Perché le classifiche stanno distruggendo le nostre università
di Nuccio Ordine
La corsa a salire di posizione (per aumentare il flusso del denaro in entrata) ha come conseguenza la rinuncia all’istruzione di molti per concentrare le risorse su pochi eletti. Una torsione che sta condizionando anche il lavoro didattico e scientifico. Così, con l’intento di salvare gli atenei, ne stiamo stravolgendo l’essenza. Una proposta controcorrente
Con grande eco sui media ogni anno leggiamo i risultati delle classifiche internazionali delle università. Come accade per merci e società quotate in Borsa, anche le università guadagnano e perdono posizioni nelle classifiche. Tra queste, tre sono le più rinomate: ARWU-Shanghai, THE-WUR e QS-WUR. I loro criteri di valutazione si basano principalmente sulla quantità della produzione scientifica, sul prestigio e (in qualche modo) anche sull’insegnamento.
Alcuni limiti di questi modelli sono ben noti: il disinteresse nei confronti delle scienze umane e sociali o le fasce temporali
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