Giornata contro la violenza sulle donne

25Novembre: giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Il 25 novembre si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Fonte: Ansa  PERCHÉ SI CELEBRA IL 25 NOVEMBRE

Perché proprio questo giorno?

Dobbiamo andare indietro nel tempo, esattamente al 25 novembre di sessanta anni fa.

Era l’anno 1960, quando a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana furono uccise tre sorelle, Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, per volontà del dittatore Rafael Leonidas Trujillo.

Erano, infatti, conosciute come attiviste di un gruppo inviso al governo.
Stavano recandosi a trovare i mariti in carcere, quando furono fermate dagli agenti che usarono nei loro confronti le peggiori violenze, fino ad ucciderle.
Cercarono di far passare tutto come un incidente, gettando la loro auto in un burrone.

Ma all’occhio di tutti, fu subito chiaro, che le tre donne erano state barbaramente uccise.

Purtroppo, anche in questo caso come per l’otto marzo, a monte c’è sempre un bruttissimo

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Basta alla violenza sulle donne!

In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, anche gli alunni della Gramsci hanno detto “BASTA!”
In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne la scuola secondaria di primo grado ha voluto affermare la propria condanna nei confronti della violenza di genere. 

Le attività laboratoriali proposte dalle docenti di lettere sono state pensate per sensibilizzare l’opinione pubblica e per accrescere la consapevolezza rispetto al fenomeno della violenza degli uomini contro le donne anche al fine di promuovere una corretta cultura della relazione uomo-donna in ogni età. 

“La violenza sessuale contro le donne e le ragazze affonda le sue radici in secoli di dominazione maschile. Non dimentichiamoci che quelle disuguaglianze di genere che alimentano la cultura dello stupro, costituiscono fondamentalmente una questione di squilibri di potere”. Lo afferma il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. 

Ogni anno, il 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne ufficializzata dalle Nazioni Unite nel 1999.

È stata scelta la data del 25 novembre per la Giornata contro la violenza sulle donne per commemorare la vita, l’attivismo e soprattutto il coraggio di tre sorelle: Patria, Maria Teresa e Minerva Mirabal, anche soprannominate “mariposas”, ovvero “farfalle”, che hanno combattuto per la libertà del loro paese.

Durante gli anni ‘40 e ‘50, la Repubblica Dominicana era stretta nella morsa della dittatura del generale Rafael Trujilo. Le sorelle Mirabal decisero di impegnarsi nell’attivismo politico denunciando gli orrori e i crimini dalla dittatura.

 Ma il 25 novembre 1960 le tre sorelle “mariposas” vennero torturate e uccise dai sicari di Trujillo e i loro corpi gettati in un dirupo per simulare un incidente.

L’indignazione per la loro morte, che nessuno credette accidentale, sollevò un moto di orrore sia in patria che all’estero, ponendo l’attenzione internazionale sul regime dominicano e sulla cultura machista che non tollerava di riconoscere alle donne l’occupazione di uno spazio pubblico e politico.
Pochi mesi dopo il loro assassinio, Trujillo fu ucciso e il suo regime cadde.

L’unica sorella sopravvissuta, perché non impegnata attivamente, Belgica Adele, ha dedicato la sua vita alla cura dei sei nipoti orfani e a mantenere viva la memoria delle sorelle.

È in ricordo di Patria, Maria Teresa e Minerva che ogni 25 novembre si inaugura un periodo di 16 giorni dedicato all’attivismo contro la violenza di genere, che si conclude il 10 dicembre con la Giornata Internazionale dei diritti Umani.

Ogni anno, gli alunni dell’Istituto Comprensivo Antonio Gramsci dedicano alcuni giorni per riflettere su tale problematica. Quest’anno ancora di più. Infatti, come tutti gli alunni italiani, essi hanno ricordato già attraverso il minuto di silenzio, deciso dal Ministero dell’istruzione, l’ennesimo tragico femminicidio, quello della giovanissima Giulia Cecchettin e con l’occasione si sono svolti vari dibattiti e laboratori creativi.

In 2B si è svolto un dibattito dopo la visione di alcuni documentari su tale problematica e, in seguito, hanno voluto testimoniare la loro condanna attraverso la rappresentazione pittorica di alcune immagini.

Anche i ragazzi della 3B hanno dibattuto sull’argomento tra loro e con le insegnanti, dopo aver guardato alcuni filmati. Poi, con il segno rosso sul viso, hanno voluto ricordare alcune delle donne che sono state vittime di femminicidio.
La 2C e la 3C, colpite dalla notizia dell’ultima vittima, Giulia Cecchettin, hanno ricordato il 25 novembre girando un piccolo video in cui appaiono con un segno rosso sul viso e leggono poesie scritte da loro o d’autore. Concludono gridando all’unanimità  “STOP AL FEMMINICIDIO”.
Anche gli alunni delle classi 3 D e 3 F hanno voluto far sentire la propria parola sul tema in questione  che ha scosso profondamente le coscienze di tutti noi. Le due classi, guidate dalle insegnanti, hanno letto numerose testimonianze di ragazze e donne vittime di violenza, tratte dal libro Chiamarlo amore non si può di Laura Novello.

Dopo un’attenta lettura, hanno scelto delle pagine del libro e attraverso il metodo del Caviardage, hanno creato commoventi e originali poesie.

Il progetto lettura ha fornito, inoltre, numerosi spunti di riflessione anche sulla tematica degli stereotipi di genere. In modo particolare la classe 3D ha trovato molto interessante la lettura del libro Viola e il blu di Matteo Bussola. Il testo è stato solo il punto di partenza per un confronto aperto sulla tematica al termine del quale è stato prodotto un libro creativo. 

Nelle classi 1G e 3G sono state avviate riflessioni incentrate sulla parità e sulle differenze di genere. Diversi sono stati i contributi che hanno consentito di avviare un dibattito sull’urgenza di superare le diseguaglianze e di raggiungere i traguardi prefissati dall’Obiettivo 5 dell’Agenda delle Nazioni Unite. In particolare, gli stereotipi che condannano la donna ad un destino di subalternità sono stati analizzati anche attraverso la lettura del libro “Fiabe in rosso”: si tratta di una breve raccolta di fiabe della tradizione la cui trama è stata rivisitata all’insegna dell’educazione ad un’affettività sana e costruttiva. 

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