Ue, fino a 10 anni di carcere per l’ecocidio. Approvata anche la legge sul ripristino della natura
STRASBURGO. Mani alzate, oggi, al Parlamento Europeo, per votare la direttiva contro il crescente numero di reati ambientali nell’Ue, chiamati per la prima volta ecocidi. “La natura può essere considerata la vittima del danno causato da reati ambientali” si legge nel testo approvato. Ecco perché il diritto penale ambientale dovrebbe diventare uno strumento distinto dal diritto amministrativo e ad esso complementare, capace di punire e, soprattutto, di scoraggiare le azioni illecite.
La criminalità ambientale è la quarta attività criminale più grande al mondo, con una crescita da due a tre volte più rapida rispetto all’economia mondiale, ed è una delle principali fonti di reddito per la malavita organizzata insieme al traffico di droga, armi ed esseri umani.
Quindici anni fa, la direttiva 2008/99/CE aveva introdotto il principio secondo cui i reati ambientali avrebbero dovuto essere combattuti e i loro autori puniti in tutti gli Stati membri dell’Ue. Una azione essenziale per
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