Valditara e la sua strana idea di inclusione
Al Ministro Valditara vogliamo dire che negli ultimi anni stanno diminuendo gli alunni di recente immigrazione, i neoarrivati. Sono loro che non conoscendo la lingua italiana hanno bisogno di apprenderla. Fonti accreditate indicano che sono il 2,6% sul totale della popolazione di alunni con cittadinanza non italiana. Le scuole, nell’esercizio dell’autonomia scolastica, hanno in molti anni di esperienza, messo a punto e sperimentato una molteplicità di percorsi, di modalità organizzative, di materiali per promuovere una piena inclusione e l’apprendimento della lingua italiana. Ciò è avvenuto nella diffusa consapevolezza che la lingua si impara soprattutto e meglio se si sta insieme ai compagni parlanti la lingua del Paese di accoglienza.
I ragazzi e le ragazze con background migratorio costituiscono complessivamente il 10,6% del totale della popolazione scolastica.
La pluralità di questa variegata presenza pone domande e bisogni nuovi alla società nel suo insieme e alla scuola in modo specifico e particolarmente importante. In questi decenni, abbiamo assistito a significativi passi avanti, ma anche all’emersione di criticità e contraddizioni che occorre affrontare con interventi e politiche adeguate a promuovere uguaglianza, rispetto e valorizzazione delle diversità, riconoscimento dei diritti ed esigibilità dei doveri.
Occorrerebbe da un lato ascoltare le scuole e supportarle nel loro sforzo di inclusione e promozione di tutti garantendo loro risorse e condizioni strutturali per portare avanti il loro lavoro e, dall’altro lato, occorrerebbe riconoscere i cambiamenti nella composizione della nostra società e riconoscere piena cittadinanza ai ragazzi e alle ragazze che ne fanno
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