‘Ritratto Continuo’ di Montinaro all’oratorio S.Filippo Neri a Bologna
In occasione della Giornata internazionale della Donna, l’Oratorio di San Filippo Neri a Bologna – nell’ambito della programmazione del LabOratorio curata da Mismaonda con la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna – da domani a venerdì, dalle 18 alle 21, ospiterà la videoinstallazione femminile plurale ‘Ritratto Continuo’ dell’artista Francesca Montinaro, con ingresso libero fino ad esaurimento posti. “Da alcuni anni abbiamo deciso di porre il tema di genere al centro di una riflessione estetica e culturale fortemente intrecciata alla critica del presente – spiega la presidente della Fondazione del Monte, Giusella Finocchiaro – Il messaggio che traspare da questo lavoro è che l’arte può concretamente dischiudere gli spazi e allargare la visione su un mondo, quello femminile, e innescare riflessioni, oggi sempre più necessarie, attraverso la potenza evocativa dell’arte”.
Dichiara l’artista Francesca Montinaro: “L’opera è potenzialmente infinita e invita ad essere esemplari, ad essere corpo, presenza e azione. ‘Ritratto Continuo’ affida al tempo, allo sguardo e al gesto il divenire di centinaia di donne, un gesto primario che racconta del fare per vivere, e assumersi la responsabilità delle conseguenze. Corpo del re-agire ad un sociale spesso difficile. ‘Ritratto Continuo’ indica una ricerca di relazione che dal singolo si sposta alla comunità e il modello numerico 3.375.020.000 è la cifra approssimativa di donne nel mondo”.
Il lavoro di Francesca Montinaro, artista e scenografa, è presentato da Marina Timoteo giurista comparatista e Gianluca Cingolani artista, che nei rispettivi percorsi professionali lavorano sui temi dei linguaggi e della scrittura. Francesca Montinaro mette in scena un atto linguistico, che è un potente atto generativo – spiegano i curatori – in questo atto possiamo entrare anche noi, aprendoci alla gamma dinamica dell’universo femminile, per generare assieme una nuova poetica della realtà”. La video installazione di Montinaro è frutto di sei anni di progettazione e ricerca. Si sviluppa su 6 schermi a visione simultanea e si compone di centinaia di video. Nel silenzio ieratico di una performance di 90 minuti, lentamente, le protagoniste sono immerse in un rituale ipnotico e continuo, sedute su una sedia girevole, si svelano con fiducia all’occhio di chi guarda. L’artista dietro la camera se ne prende cura, proteggendo la loro storie e assumendosi la responsabilità di accoglierle e difendere ogni sfumatura di femminilità.
Un ritratto di gruppo al femminile in cui le singole donne, prese nel loro insieme e valorizzate nella loro singolarità, sono espressione di un nuovo concetto d’identità sociale, incentrato sulla responsabilità individuale, sulla forza vitale e sulla convinzione tipicamente femminile, di poter influire positivamente sul futuro del mondo. “Le partecipanti affermano la loro esistenza stabilendo un contatto con chi le guarda: esibiscono corpo, viso e pensiero come mezzo di comunicazione per lanciare un messaggio dipinto sulle loro mani dall’artista e scagliato al di là del video verso l’osservatore come ad un alleato – sottolineano ancora i curatori – Ne consegue un linguaggio narrativo senza soluzione di continuità che si sostanzia ritratto dopo ritratto e coinvolge il fruitore ad una permanenza prolungata”.
Francesca Montinaro scenografa e artista visiva multimediale, vive e lavora a Roma. Le tappe della sua carriera tracciano un viaggio professionale che include molte forme espressive spaziando dalla scenografia per la tv all’opera d’arte pura; dal mega show al flagship store; dall’installazione multimediale interattiva allo show urbano. I suoi lavori hanno in comune una processualità lavorativa trans-mediale tesa ad agire da ponte tra osservatore e osservato. Nelle sue pratiche artistiche utilizza diversi media: supporti digitali, installazione interattiva, video, suono, installazione meccanica, disegno, pittura, collage, scultura.
Il focus della sua ricerca è sui mutamenti dell’esperienza estetica legata alle nuove tecnologie digitali in dialogo con il mondo analogico. Produce installazioni che coinvolgono grandi numeri di persone, la matrice sociale è la partenza per ogni sua considerazione, ne consegue un diretto coinvolgimento con la realtà. Fin dall’inizio della sua carriera ha considerato l’arte un network senza confini prefissati, focalizzando la sua ricerca sui messaggi sociali. In particolare, negli ultimi anni esplora i ruoli e i modelli di donna nei contesti della comunità e nelle differenze di genere, riconoscendo nelle donne di tutto il mondo quel seme dal quale può sbocciare una nuova e più matura coscienza collettiva. Le sue installazioni sono state esposte in diverse location tra cui la Galleria Nazionale di Roma, il Macro di Roma, l’Ica di Dallas negli Usa, il Mua di Alicante in Spagna, nonché anche all’interno del Parlamento italiano.
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