“Le città invisibili” di Calvino nel jazz ‘contaminato’ dal progressive rock del disco “Desires and Fears” del Vito Liturri Trio

Cinquantacinque, con nomi di donne dal suono classicheggiante, sono le città che Marco Polo avrebbe visitato nel suo lungo viaggio raccontato nel celebre romanzo di Italo Calvino. Un viaggio messo in musica dall’estro creativo di Vito Liturri che proprio da “Le città invisibili” ha tratto ispirazione per il suo ultimo disco “Desires and Fears”, edito dall’etichetta Dodicilune.Il progetto discografico in trio vede al fianco di Liturri (pianoforte, pianoforte digitale, synth, elettronica), ancheLello Patruno (batteria e synthvibraphone), e Marco Boccia (contrabbasso).

<Sandra Lucente, che mi ha introdotto alle implicazioni matematiche della scrittura di Italo Calvino>>, spiega Vito Liturri, <Le città invisibili” che esplorasse una maniera inedita di coniugare musica, matematica e letteratura, attraverso procedimenti compositivi complessi mutuati dalla musica contemporanea, pur preservando la spontaneità e l’improvvisazione tipici del jazz. Durante il periodo del lockdown e attraverso un lavoro forzatamente casalingo, il progetto si è ulteriormente stratificato, aggiungendo sperimentazioni elettroniche e contaminazioni di rock progressivo, che ben si sposano con la visionarietà tipica del testo calviniano>>.

Dopo “After The Storm” (2014) e “From Beyond” (2017), si tratta del terzo lavoro discografico del pianista e compositore barese per l’etichetta salentina e conta ben nove composizioni originali (Zenobia, Valdrada, Marozia, Smeraldina, Armilla, Pentesilea, Zobeide, Teodora, Invenzione a due), ispirate a “Le città invisibili” di Italo Calvino.

La musica del trio di Vito Liturri si propone di fondere un jazz di matrice europea con elementi provenienti dalla musica contemporanea, dal rock e dalla musica elettronica. Ne risulta una musica raffinata ma di grande fruibilità, che rispecchia le esperienze musicali diversificate dei componenti del trio. Con “Desires and Fears”, il trio sperimenta l’uso dell’elettronica all’interno del contesto del classico piano trio.

< scrive Clelia Sguera nelle note di copertina. «L’uso dell’elettronica si fa più incisivo che nel passato, il sound scopre paesaggi acustici di grande impatto emotivo, la ricerca timbrica amplifica la gamma sonora dei tre solisti, come se per ciascuno ci fosse un alter ego elettronico; l’ispirazione jazzistica emerge nella complessità e varietà dei soli, composizioni nelle composizioni, caratterizzate da lucida invenzione>>.

Vito Liturri è titolare della cattedra di Composizione al Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari. Sue composizioni sono state incise per le etichette Dodicilune (Lecce), “Rugginenti” (Milano) e “CM Classic” (Bari) e pubblicate dalle edizioni musicali “Carrara” (Bergamo) e “Florestano” (Bari). Si è accostato al jazz sotto la guida di Nico Marziliano e ha frequentato, successivamente, i corsi di perfezionamento di Siena Jazz. Interessato al teatro e all’interazione della musica con altre forme espressive, ha collaborato, tra gli altri, con gli attori Leopoldo Mastelloni, Emilio Solfrizzi, Antonio Stornaiolo, Edoardo Siravo e Andrea Gattinoni; è, inoltre, uno dei fondatori della Compagnia Teatro Prisma.

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