Fiorello: “Meloni baby sitter? Vietava le bambole a mia figlia, la faceva…”

FIORELLO: “DOPO 40 ANNI DI CARRIERA LE INTERVISTE MI METTONO ANCORA UN PO’ DI ANSIA”

“Nonostante i miei 40 anni di carriera io temo sempre le interviste, penso di essere banale, non adeguato o di dire sempre le stesse cose. Mentre l’intervistatore mi pone la domanda, io già mi scervello sul come rispondere, anche perché oggi, con il politicamente corretto, tutto diventa più difficile, devi misurare le parole”. Così Fiorello intervistato dal direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, a ‘Stasera parlo io’ su Rai1 subito dopo il Tg1 di ieri sera, e scherzando dice di “avere già i baffi sudati” per l’ansia. E confessa che le cose che lo fanno sorridere sono i casi della vita, come quando vede la spettatrice “con i capelli tutti bianchi che mi dice: ‘mio marito mi ha portato qui come regalo di compleanno’. E io le dico: ‘Signora, ma quanto è carina, quanti anni ha lei?’ E lei: ’60’. Ma come? Io ne ho 64! Uno invecchia e non si rende conto, vede sempre le persone come fossero un po’ più anziane di te, e invece no! E questa cosa mi ha fatto ridere…”. “Le cose che non mi fanno ridere, invece, sono le notizie che sentiamo sui tg o quelle che leggiamo sui giornali, come le guerre e i femminicidi di cui s’è tanto parlato. Sono le cose che noi a ‘Viva Rai2!’ cerchiamo di omettere, notizie che rabbuiano la vita. Per questo noi la mattina non ne parliamo mai, perché vorremmo essere quella finestrella di buonumore che dura 45 minuti, tanto poi, dopo questi 45 minuti, per il resto della giornata si parlerà di quei temi”, conclude Fiorello.

TV: FIORELLO, ‘PIPPO BAUDO E’ RIFERIMENTO PER ME E PER TUTTI I SICILIANI CHE FANNO QUESTO MESTIERE’

Pippo Baudo “è stata ed è una figura di riferimento per tutti i siciliani che hanno intrapreso questa carriera. Pippo Baudo è Pippo Baudo, per noi festeggiare la data del suo compleanno è come Natale. Ho avuto l’onore di conoscerlo e di essergli amico”. Parola di Fiorello: lo showman ha raccontato il famoso provino in cui Baudo non lo prese. “Mi disse che dovevo fare altro, nel senso che non ero un artista da tre minuti. ‘Tu in tre minuti dici solo come ti chiami’, furono le sue parole. ‘E io ho bisogno di persone che in tre minuti mi facciano uno show. A te serve un intero programma ma in questo programma ci sono già io’ mi disse allora Baudo”.

SANREMO: FIORELLO, ‘IL MIO PRIMO FESTIVAL UNO DEI MOMENTI PIU’ BRUTTI DELLA VITA, MORI’ MIO PADRE’

“Il mio primo Sanremo uno dei momenti più brutti della mia vita, io lavoravo a Radio Dj e sarei dovuto andare in giro a fare interviste e mentre ero lì, arrivò la notizia della morte di mio padre che era giovanissimo, aveva 58 anni”. E’ il ricordo di Rosario Fiorello che, intervistato dal direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, per ‘Stasera parlo io’ in onda su Rai1, racconta del Festival di Sanremo 1990 quando gli dissero per telefono che era morto il padre Nicola. “Adesso sono più anziano di mio padre quando se n’è andato e mi sembra stranissimo”, confessa lo showman.

SANREMO: FIORELLO, ‘AMADEUS HA RIPORTATO IL FESTIVAL AI FASTI DEL BAUDISMO’

