La soluzione per le collisioni si aggiudica il contest per la space economy

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BRUXELLES – Nuove idee, nuovi progetti, in poche parole innovazione vera, sono il vero carburante per lo sviluppo della rampante Space economy. E l’Italia fa la sua parte, per mantenere, e possibilmente aumentare ancora, la sua ottima posizione a livello globale, in questo campo.

Ecco quindi che a Bruxelles, nell’ambito della quindicesima European Space Conference, che raduna per due intensi giorni tutti coloro che, nel vecchio continente, lavorano in campo spaziale, si è svolta la premiazione del #T-TeC 2022, il concorso di open innovation promosso da Leonardo e Telespazio. Si tratta di un contest, aperto a studenti e ricercatori provenienti da università e dipartimenti di tutto il mondo, per promuovere l’innovazione tecnologica spaziale tra i più giovani.

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Il Telespazio Technology Contest, questo il nome esatto, giunto alla quarta edizione, quest’anno ha compiuto un passo ulteriore, decisivo nel mettere a punto l’obiettivo di questo progetto: i vincitori ora verranno infatti accompagnati verso la realizzazione di quanto proposto, mettere in piedi una start up o il business plan definitivo. Ampia e qualificata la partecipazione, 20 proposte da 21 università di dodici Paesi.

Il primo premio, assegnato al progetto Safe – System to Avoid Fatal Events, della Delft University of Technology e dell’Observatoire de Paris, affronta il gravissimo problema delle collisioni in orbita, sia fra satelliti che fra i grandi detriti spaziali che orbitano attorno alla Terra. Si tratta di un software, facilmente integrabile in ogni stazione di terra, che fornisce il valore della probabilità di collisioni in orbita e suggerisce come deviare il satellite interessato, riducendo il dispendio del prezioso carburante e l’eventuale sospensione del servizio.

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Anche per il secondo premio – seimila euro -, il team è nutrito e molto blasonato: il britannico Imperial College, il tedesco Max Planck Institute, lo svizzero Eth di Zurigo, l’americana Stanford University, USA e l’altra britannica University of Oxford. Il progetto, Spaice, è molto interessante e vuole sviluppare uno strumento, sempre software, che permetta di migliorare l’In-Orbit Service.

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