Ci vestiremo con capelli e alghe per rispettare l’ambiente
Per affrontare un problema enorme come la crisi climatica ci vuole anche creatività. E quale settore se non quello della moda ha nella creatività proprio uno dei suoi elementi più caratteristici? L’industria del fashion ha un impatto per nulla trascurabile sull’ambiente. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), contribuisce per una percentuale compresa tra il 2 e l’8% alle emissioni globali di gas a effetto serra. Non solo, è anche responsabile del 9% delle microplastiche disperse negli oceani e consuma circa 215mila miliardi di litri di acqua all’anno.
La coltivazione del cotone, per esempio, che è tra le fibre tessili naturali più utilizzate a livello globale insieme alla lana e il lino, ha bisogno di molta acqua ed è associata a un massiccio utilizzo di pesticidi. Le fibre sintetiche, come il poliestere e il nylon, sono invece realizzate con polimeri ottenuti da derivati del petrolio e ad ogni
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