“Amadeus ha riportato il Festival di Sanremo ai fasti del baudismo, un fatto riconosciuto da tutti, anche dallo stesso Pippo Baudo”. Parola di Fiorello che, intervistato dal direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, a ‘Stasera parlo io’ in onda su Rai1, dice: “E’ l’ultimo Sanremo di Amadeus? Sì, l’ultimo della serie, adesso, ma secondo me tra due anni torna…”. E alla domanda di Chiocci se c’è stato qualche screzio con il conduttore e direttore artistico del Festival, Fiorello è netto: “Litigare con Amadeus? Mai litigato, con lui non si può… C’è un’alchimia che è nata dal primo giorno che ci siamo visti, un colpo di fulmine dell’amicizia”. Lo showman racconta l’esperienza del Festival senza pubblico del 2021, durante la pandemia: “E’ stato difficile – confessa – e il ruolo più complicato era il mio perché Ama doveva presentare i cantanti e io dovevo far divertire… ma chi? Dovevo immaginare il pubblico a casa e posso assicurare che era difficile. Sono però contento di averlo fatto, è una cosa che rimarrà dentro di me. Ricordo che dissi ad Amadeus ‘io comincio cantando’. E così scendo dalle scale, comincio a cantare e vedo la platea vuota. Quando finisco di cantare, il silenzio… proprio nel momento in cui si è abituati a sentire l’applauso. Ecco, quella è stata la frazione di secondo più brutta della mia carriera”, rivela Fiorello. Quanto all’edizione 2024, “so solo una cosa – dice lo showman – che ci sarà il glass di ‘Viva Rai2!’ fuori dall’Ariston e io avrò possibilità di entrare in teatro ma non di andare sul palco. Ci siamo dati una regola perché io devo salire sul palco sabato, l’ultima serata del Festival e l’ultima serata del festival di Amadeus, quando andrò sul palco per portarlo via. Quindi prima di allora posso entrare in sala, ma ci saranno dei cartelli sul palcoscenico con scritto ‘io non posso salire con la mia faccia’. Potrò arrivare in cima alle scale ma non scenderle, e potrò andare in platea ma non salire sul palco. Amadeus, invece, essendo direttore artistico può scendere, attraversare la platea e venire da me dentro il glass dove potranno esserci ospiti che lui non sa, anche ospiti pazzeschi addirittura da Festival, ma li avrò io. Chi lo sa…”, conclude Fiorello.

TV: FIORELLO, ‘BERLUSCONI MI PROPOSE DI ENTRARE IN POLITICA MA NON NE SAREI CAPACE…’

“Se mi hanno chiesto di entrare in politica? Quando ero a Milano sì, ai tempi c’era Berlusconi, lavoravamo insieme a lui quindi era capitato”. Lo racconta Fiorello intervistato dal direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, a ‘Stasera parlo io’ su Rai1. E alla domanda se gli sarebbe piaciuto diventare deputato o senatore, lo showman si schermisce: “Non ne sarei capace”. Fiorello non si sbilancia sul suo rapporto con la politica: “Io faccio parte della vecchia guardia, con che io voglia paragonarmi a quei grandi – osserva – ma ai tempi mica si sapeva per chi votasse Walter Chiari. Voglio fare spettacolo e non politica”. E quando Chiocci gli chiede per chi vota, Fiorello ride: “Non te lo dirò mai. Vuoi sapere per chi ho votato? Nelle ultime tre elezioni ho cambiato due volte schieramento. Per chi voterò alle Europee? Ti chiamerò appena sarò uscito dalla cabina per dirti per chi ho votato”, scherza Fiorello.

FIORELLO, ‘PADRE GEORG ERA DIVERTITO DELLA PARODIA CHE GLI FACEVO’

“La parodia che abbiamo fatto su Padre Georg? Lo ha divertito”. Parola di Fiorello che, intervistato dal direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, a ‘Stasera parlo io’ su Rai1, racconta anche la sua esperienza con Papa Francesco: “Sono andato dal papa, eravamo in gruppo, e quando gli ho dato la mano lui ha fatto una smorfia come a dire ‘ma guarda chi c’è'”, ricorda lo showman, autore di una parodia su Padre Georg: “Abbiamo preso spunto dalla copertina di ‘Chi’ dove c’era lui che giocava a tennis. Un giorno ero con mia moglie in un ristorante di Roma e lei a un certo punto mi disse: ‘C’è un cardinale che sta venendo verso di noi’. Era Padre Georg che mi diede una pacca sulla spalla dicendomi: ‘Ciao Fiorello, sono Padre Georg, mi ricordo quando mi prendevi in giro…’. Era divertito”. 

