Il negazionismo climatico si aggiorna: più che negare, su YouTube l’obiettivo è normalizzare

L’obiettivo è mettere in dubbio l’efficacia delle soluzioni energetiche rinnovabili. Ma soprattutto, spiega un allarmante studio del Center for countering digital hate – un’organizzazione no-profit britannica con sedi a Londra e Washington D.C. – fare un salto in termini di negazionismo climatico. Visto che l’innalzamento delle temperature è ormai innegabile, i 12mila video pubblicati su YouTube analizzati dall’indagine puntano a normalizzare, cioè a spiegare che in fondo le conseguenze del global warming sono innocue se non addirittura benefiche. Oppure che le varie discipline che studiano il clima non sono affidabili. O ancora – il tema principale di questa ondata negazionista – che le soluzioni proposte non funzionano.

Il grosso si concentra per esempio sul peso complessivo della produzione dei veicoli elettrici, spostando il focus dai consumi dei veicoli al ciclo produttivo e di vita (che pure, secondo l’Environmental Protection Authority statunitense e molti studi rimangono comunque più bassi, appunto anche contando

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L’alfabeto greco: origini, formazione e influenza

L’alfabeto greco costituisce una delle più significative innovazioni linguistiche della storia dell’umanità, avendo fornito un sistema di scrittura altamente strutturato e fonetico che ha avuto un impatto duraturo sulla cultura e sulla comunicazione.

La sua origine, risalente all’VIII secolo a.C., rappresenta un punto di svolta cruciale nella scrittura occidentale, non solo per la sua capacità di rappresentare con precisione la lingua parlata, ma anche per la sua influenza diretta sugli alfabeti successivi, in particolare il latino e il cirillico, che ne derivano in modo sostanziale.

All’interno di quest’articolo andremo ad approfondire quanto già riportato nei post precedenti che puoi trovare nella sezione del nostro blog intitolata La storia del greco, inaugurandone così una nuova: l’alfabeto greco.

Origine e sviluppo

L’alfabeto greco affonda le sue radici nell’alfabeto fenicio, una scrittura consonantica largamente utilizzata dai commercianti fenici per facilitare gli scambi nel Mediterraneo. Tuttavia, la grande innovazione introdotta dai Greci fu l’aggiunta delle vocali, un cambiamento rivoluzionario che trasformò radicalmente il modo di scrivere e leggere, aumentando la chiarezza e la precisione della rappresentazione linguistica. Questa modifica non solo permise una più efficace trasmissione del pensiero e delle idee, ma facilitò anche la nascita della letteratura scritta, contribuendo allo sviluppo delle opere filosofiche, poetiche e storiche dell’antichità.

Con il passare del tempo, l’alfabeto greco si articolò in diverse varianti regionali, tra cui l’alfabeto ionico, il dorico e l’epicorio. Ogni regione greca aveva la propria versione dell’alfabeto, con leggere differenze nelle lettere e nella loro pronuncia.

Tuttavia, nel 403 a.C., l’alfabeto ionico fu ufficialmente adottato ad Atene come standard per la scrittura greca. Questa decisione fu determinante per l’unificazione linguistica della Grecia, consolidando un sistema grafico che sarebbe stato utilizzato per secoli e che avrebbe influenzato profondamente gli alfabeti successivi.

Strutture e caratteristiche

L’alfabeto greco è composto da 24 lettere, di cui 7 sono vocali e 17 sono consonanti. Le vocali sono: Α, Ε, Η, Ι, Ο, Υ, Ω, mentre le consonanti comprendono tutte le altre lettere.

La distinzione tra vocali e consonanti ha reso l’alfabeto greco un sistema di scrittura altamente efficace per la rappresentazione della lingua parlata. Le lettere sono le seguenti:

