la scena al suo sodale solo con l’uso di una mano. Quell’incredibile conteggio è diventato protagonista di quel momento, nonché di un’infinità di meme sui social…Questo è, ovviamente, il mio preferito.

Potere dei gesti (e potere dell’arte)!
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Per scrivere questo articolo ho consultato:
André Chastel, Il gesto nell’arte, LaterzaDesmond Morris, In posa, l’arte e il linguaggio del corpo, Johan & Levi editoreChiara Frugoni, La voce delle immagini, pillole iconografiche dal Medioevo, EinaudiHenri Focillon, Elogio della mano, Castelvecchi

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