La mano pesante contro gli attivisti climatici

Parafrasando un impegnativo fermo immagine ottocentesco si può dire che uno spettro si aggira per il Paese: quello degli attivisti ambientali, etichettati dal pensiero dominante e dai media di riferimento (cioè quasi tutti) eco-vandali o finanche eco-terroristi. Il passaggio di questa tipologia di attivisti dallo status di giovani da blandire, col retropensiero di caricarli sull’affollato carro dei verdi di facciata, al ruolo di pericolo pubblico è avvenuto con l’ingresso sulla scena di Extinction Rebellion e di Ultima Generazione e dei loro gesti di protesta eclatanti. Immediata l’equiparazione agli odiati No Tav, stereotipo italiano della protesta ambientale, accompagnata – ça va sans dire – dalla solenne affermazione di politici, questori e magistrati che nessuno si sogna di toccare il diritto di protestare ma che non possono essere tollerate le modalità con cui esso avviene, definite inaccettabili e violente (anche se dirette solo contro le cose e accompagnate da accorgimenti idonei a
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