Educazione alla lettura e biblioteca di classe

ARTICOLO SCRITTO DA: BARBARA DRAGONI FORMATRICE SCUOLA OLTRE

Educazione alla lettura e biblioteca di classe

Le statistiche e le evidenze scientifiche dicono che nel nostro paese la percentuale di lettori sta inevitabilmente e progressivamente diminuendo e la scuola può avere un ruolo determinante nel cercare di porre un freno a questa tendenza.

Le iniziative di promozione alla lettura che ogni anno si tengono a scadenze più o meno fisse, di sicuro vanno considerate importanti e lodevoli, ma da sole non possono bastare.

Più che progetti occasionali di promozione alla lettura  occorre agire in maniera più incisiva e puntare a una vera e propria educazione alla lettura.

Occorre fare in modo che i nostri bambini e i nostri ragazzi abbiano accesso quotidiano ai libri, abbiano modo di scegliere quali testi leggere e possano usufruire di tempi riservati alla lettura, da intendersi sia in modalità individuale che collettiva, ossia con l’insegnante che legge ad alta voce un testo per tutta la classe.

Allestire una biblioteca di classe è il modo migliore per provare a realizzare ognuna di queste pratiche didattiche e per lavorare nell’ottica del piacere di una lettura libera e non imposta.

Schede di sintesi ed esercitazioni di comprensione testuali sui libri imposti dai docenti spesso virano in direzione opposta al piacere di leggere, anche se trattasi di testi di alta qualità letteraria.

Nel libro Ci piace leggere, in cui vengono raccolte le riflessioni dei ragazzi e delle ragazze che gestiscono il Festival Mare di Libri, che si tiene a Rimini ogni anno intorno alla metà di giugno, si leggono queste parole: “vorremmo che a scuola ci fosse un tempo da dedicare alla lettura. Tutti insieme, ciascuno con il proprio libro” e ancora “se c’è una cosa che non ci piace fare, cari professori che assegnate un romanzo, sono le schede di lettura. Per favore, non fatecele fare. Ci annoiamo noi a scriverle e voi a leggerle. Lasciateci semplicemente raccontare ad alta voce la trama in classe e che cosa ci è piaciuto, poi lasciateci discutere e dibattere”.

Se ci mettiamo nell’ottica di superare certe resistenze e decidiamo di credere nella valenza educativa e formativa di una biblioteca di classe, le parole dei ragazzi di Mare di Libri, che incarnano il pensiero della maggioranza dei nostri studenti, potranno trovare concreta applicazione.

Fare in modo che i ragazzi abbiano la possibilità di leggere ogni giorno testi di vario genere e formato e che abbiano la possibilità di discutere con competenza dei libri letti con compagni e insegnanti, rappresentano le pratiche didattiche più centrate nell’ottica di un’educazione alla lettura e del piacere di leggere.

Per far sì che queste pratiche vengano ben applicate, occorre lanciarsi nell’avventura di allestire una biblioteca di classe, iniziativa non di semplicissima realizzazione, ma neppure da considerare impresa impossibile.

Le nostre aule hanno spesso spazi ridotti, è vero, ma per cominciare può essere sufficiente sistemare i testi in armadietti o mensole o, in casi estremi, in ceste o scatole capienti.

Più che lo spazio, ciò che davvero può risultare arduo è il fatto di mettere a disposizione una discreta quantità di libri, non solo di vario genere, dalla narrativa al fantasy al giallo, ma anche di vario formato.

Via libera, quindi, ad albi illustrati, silent, graphic novel, gli amatissimi manga, fumetti e, perché no, escape book. La cosa più importante è che tutti abbiano la possibilità, almeno all’inizio, di scegliere libri che siano alla loro portata e che vengano il più possibile incontro alle preferenze e alle inclinazioni personali.

Gradualmente verrà dato modo di innalzare i livelli di lettura, ma per diffondere coinvolgimento e piacere di leggere occorre anche aprirsi all’immaginario dei nostri studenti – come dice Franco Lorenzoni – per riuscire a comprenderli meglio e per incidere con maggior efficacia nei loro processi di apprendimento.

Anche Nancie Atwell parla di adulto di riferimento che conosce i suoi lettori e propone libri adatti a loro, e ancora Aidan Chambers suggerisce di rispettare le passioni e le preferenze di lettura dei ragazzi, anche perché essere aperti a includere libri da loro amati viene sicuramente percepito come un importante segnale di rispetto nei confronti loro e dei loro interessi.

Se la biblioteca di classe viene gestita nel modo corretto, la possibilità di portare in classe una discreta quantità di libri non è da considerarsi impresa impossibile.

Possono essere testi di nostra proprietà da concedere in prestito, oppure libri che gli studenti stessi decidono di condividere con i compagni o ancora, prestiti di classe da poter realizzare grazie a iniziative portate avanti da sempre più numerose biblioteche pubbliche.

Come afferma Aidan Chambers, in una comunità che legge si crea una circolarità di lettura i cui nuclei fissi ruotano attorno alla selezione dei libri, alla risposta del lettore – che sui libri riesce a conversare diffondendo il piacere di leggere – e al tempo e alle modalità di lettura, individuale e collettiva, il tutto possibile grazie a un adulto competente in grado di gestire al meglio questa circolarità.

L’adulto competente, nella fattispecie il docente, dovrà essere in grado di suscitare curiosità e interesse verso i libri proposti attraverso presentazioni che stimolino immaginario e gusti dei propri studenti.

Dovrà inoltre insegnare ai lettori come riuscire sostenere conversazioni di senso sui libri, così che parlare delle letture svolte e puntare sul “passaparola” possa diventare una pratica efficace non solo per diffondere il piacere di leggere, ma anche per far nascere e arrivare a consolidare un’autentica comunità in cui si legge e si apprende insieme.

Aidan Chambers ribadisce che “coloro che leggono insieme sentono di appartenere a una comunità perché non c’è niente che unisca più della condivisione delle proprie esperienze immaginarie”.

Tutto questo è fare educazione alla lettura. Tutto questo può far sì che la lettura diventi un’attività sociale.

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