I limiti del dissenso

Il rapporto tra le manifestazioni non violente del dissenso e gli strumenti utilizzati per contenerne la diffusione è da sempre elemento non secondario per valutare il livello di libertà di uno Stato in un determinato momento storico e, dunque, anche il livello di democrazia.
Assistiamo da qualche tempo, in un Paese che ama definirsi “civile”, ad una progressiva distorsione dell’applicazione di misure di prevenzione come il foglio di via obbligatorio nei confronti di coloro che esprimono in pubbliche manifestazioni il proprio allarmato pensiero sulle condizioni climatiche del nostro Pianeta.
In diverse circostanze, infatti, pur a fronte di manifestazioni non violente, sono stati adottati da più di una Questura provvedimenti incidenti sulla futura libertà di movimento e, dunque, di espressione del pensiero dissenziente. Come dovrebbe essere noto, l’adozione di qualsivoglia misura di prevenzione si fonda sul riconoscimento in capo al destinatario di un profilo di pericolosità sociale. Si tratta di presupposto che,
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