L’armonia di Umanesimo e Scienza

L’armonia di Umanesimo e Scienza *

di Emanuela Andreoni Fontecedro (1)


ABSTRACT

L’armonia di Umanesimo e Scienza: verso una nuova visione educativa nel Liceo Unico Classico-Scientifico*

L’ articolo offre un’ analisi approfondita dell’ importanza dell’integrazione tra educazione umanistica e scientifica. L’ autrice sostiene che la formazione umanistica, con il suo focus su arti, letteratura e filosofia, offre una comprensione essenziale della condizione umana, arricchendo la prospettiva individuale sulla vita e il suo significato. Parallelamente, l’articolo evidenzia il ruolo cruciale della scienza e della matematica nella comprensione della natura e nel progresso della conoscenza. Si dimostra come la scienza e l’ umanesimo possano coesiste re in modo complementare, proponendo un approccio olistico all’ istruzione , enfatizzando la necessità di un curriculum educativo che integri il liceo classico e il liceo scientifico, al fine di fornire agli studenti una formazione completa e versatile, preparandoli efficacemente per le sfide del mondo moderno.

The harmony of Humanism and Science: towards a new educational vision in the Liceo Unico Classico-Scientifico

The article offers an in-depth analysis of the importance of integrating humanistic and scientific education. The author argues that humanistic education, with its focus on the arts, literature and philosophy, offers an essential understanding of the human condition, enriching the individual’s properspective on life and its meaning. In parallel, the article highlights the crucial role of science and mathematics in the understanding of nature and the advancement of knowledge. It demonstrates how science an d humanism can coexist in a complementary way, proposing a holistic approach to education, emphasising the need for an educational curriculum that integrates the classical high school and the scientific high school, in order to provide students with a complete and versatile education, effectively preparing them for the challenges of the modern world.


  1. La formazione umanistica

Che cosa offre una preparazione umanistica? Rispondo d’acchito: il mondo. Intendo: i pensieri, i sentimenti di infiniti esseri umani , di popoli vissuti e scomparsi, la cui mano, ora neanche più polvere , ha lasciato memoria scritta nel tempo. Noi siamo effimeri, come disse Aristotele per certi insetti che appunto, come spiega il termine greco, vivono solo per un giorno. E noi rispetto all’età dell’Universo, ma anche raccorciando velocemente la misura , contiamo cioè pure dalla comparsa dell’ homo sapiens siamo racchiusi nell’istante.

Non valiamo ‘nulla’? Dire ‘nulla’ vuol dire ni -hil . Nella parola antica c’è il sapore del lontano passato che registrava il non valore nella constatazione agreste dei campi cui apparteneva la sua cultura: hilum è
il filamento che si estende dal seme nella spiga di grano. Cosa valiamo , almeno in termini di tempo, rispetto pure a questo fragile filamento, ebbene – leggo dentro nihil – ancor meno del niente .

La cultura umanistica – che fa dell’uomo il suo centro focale e lo riscatta dal giudizio precedente riduttivo – è la grande narrazione dell’uomo e del suo nido su questa Terra sotto i lontani cieli, senza confini, senza soluzione di continuità: una lunga scrittura cui collaborano tutte le arti. Sul mare dell’essere le arti sono come la schiuma del mare, espressione infinita di bellezza, si che i nostri antichi vi videro prodursi (da afròs: schiuma) Afrodite, la più bella delle dee , ridetta in altri confini Venere, radicale del ‘desiderio’.

Tutti i racconti ( un vociare ininterrotto) dei secoli e dei millenni, con i segreti nelle stesse parole ci confortano di non solitudine in questo nostro apparire e subito sparire. Ripetiamo gesti all’infinito in questa lampadoforia o corsa a staffetta delle lampade (così Platone, Leggi 776 b, ispirato da una gara che si teneva ad Atene) in cui consegniamo la teda della vita ininterrottamente alla generazione che ci succede.

Pensare la vita, la sua fine ineluttabile o la fede che la sua coscienza sopravviva : siamo già in filosofia (o traducendo, nell’amore del sapere), alziamo il registro del linguaggio e siamo in poesia, facciamo letteratura.

Che cosa c’è di più universale di comunicare sentimenti, sensazioni, di ritrovare tutto nel già provato ad ogni latitudine, che ci aiutano a comprendere e a comprenderci e ci rendono tanto più consapevoli quando innoviamo, scopriamo e proiettiamo un presente sempre in fuga Pensare attraverso le letterature del mondo, del passato e del presente è a sua volta la sensazione estrema, perché, come diceva Seneca, la lettura degli altri ci regala a piene mani tante altre vite oltre la nostra.

Noi “andiamo su un ponte fluttuante sulla distesa dei sogni” (l’immagine la colgo da Murasaki Shikibù e dal suo Principe splendente , Giappone sec. XI) mentre camminiamo nella letteratura, nella memoria, nel tempo, partecipiamo al regno fantasioso delle illusioni, vediamo dentro i colori del bene e il buio del male, tifiamo affinché il delitto abbia il castigo.

Le nebbie si alzano e fruiamo dell’anima del poeta e della sua ricchezza vitale quando leggiamo: to see a world in a grain of sand/ hold infinity in the palm of your hand,/ and eternity in an hour (William Blake, testo iniziato nel 1803, pubblicazione 1863) – La poesia non misura i confini se ritrovo insieme Mahmoud Shabestari (Tabriz 1288 -1340), sufi dell’Azerbaigian che osserva nel Roseto del Mistero con il medesimo senso dell’Assoluto che tutto pervade: in un seme di miglio si cela l’ Universo.

