La replica del Ministro nella polemica su Dante politico

Una chiara provocazione culturale. La replica del Ministro nella polemica su Dante politico.

La sfida ministeriale

Il Ministro della Cultura ha replicato ai dantisti indignati con una lettera al Corriere della sera: definendo Dante conservatore e di destra era stato animato dal proposito  di lanciare una “chiara provocazione culturale”.  Bisogna stabilire se la “provocazione” sia stata intesa come “sfida al combattimento” o “appello a un giudice superiore”. Essendo il secondo significato da escludere, perché le esternazioni ministeriali sono state già giudicate negativamente da una serie di autorevoli studiosi di Dante, resta il primo significato, che a qualcuno potrebbe far venire in mente versi di un inno passato alla storia nel Novecento: “Salve, o popolo d’eroi, – salve, o Patria immortale! –  Son rinati i figli tuoi – con la Fe’ nell’ideale. –  Il valor dei tuoi guerrieri, – la virtù dei pionieri, – la vision de l’Alighieri – oggi brilla in tutti i cuor”.

Sul conservatorismo

Per la contesa il Ministro era sceso in campo non con le armi originali dei testi danteschi, ma con l’arma impropria del volume Croce e Gentile edito dall’Istituto della Enciclopedia Italiana, nel quale diversi studiosi accennano a Dante quale padre spirituale dell’identità nazionale. Forte di questi alleati insisteva quindi nel vedere in Dante un conservatore e di destra e  antesignano del culto della nazione. Tuttavia di fronte all’incalzare dei dantisti ha tentato poi di difendersi con l’usbergo di una dissimulata palinodia:

“L’analisi di un pensiero così denso e profondo come quello del

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