Gestire il temperamento e l’aggressività: Il gioco del mostro
ARTICOLO SCRITTO DA: MASSIMO PISTONI FORMATORE SCUOLA OLTRE
Gestire il temperamento e l’aggressività: Il gioco del mostro
Progetto ludico-tonico-emozionale
È possibile educare i bambini alla gestione degli istinti e alla regolazione del temperamento? È possibile già in età fanciullesca approcciare l’interpretazione delle azioni attraverso la rielaborazione cognitiva?
Da alcuni anni sto portando avanti un progetto ludico-tonico-emozionale indirizzato ai bambini della Scuola dell’Infanzia (dai 4 anni) e Primaria (dai 6 anni), intitolato “Il gioco del mostro”. Il gioco è studiato per fare emergere e dare sfogo agli istinti aggressivi dei bambini, per insegnare loro come controllare la condotta violenta. Il gioco ha caratteristiche belliche ma nella sua applicazione tutto è pensato perché i protagonisti non possano nuocersi vicendevolmente e imparino a collaborare sinergicamente in armonia, apprendendo il senso di socializzazione, di integrazione e di pacifica convivenza. Si parte con il racconto della storia “base”, che nel tempo sarà impreziosita di particolari che gli alunni stessi proporranno, amplificandone la ricchezza immaginativa, le “sfide” motorie e aumentandone di fatto il valore didattico a livello intellettivo e psicomotorio.
Il gioco del mostro ha ottenuto il riconoscimento del Comitato Scientifico della Camera di Mediazione Nazionale e dell’AIRAC, le sue applicazioni sono citate nei corsi accreditati dal MIUR, dal Ministero della Giustizia, dal Ministero dello Sviluppo Economico.
I risultati migliorativi sono apprezzabili in tre aspetti fondamentali:
- sfera tonico-emozionale, il “gioco del mostro” permette di sfogare i propri istinti moderando la forza, liberando i blocchi emotivi, migliorando la conoscenza enterocettiva;
- aspetto cognitivo, il gioco del mostro educa alla riflessione, esalta la socializzazione e la compartecipazione, aiuta ad elaborare le emozioni;
- contesto motorio, il gioco del mostro sviluppa la coordinazione dei cinematismi prensili, di lancio, di percezione spazio-temporale dinamica.
“Il gioco del mostro” ha un’impostazione scientifica che prende spunto dal metodo REBT (Rational Emotive Bahavior Therapy), ovvero Terapia del Comportamento Razionale Emotivo, ideata da Albert Ellis, dalla quale nasce la procedura psicoeducativa chiamata Educazione Razionale Emotiva. In linea riassuntiva il metodo REBT sancisce, che il nostro comportamento è, in gran parte, influenzato dalla nostra visione della realtà, cioè da come percepiamo, interpretiamo e valutiamo le situazioni. È inoltre influenzato dalle condizioni fisiche, dalle esperienze vissute e dalle modalità con le quali esse sono “metabolizzate” da ogni singolo individuo. Il gioco e la fantasia sono riconosciuti come strumenti utili per riconvertire il pensiero ed educare la capacità decisionale.
Il progetto non aspira assolutamente a risultati e benefici in ambito terapeutico, intende bensì rivolgersi al mondo pedagogico sotto una chiave di lettura ludico-emozionale. Il fine è quello di educare al riconoscimento delle emozioni e al controllo tonico della loro espressione.
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