MaiuscolaMinuscolaNomeTrascrizionePronunciaΑαἄλφα – alphaaaΒββῆτα – betabbΓγγάμμα – gammag, gn (seguita da γ, κ, χ)g gutturale o dura, gnΔδδέλτα – deltaddΕεἔψιλον – epsilonĕ (e breve)e (chiusa)Ζζζῆτα – zetazzΗηἦτα – etaē (e lunga)e (aperta)Θθθῆτα – thetaththΙιἰῶτα – iotaiiΚκκάππα – kappakkΛλλάμβδα – lambdallΜμμῦ – my*mmΝννῦ – ny*nnΞξξῖ – xixxΟοὂ μικρον – omikronŏ (o breve)o (chiusa)Πππῖ – pippΡρῥῶ – rhor, rh (iniziale di di parola)rΣσ/ςσίγμα -sigmassΤτταῦ – tauttΥυὖ ψιλόν – ypsilon*y*, u (nei dittonghi)ü, (u nei dittonghi)Φφφῖ – phiphfΧχχῖ – chichchΨψψῖ – psipspsΩωὦ μέγα – omegaō (o lunga)o (aperta)*Ricorda che dove incontri la lettera y nella pronuncia italiana, devi leggerla come se fosse una u allungata. Per rendere l’idea potresti anticipare alla u una i, emettendo un suono equivalente a iu.

Particolarità dell’alfabeto

Oltre le 24 lettere dell’alfabeto ionico, esistono alcuni segni extra alfabetici. In particolare si ricordano la Ἰώτα (jod = J), e la Δίγμα (digamma = Ϝ): due lettere che approfondiremo negli articoli venturi. Ti invito quindi a non perdertene neanche uno così da restare sempre informato.

Si ricordano anche il Κόππα (coppa = Ϙ), il Σαμπί (sampi = ϡ) e lo Στίγμα (stigma = Ϟ) che, invece, sono impiegati per l’indicazione dei numerali e precisamente:

Ϙ = 90;

ϡ = 900;

Ϟ = 6.

Influenza sull’Occidente

L’alfabeto greco ha lasciato un’impronta indelebile sulla cultura occidentale. Molte lettere greche sono state adottate in ambiti scientifici e matematici, come:

Alfa (α), Beta (β), Gamma (γ): utilizzate in fisica per indicare particelle e radiazioni.

Pi (π): fondamentale in matematica per rappresentare il rapporto tra circonferenza e diametro di un cerchio.

Delta (Δ): simbolo del cambiamento in discipline scientifiche.

Inoltre, il greco antico è la lingua in cui furono scritti alcuni dei testi fondamentali della filosofia, della medicina e della scienza, tra cui le opere di Platone, Aristotele ed Ippocrate.

Inoltre, continua ancora ad essere impiegato nei nomi di fraternità e associazioni universitarie, nella nomenclatura scientifica e nella simbologia matematica e fisica.

Il negazionismo climatico si aggiorna: più che negare, su YouTube l’obiettivo è normalizzare

L’obiettivo è mettere in dubbio l’efficacia delle soluzioni energetiche rinnovabili. Ma soprattutto, spiega un allarmante studio del Center for countering digital hate – un’organizzazione no-profit britannica con sedi a Londra e Washington D.C. – fare un salto in termini di negazionismo climatico. Visto che l’innalzamento delle temperature è ormai innegabile, i 12mila video pubblicati su YouTube analizzati dall’indagine puntano a normalizzare, cioè a spiegare che in fondo le conseguenze del global warming sono innocue se non addirittura benefiche. Oppure che le varie discipline che studiano il clima non sono affidabili. O ancora – il tema principale di questa ondata negazionista – che le soluzioni proposte non funzionano.Il grosso si concentra per esempio sul peso complessivo della produzione dei veicoli elettrici, spostando il focus dai consumi dei veicoli al ciclo produttivo e di vita (che pure, secondo l’Environmental Protection Authority statunitense e molti studi rimangono comunque più bassi, appunto anche contando la produzione dei veicoli).Questo tipo di pseudo-contenuti riguarda fino al 70% delle falsità contenute nei video indagati e pubblicati sulle due piattaforme per un lungo periodo – nel 2018 era il 35%: l’indagine è andata in profondità fino a sei anni (dal 2018 al 2023) e si è avvalsa anche di strumenti di intelligenza artificiale per campionare e classificare le argomentazioni impiegate nelle clip pubblicate da 96 canali. Nel complesso questi video hanno accumulato qualcosa come 325 milioni di visualizzazioni. Il gruppo di esperti che ha firmato il rapporto, guidati da Travis Coan, docente di scienze sociali computazionali all’università di Exeter, in Inghilterra, sottolineano appunto questo aggiornamento del repertorio.

