Non siamo nell’Antropocene, ma ne viviamo già gli effetti

La Commissione Internazionale di Stratigrafia (ICS) ha deciso di non formalizzare l’Antropocene come una nuova epoca geologica. Per i geologi, un’epoca è la suddivisione di un periodo che a sua volta è la suddivisione di un’era: il Pleistocene e l’Olocene sono le epoche del Quaternario, il più recente periodo dell’era Cenozoica. La decisione della ICS sta causando grande discussione dove si mescolano tre questioni che sarebbe preferibile tenere distinte.
La prima riguarda il consenso o meno sul fatto che l’uomo sia artefice dei principali cambiamenti sulla Terra: clima, biodiversità, morfologia della superficie terrestre (e dei fondali marini), cicli bigio chimici, etc. Da quanto tempo tali cambiamenti di origine antropica sono in atto? Settant’anni (grande accelerazione)? Duecento anni (inizio della rivoluzione industriale)? Ottomila anni (inizio dell’agricoltura)? Nessuno ormai ha dubbi sulla rilevanza, estensione e pervasività dell’impatto dell’Uomo sulla Terra e quindi non vado oltre.
La seconda questione riguarda l’opportunità di definire questo periodo
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