Metteremo cactus giganti in piazza Duomo?

E’ davanti agli occhi di tutti: l’ultimo temporale ha abbattuto il platano nel parco, il pino lungo il viale, l’olmo nella piazzetta, e sotto ci sono automobili accartocciate, motorini, panchine e giochi dei bambini, purtroppo, ogni tanto, persone. Amiamo gli alberi, li guardiamo, li ammiriamo, ci accompagnano nelle nostre esistenze complicate, ci donano l’ossigeno, purificano la nostra aria inquinata, ci proteggono dalla pioggia sottile, ci riparano dal cocente calore estivo. Quanto è poetica e invitante una passeggiata sotto un vialone alberato a tigli, magari a fine maggio, i primi di giugno, quando i fiori ricamano l’aria di quel delizioso profumo, o in autunno, quando le foglie a forma di cuore ondeggiano e danzano nell’aria per posarsi vicino ai nostri passi. Amiamo gli alberi, ne vorremmo sempre di più, parliamo addirittura di forestare le città, i centri, le periferie, le scuole, adottando boschi verticali e pareti vegetali.
Eppure, ogni estate, la
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