FIORELLO, ‘COSTANZO E MIKE MI MANCANO MOLTO’

“Mike Bongiorno e Maurizio Costanzo, tra i personaggi scomparsi, sono quelli che mi mancano molto, con loro ho avuto più a che fare”. Lo dice Fiorello intervistato dal direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, a ‘Stasera parlo io’ su Rai1. “Costanzo è stato determinante per il cambio della mia vita, mi accolse quando da Milano decisi di venire a Roma. In quell’occasione conobbi Susanna (Susanna Biondo, moglie dello showman, ndr) e Costanzo mi disse: ‘Questa non te la fare scappare, eh?’. Con Mike ho lavorato tanto e lui si divertiva come un bambino”, ricorda Fiorello che ammette: “Non ho rimpianti sulle mie scelte, rifarei tutto”. Fiorello parla della figlia Angelica che a ‘Viva Rai2!’, in occasione del 63esimo compleanno del papà, ha cantato ‘Io vagabondo’ facendolo commuovere: “Per i ragazzi della sua età non è un periodo facile, perché i 17enni di oggi sono come i 14enni prepandemia. A volte si parla di adolescenti violenti e secondo me tutto è riconducibile a quei due anni di pandemia. Per noi che abbiamo una certa età due anni non sono niente, ma per un 14enne sono invece una vita”.

TV: FIORELLO, ‘MIO PIU’ GRANDE RIMPIANTO E’ NON AVER STUDIATO COME AVREI VOLUTO’

“Il mio più grande rimpianto è quello di non avere studiato come avrei voluto perché era una questione di frequenza, quando andavo a scuola rendevo bene”. Fiorello si confessa nella lunga intervista al direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, a ‘Stasera parlo io’ in onda su Rai1 subito dopo il Tg1. E rivela che avrebbe voluto “leggere di più, studiare la musica e imparare a suonare uno strumento, ma soprattutto imparare una lingua straniera. Invidio i bambini inglesi che già a sei anni sanno parlare l’inglese”, scherza. Lo showman ironizza anche sul suo possibile ritiro dalle scene: “Sono arrivato a 63 anni, 64 a maggio, e credo che ci stiamo avvicinando al momento in cui mi ritirerò. Non sono uno di quelli che fanno una carriera superlunga, diciamo che tra… vabbè, non diciamo niente, non siamo persone di parola. Una volta dissi ‘a 50 anni smetto’ e sono già a 63, quindi…”, ride Fiorello. 

TV: FIORELLO, ‘MELONI COME BABY SITTER? BRAVISSIMA, STUDIAVA E AMAVA IL LEGO’

“La Meloni come baby sitter? Dovreste chiederlo a mia moglie. Lei dice che era bravissima, studiava mentre stava con la bimba, non la faceva giocare con le bambole, ma amava il Lego, costruiva…. Comunque un bel ricordo, nulla da dire su Giorgetta”. Lo dice con la sua solita ironia Fiorello, intervistato dal direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, a ‘Stasera parlo io’ in onda su Rai1 subito dopo il Tg1.


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Scrivere di arte con l’aiuto (?) dell’IA

Ho sempre avuto un approccio sereno verso il mondo digitale. Non lo esalto e non lo demonizzo. Lo uso continuamente e lo trovo utile, a volte appassionante. Ma senza esagerare…
Così è per l’intelligenza artificiale, che finora non ho voluto giudicare perché non avevo mai provato a usarla in casi concreti, per lo meno nelle forme testuali. Qualche esperimento (non troppo avvincente) l’avevo fatto con i generatori di immagini ma speravo che con le parole se la cavasse un po’ meglio. Beh, non è andata così.

Dopo diversi esperimenti con piattaforme differenti (ChatGPT, Copilot, Perplexity) ho avuto la netta sensazione che l’IA sia ancora piuttosto scarsa in tre aspetti cruciali: pertinenza, forma e contenuti.
Inizierei dal problema più lieve, quello sulla pertinenza delle risposte che dà a specifiche domande. Ebbene, non c’è stata volta in cui, ponendo un quesito non generico all’IA questa mi abbia risposto a primo colpo. Inizia sempre con introduzioni non richieste e informazioni superflue che mi ricordano tanto il comportamento di certi studenti che, avendo imparato il libro a memoria, non riescono a rispondere a una domanda su un aspetto particolare se non cominciando dal generale, dall’inizio del capitolo, perché i contenuti nella loro testa si sono fissati in un ordine immutabile. Ecco un esempio.

