L’assemblea di classe dei bambini
ARTICOLO SCRITTO DA: DANIELA DOMINICI AUTRICE SCUOLA OLTRE
L’assemblea di classe dei bambini
“La scuola vista dall’esterno è soprattutto una collettività, una comunità in cui tutti, a turno, partecipano ai diversi aspetti della vita collettiva”. Queste furono le conclusioni che Ernesto e Anna Maria Codignola presentarono nel 1951 a seguito del loro esperimento di scuola attiva, che si ispirava a Johann Heinrich Pestalozzi.
E oggi? Come funziona la scuola?
La scuola è sicuramente l’istituzione principale e essenziale per l’educazione alla cittadinanza democratica. Da sempre, all’interno dei contesti scolastici, si dà valore all’educazione, all’apprendimento di buone regole di relazione, di movimento e di intervento, prima ancora che all’insegnamento di contenuti. La scuola è il luogo in cui i bambini, uscendo dal nido familiare, interagiscono quotidianamente con i pari e gli adulti. È qui che imparano a relazionarsi, a rispettare le regole e a interiorizzare convenzioni condivise, per divenire cittadini consapevoli.
Già da qualche anno, è stato introdotto nelle scuole italiane l’insegnamento dell’educazione civica come materia curricolare e trasversale, che prevede 33 ore annue: l’insegnamento però dovrebbe essere sostenuto e garantito anche da buone pratiche di convivenza scolastica.
Tra ottobre e dicembre dello scorso anno, ho svolto un’attività di osservazione come docente italiana in una scuola primaria in Germania. Durante la mia esperienza ho avuto modo di assistere a diverse attività e approcci interessanti. Uno in particolare mi ha colpito.
Una mattina, entrando in classe, noto un setting d’aula diverso dal solito: i bambini erano seduti a terra, in cerchio su dei cuscini e, al centro, erano presenti alcune immagini e una scatola. I bambini discutevano animatamente mentre due di loro mantenevano l’ordine: uno scriveva, l’altro coordinava gli interventi.
L’insegnante era seduta in cattedra, con il computer acceso e si limitava ad ascoltare e osservare senza intervenire. La sua presenza era discreta, quasi invisibile.
Osservando quella situazione, ho creduto che fosse successo qualcosa di grave e che i bambini stessero discutendo dell’accaduto.
Alla fine della lezione l’insegnante di classe mi spiega che ogni venerdì, in tutte le classi, si svolge per circa due ore il Klassenrat, ovvero l’assemblea di classe dei bambini.
Ma di che cosa si tratta?
L’assemblea di classe dei bambini anche chiamata consiglio di cooperazione è uno strumento per sperimentare la democrazia sin dalla scuola primaria.
Attraverso un’organizzazione strutturata, gli studenti, ogni settimana, si impegnano a parlare e confrontarsi, ringraziando un compagno per un gesto o una parola ma anche esponendo le proprie difficoltà o momenti di delusione, dispiacere o rabbia. Concedono tempo al compagno affinché possa trovare le parole per esprimere la sua emozione e, quando ha finito, la o le persone interessate hanno la possibilità di intervenire, accettando, respingendo, ma più delle volte, spiegando il proprio punto di vista. Ciascun intervento non deve essere né offensivo né giudicante.
Se da una parte l’assemblea di classe vuole dare la possibilità a ciascuno di intervenire e partecipare attivamente alla vita scolastica, dall’altra tende a due obiettivi chiari. Provare a capire meglio le emozioni dei compagni e trovare insieme il modo affinché il tempo scuola sia vissuto con serenità e piacere.
Dopo il dibattito, si assumono quindi degli impegni per la settimana successiva, sperimentando soluzioni condivise. Le decisioni possono riguardare nuove attività, gestione dei momenti di intervallo, modifica delle regole di vita comune all’interno della classe, soluzione di problemi che sono sorti. E così via per tutto l’anno.
Naturalmente l’assemblea non può decidere su tutto: ci sono cose che gli studenti non possono cambiare e altre che fanno parte della responsabilità degli adulti.
L’organizzazione e la gestione degli incontri avviene in completa autonomia. Mentre l’insegnante è in aula, alcuni alunni moderano le discussioni, assicurano il rispetto delle regole, dei tempi e documentano i risultati e le decisioni prese. Gli argomenti da trattare in sessione vengono suggeriti da tutti gli studenti nel corso della settimana. In classe c’è una scatola in cui inserire biglietti firmati, specifici e non offensivi, che riportano un argomento o un messaggio per la classe o un compagno. Ci sono ruoli particolari all’interno dell’assemblea di classe che, a rotazione, vengono svolti da tutti gli alunni: il presidente, il segretario, il guardiano del tempo e delle regole. Anche l’assemblea è organizzata secondo tappe fondamentali: i saluti iniziali, la revisione degli accordi, la lettura degli argomenti, le proposte e i saluti finali.
Esperienze simili sono state attivate anche in diverse scuole italiane su proposta del Movimento di Cooperazione Educativa e prendono il nome di “consiglio di cooperazione”. L’attuazione dell’attività viene spesso preceduta da un corso di formazione, altre volte dalla lettura della documentazione.
Per formare i bambini alla partecipazione democratica dobbiamo necessariamente iniziare dalla scuola. Far crescere personalità democratiche richiede il costante e paziente lavoro di promozione e costruzione di una coscienza di etica pubblica e di bene comune, oltre che da parte della scuola, anche della famiglia, dei territori, della politica e della comunicazione pubblica. È necessario, attraverso azioni concrete, riconoscere agli studenti un ruolo da protagonisti. Noi adulti dobbiamo metterci in ascolto delle loro idee e fornire gli strumenti per sviluppare relazioni sane e proficue.
Se ti ha incuriosito l’assemblea di classe dei bambini, puoi trovare in allegato le schede e i riferimenti che possono esserti utili per realizzarlo.
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