Lo sguardo dei poeti si posa d’intorno, via i secoli e i millenni, e avverte il tempo cadenzato dalle onde d’inverno, che si frangono sugli scogli del mare Tirreno (Orazio , carm.1,11), o nel ritmo dell’ andare dei cammelli in carovana nel deserto (sec. XI-XII Omar Khayyàm, Rubáiyát frr.172; 458 E. Fitzgerald)

2. Elogio del Numero

Il poeta, il letterato, il filosofo guarda la natura delle cose e la trasfigura in simboli: essa è un temple où des vivants piliers/ laissent parfois sortir de confuses paroles:/ l’ homme y passe à travers des for êts de symboles (Baudelaire), comunque essa ama nascondersi (Eraclito), proprio come adombra il più ancestrale mito di Diana cacciatrice, vista nuda da Atteone che lei quindi punisce: mito della natura che vuole restare segreta , mito dello scienziato e delle sue scoperte scientifiche che possono volgersi anche a suo danno.

Ecco nel mito è detto l’altro modo di guardare la natura, non si tratta questa volta solo di contemplarla nella sua apparenza , senza chiedere o di lasciarsi da essa avvolgere in solitudine ,come condenserà il Romanticismo tedesco con un solo struggente vocabolo, dicendo Waldeinsamkeit , lo scienziato investiga, ricerca ,vuole una risposta precisa, la scopre nuda nella sua struttura non vede solo il riflesso della natura su di sé come fa il poeta, ma la interroga fronteggiandola.

Cicerone, sulla traccia di Pitagora scriveva un inno al numero , in quanto lo riconosceva come strumento e metodo che aveva prodotto per primo la risposta, cioè aveva reso possibile la conoscenza scientifica: il numero, cosa tanto necessaria alla vita quotidiana, quanto cosa immutabile e eterna, che per prima ci spinse a guardare il cielo e a non osservare invano il moto delle costellazioni … (rep .3,3 , cfr. nat. deor .)

Galilei gli faceva eco quando affermava: il libro della natura è scritto nella lingua matematica, i cui caratteri sono triangoli, cerchi, forme geometriche (Il Saggiatore )-

Senza dimenticare Platone, che, stando alla tradizione, avrebbe messo l’avviso all’ingresso della sua Accademia in cui ne proibiva l’entrata a chi non conoscesse la geometria (cfr. Tzetzes hist.var.chil .
8,973).

Non c’è dubbio comunque che sono le scienze ad averci tratto in salita , via dall’età della pietra, in cui altrimenti giaceremmo.

3. Deduzione: liceo unico, classico -scientifico

La conoscenza dell’uomo non si oppone alla conoscenza della Natura (antica divisione delle Scienze umane e naturali) ma hanno necessità di fondersi per formare la vera cultura. Tanto più che l’oggi sembra richiedere un controllo massimo delle tecnologie, (promosse dalla scienza stricto sensu) , da parte del loro creatore , perché non gli sfuggano di mano. Non si tratta solo di responsabilizzare l’uomo nella scelta dell’uso delle tecnologie ai fini di non usarne in modo perverso (es. bombe nucleari) ma , come dice Anders (Günther Stern) bisogna fare in modo che la creatura (IA) non lo sopravanzi . L’uomo – dice Anders- ingaggia una impari gara con la macchina da lui costruita. Ma è proprio la lucidità della ragione, il valore del fine, la capacità del dubbio che danno all’uomo la consapevolezza che a lui appartiene la direzione degli eventi. Anders quindi aggiungeva che lo strumento prodotto dall’uomo è investito dall’ anima del creatore stesso che proprio per questo rapporto deve forgiarsi al fuoco della poesia: la poesia deve ispirare la tecnica.

Di qui va compresa la necessità di dare al liceo una formazione complessa e tanto più aperta ai talenti che sono in grado di approfondire la varietà dei saperi.

Si sente, in altre parole, l’esigenza di fondere il liceo classico con lo scientifico. Fatti salvi i due indirizzi con diploma distinto va usata l’opportunità (organizzazione nello stesso edificio) del Liceo unico sull’esempio dell’ International Baccalaureat dove coesistono materie obbligatorie e opzionali (la scelta può avvenire all’interno di gruppi di discipline) ma soprattutto lo studente può scegliere il livello di apprendimento o A o B per singole discipline fondamentali. Per esempio, posso scegliere livello A di italiano, latino etc e insieme livello A di matematica e fisica… Il diploma testimonierà il percorso seguito.
I livelli disciplinari possono essere richiesti al momento dell’ iscrizione presso Università straniere, in funzione della scelta della Facoltà.
nat.deor . 2,153

Livelli, opzionalità, liceo unico classico-scientifico: vuol dire rispondere alle esigenze del presente, vuol dire non lasciare che la cultura classica, umanistica muoia , irreparabile perdita in termini di humanitas e di comprensione di ogni vita del mondo (iscrizioni – leggo – ridotte al 5,8 %), vuol dire dare la possibilità di integrare al meglio le scienze naturali, con la formazione ‘poetica’ che Anders indicava come irrinunciabile, ma allo stesso tempo vuol dire permettere di arricchire l’essenziale conoscenza dell’uomo con l’urgenza scientifica del presente cui appartiene.

* pubblicato anche in Nuova Secondaria – n. 4, dicembre 2023 – anno XLI

(1) Università di Roma Tre

Continua la lettura su: https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=168043 Autore del post: EdScuola Fonte: http://www.edscuola.it/

Articoli Correlati

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000