Non vi riporto altri esempi, ma fa quasi sempre così. Sembra quasi che voglia dare prova di erudizione facendo il suo bravo temino e poi alla fine non risponde neanche alla domanda!
Da questo dialogo emergono anche la seconda e terza lacuna. Vogliamo dare un’occhiata alla forma? Non è proprio quella del temino scolastico? È pedante soprattutto la chiusura, con il riassuntino di quanto esposto in precedenza preceduto da locuzioni del tipo “In sintesi” o “In breve”. Tipico di questa scrittura un po’ sciatta è l’uso troppo frequente di aggettivi come “impressionante”, “geniale” e “straordinario”, termini usati quando non si sa scrivere nulla di più mirato e distintivo.

Il problema relativo ai contenuti, ovviamente è il più grave. In quella risposta l’IA asserisce che i fori sulla calotta esterna della cupola di Brunelleschi siano anche buche pontaie (ma non è così) e, addirittura, che da là entravano gli addetti alla manutenzione della cupola.
Per tagliare la testa al toro ho scritto all’Opera di Santa Maria del Fiore che nel giro di poche ore ha risposto inviandomi una preziosa ricerca del professore Roberto Corazzi che ha fugato ogni mio dubbio.
Ma ci sono altri casi ancora più eclatanti nei quali l’IA ha risposto con grande sicurezza dandomi però informazioni completamente false. Per fortuna conoscevo le risposte alle domande che avevo posto!

Avevo chiesto quelle notizie solo per avere conferma degli esisti delle mie ricerche online: se io consultando due-tre siti avevo trovato alcune risposte, di sicuro un cervellone elettronico che ne ha visionati centinaia non poteva che darmi una risposta impeccabile. E invece no!Riconosce l’errore solo dopo che glielo faccio notare. Chiaramente mi sono un po’ incaponita perché non mi capacitavo di quegli abbagli e ho continuato a fare domande “difficili”, alle quali però si trova la risposta in rete. 

Tutto questo mi ha spiazzata. Anche perché non era affatto difficile scovare le risposte giuste. Bastava fare una normale ricerca su Google o su qualsiasi altro motore di ricerca o semplicemente misurare direttamente su una mappa.

A volte gli errori escono fuori anche per la smania di esibizione culturale. In questo caso, ad esempio, l’IA si è voluta addentrare in qualcosa che non avevo richiesto infilandoci dentro una corbelleria dopo l’altra. E quando gliel’ho fatto notare è andata in tilt!

È chiaro che non è grave se qualcuno, fidandosi dell’IA, scriverà che Matisse aveva lo studio al 3° piano invece che al 4°. Ma se si trattasse di argomenti più rilevanti? Questioni legate alla salute, alla politica, all’economia? Come ci si può fidare?

Mentre una voce di Wikipedia è controllabile da tante persone e questa verifica incrociata riesce a limitare gli errori (ma ne restano sempre tanti…), chi controlla le risposte dell’IA e i testi che genera? Come mai risponde comunque, anche quando evidentemente non ha informazioni sufficienti o non le ha comprese?

A discolpa dell’IA va detto che tutto quello che ho scritto non è un’analisi condotta scientificamente né vuole essere esaustivo sull’argomento, dunque non posso generalizzare dicendo che l’IA sia totalmente inutile ma, nascendo da prove sul campo, da richieste dovute a reali necessità (al momento sto scrivendo di tutti gli argomenti che avete letto), e non da utilizzi o proposte astratte, credo che questi esempi possano essere un punto di partenza per riflettere sulle reali potenzialità di questo strumento e sull’opportunità di continuare a chiamarlo “intelligenza”.
***
Avvertenza: le immagini a corredo di quest’articolo sono state generate da me con l’IA usando il programma Adobe Firefly. Nel prompt ho cercato disperatamente di descrivere una signora che mi somigliasse ma avendo indicato “capelli bianchi” mi raffigurava come una novantenne… Ho rimediato scrivendo “giovane donna” ma a quel punto mi ha tolto una ventina d’anni! Prendeteli per quello che sono: esercitazioni decorative.

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