Meloni attacca Landini: “Diseducativo lavorare il Primo maggio? Annulli il Concertone”. Il segretario Cgil dopo l’incontro a Chigi: “Metodo inaccettabile”

È durato oltre due ore il confronto fra i sindacati e il governo sul Dl Lavoro, che approderà domani sul tavolo del Consiglio dei ministri. Iniziato verso le 19.30 è finito alle 21.40 circa.

Per l’esecutivo hanno partecipato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, il vice ministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci e il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon.

Per la Cgil, Maurizio Landini, Segretario Generale e Gianna Fracassi, Vicesegretario Generale; per la Cisl, Luigi Sbarra, Segretario Generale e Giulio Romani, Segretario Confederale; per la Uil Pierpaolo Bombardieri, Segretario generale, e Manuela Pellegrino, Coordinatrice Segreteria; per l’Ugl, Francesco Paolo Capone, Segretario Generale, e Fiovo Bitti, Dirigente Confederale.

“Il Cdm di domani prenderà provvedimenti utili per il mondo del lavoro, che variamo in un giorno simbolico e sui quali riteniamo utile un confronto preventivo con le organizzazioni sindacali. Non è un appuntamento una tantum ma un ulteriore segnale del fatto che il governo ritiene il confronto con le parti sociali molto importante, in un momento particolare in cui abbiamo tante sfide da affrontare per la nostra Nazione. D’altro canto vi sono anche buone notizie, per esempio il fatto che gli hedge fund hanno smesso di scommettere contro l’Italia”.

“Serve un dialogo serio, costruttivo, sia sul lavoro sia su tutte le materie che affronteremo: pnrr, repowereu, correzioni su come spendere le risorse, politica salariale e conseguente lotta all’inflazione, riforme, che affronteremo nelle prossime settimane”.

Così la premier nel corso del vertice. Parole di sapore decisamente diverso da quelle espresse in una nota dove aveva attaccato la Cgil.

La polemica Meloni-Landini

Qualche ora prima dell’incontro con i sindacati a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni attacca Maurizio Landini. Per la premier il segretario della Cgil ha pronunciato parole “incomprensibili” sul Consiglio dei ministri convocato il Primo maggio per varare provvedimenti sul lavoro.

Landini ieri ha definito “una follia” la stretta sul Reddito di cittadinanza prevista nel provvedimento che dovrà essere varato domani. Nel testo del decreto lavoro è infatti previsto

“Io credo sia un bel segnale per chi come noi è un privilegiato, onorare con il nostro impegno, in questo giorno di festa, i lavoratori e le risposte che attendono”, dichiara per tutta risposta Meloni. “E vorrei ricordare al segretario Landini che il Primo maggio ci sono molte persone che lavorano, dai camerieri ai medici, dalle forze dell’ordine fino ai tecnici che consentono lo svolgimento del concerto di piazza San Giovanni“.

Per la presidente del Consiglio “se Landini pensa davvero che sia diseducativo lavorare il Primo maggio, allora il concerto la triplice dovrebbe organizzarlo in un altro giorno. Noi non la pensiamo così e rispettiamo l’iniziativa della triplice, così come chiediamo rispetto per il nostro lavoro”.

Nella polemica entra anche la Lega di Matteo Salvini. “Tutto quello che non piace alla Cdil (il taglio delle tasse, il Ponte, il nuovo Codice degli Appalti ed un governo che lavora), piace agli Italiani. Landini e Schlein, dalle fabbriche a Vogue…”, scrive il Carroccio in una nota.

Nel metodo: c’è un problema, il governo ci convoca stasera alla 19 su un decreto sul quale probabilmente non sarà possibile fare delle modifiche. Forse è perché dà fastidio che la narrazione” il Primo Maggio, sia fatta solo dai sindacati. Il governo cerca di andare in concomitanza. E’ un atto legittimo ma è un atto di propaganda”.

La puntualizzazione della premier durante l’incontro

Meloni torna sulla polemica durante il confronto a Chigi con le parti sociali. “Non è una mancanza di rispetto un Cdm il primo maggio per tagliare il costo del lavoro. È un segnale e mi sarei aspettata un ‘bravi’. Era un modo per dire ‘ci siamo e ci siamo tutti’, una mano tesa, un tentativo di dialogare e di lavorare insieme, perché sul taglio del cuneo fiscale credo che siamo d’accordo”.

La posizione dei sindacati, Cgil: “Metodo inaccettabile, bene cuneo ma sia strutturale”

“E evidente che, a proposito di metodo, lo abbiamo ribadito anche al presidente uscendo, questo non è il metodo per noi accettabile perché, in questo modo, vuol dire non riconoscere ai sindacati che rappresentano le lavoratrici ed i lavoratori il ruolo che debbono e possono svolgere in questa situazione”. Così il segretario della Cgil, Maurizio Landini, uscendo dall’incontro.

Il taglio del cuneo contributivo annunciato dal Governo ai sindacati, questa sera a Palazzo Chigi, “va nella direzione delle richieste che abbiamo sempre avanzato ma è temporanea, dura qualche mese. – continua Landini – Non c’è la restituzione del fiscal drag e manca un intervento di tassazione sugli extraprofitti”. “C’è una novità nella direzione che chiedevamo ma non è quello che chiedevamo perchè non è strutturale e perchè non ci sono misure su fiscal drag e extraprofitti”. Mentre contratti a termine e reddito restano “punti dolenti su cui abbiamo marcato differenze”.

Sbarra (Cisl): “Sospendiamo il giudizio in attesa del testo finale”

“Intanto aspettiamo di conoscere i testi ufficiali perché su materie delicate anche una virgola rischia di cambiare una misura. Sospendiamo il giudizio nell’attesa del testo. E’ stato un incontro utile perché determina un’inversione di tendenza rispetto al deterioramento del dibattito tra governo e sindacati negli ultimi mesi. Meloni vuole un nuovo cammino sui grandi dossier aperti nel Postro paese”. Lo afferma il leader della Cisl Luigi Sbarra al termine dell’incontro con il governo.

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