Le idee

I politici negazionisti del clima e la tempesta dell’ignoranza

di Marco Tedesco*

04 Agosto 2023

In un’epoca in cui gli eventi estremi e l’innalzamento delle temperature sono innegabili anche dai più strenui oppositori, la dinamica è cambiata: nel corso degli anni sono infatti diminuiti i video in cui si rispolverava il vecchio adagio delle ondate di freddo o di neve per negare i cambiamenti e aumentati quelli che, invece, hanno lo scopo di rendere tutto ciò che viviamo in qualche modo normale. O comunque affrontato con i mezzi sbagliati, come per esempio gli allarmismi sulla diffusione delle pale eoliche per produrre energia rinnovabile dal vento, che porterebbero – secondo alcune organizzazioni negazioniste – all’eliminazione di metà delle foreste globali. Quando le stime – come spiega anche il Financial Times – dicono che il passaggio al solare e all’eolico impiegherebbe superfici comparabili all’attuale impronta del complicato settore delle industrie fossili dall’estrazione alla raffinazione fino allo stoccaggio.L’indagine ha anche messo in evidenza una serie di realtà specializzate e molto attive – oltre che molto seguite – come The Blaze, una media company con quasi due milioni di iscritti al proprio canale YouTube fondata da un ex presentatore di Fox News, Glenn Beck. Per capirci, secondo questa piattaforma il riscaldamento globale non avrebbe nulla a che vedere con i numerosi incendi che colpiscono ogni estate larghe parti degli Stati Uniti e neanche con quello che ha raso al suolo metà dell’isola di Maui lo scorso agosto, con la distruzione dell’antica cittadina di Lahaina. Secondo Beck, come molti altri, il cambiamento climatico è strumentalizzato come pretesto per imporre ai cittadini maggiori controlli e per portare avanti la strampalata teoria del Grande reset, che da piano di ripresa post-Covid presentato nel 2020 è diventata nel tempo un nuovo caposaldo del complottismo mondiale.

Psicologia

Sei modi studiati da scienziati per contrastare la disinformazione climatica

di Sandro Iannaccone

16 Dicembre 2023

Ma, a parte i soliti deliri, cosa ne esce? Che, come riporta il Guardian citando un sondaggio di Survation incluso nel rapporto, ne esce che alla fine un terzo degli adolescenti britannici ritiene che gli allarmi sul cambiamento climatico siano “esagerati”. Percentuale che sale al 37% fra gli utenti più accaniti dei social media, quelli che ci trascorrono più di quattro ore al giorno. Serve quindi, spiega il Cchd, che i governi investano di più e meglio nella comunicazione su come mitigare gli effetti del cambiamento climatico e, anzi, su come provare a contrastare abitudini dannose. Difficile farlo in un meccanismo capitalista piena di contraddizioni e ipocrisie. Youtube è corsa ai ripari già da tempo impedendo la monetizzazione e la diffusione di simili contenuti, lo sappiamo, spesso in modo molto efficace. Anche se secondo il gruppo di ricerca il repertorio cambia continuamente e ci sono video che riescono a superare queste barriere. O altri, più sottili, sfuggiti all’analisi dell’AI.”Gli scienziati hanno vinto la battaglia per informare l’opinione pubblica sul cambiamento climatico e sulle sue cause – ha spiegato Imran Ahmed, chief executive del Ccdh – ecco perché chi vi si oppone ha cinicamente cambiato focus puntando a minare la fiducia nelle soluzioni e nella scienza stessa che ne è alla base”.

L’intervista

La neve in California scatena i negazionisti, ma i climatologi spiegano perché è la prova del cambio climatico

di Cristina Nadotti

06 Marzo 2023

Fra gli altri esempi inclusi nel report ci sono Jordan Peterson (7,64 milioni di iscritti) e PragerU (3,21 milioni). “È ora che le piattaforme digitali rifiutino di amplificare o monetizzare questi contenuti di negazionismo climatico che distruggono la fiducia nella nostra capacità collettiva di risolvere la più importante sfida per l’umanità” ha aggiunto Ahmed.

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